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Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime 2017


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Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime 2017

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Physalacriaceae

Sinonimi
Armillaria tabescens (Scop.) Emel 1921
Clitocybe tabescens (Scop.) Bres. 1900

Etimologia
L'epiteto Desarmillaria deriva dal prefisso des dal latino de ex = che indica sostituzione e dal nome di genere Armillaria, per essere stato separato dal genere Armillaria per la mancanza di anello.
L'epiteto tabescens deriva dal latino tabescens = che si dissolve.

Cappello
Dimensioni 4-8 cm, è carnoso, ma assottigliato al margine, tenace ed elastico, la forma varia in base alla maturazione, da sub-campanulato a piano-depresso, provvisto di un leggero umbone centrale, generalmente irregolare e con una spiccata igrofaneità; il colore è bruno-ocraceo, color tabacco. L'epicute è ornata da sottili e numerose squame concolori alla cuticola, più numerose verso il disco, il margine sottile è solitamente lobato e facilmente inciso.

Imenoforo
Lamelle fitte e decorrenti, negli esemplari giovani la colorazione è biancastra, in quelli maturi assumono invece una tonalità rosata; tale colorazione non è attribuibile alla maturazione delle spore, in quanto siamo di fronte a un fungo leucosporeo, è invece da considerare come il colore della carne.

Gambo
8-12 × 0,8-1,5 cm, di consistenza molto tenace e fibrosa, anello assente, portamento curvo e caratterizzato da un andamento flessuoso. Nella parte alta si presenta con colorazioni simili o leggermente più chiare del cappello, in basso invece i toni ocraceo-bruni sono più carichi per prendere una colorazione più scura rispetto a quella del cappello.

Carne
Non abbondante, ha consistenza elastica nel cappello e tenace-fibrosa nel gambo, la colorazione è biancastra ma alla base del gambo si nota una colorazione fulvo-rossastra. L'odore non risulta particolarmente significativo e può essere definito gradevole.

Habitat
Cresce cespitoso a gruppi di molti esemplari, sui tronchi e in prossimità di latifoglie con una spiccata preferenza per le Querce, non è difficile però trovarlo in forma apparentemente terricola, in corrispondenza delle radici interrate delle essenze arboree a cui si lega.

Commestibilità e Tossicità
È un buon commestibile ben cotto, ma tossico da crudo; usufruire solo dei cappelli scartando i gambi, come per il più conosciuto Chiodino, l'Armillaria mellea, con il quale condivide molte caratteristiche. È consigliabile la prebollitura e la successiva eliminazione dell'acqua di cottura. Si presta ottimamente alla preparazione e conservazione sott'olio.

Specie simili
Facile la separazione dagli altri funghi appartenenti al genere Armillaria, in quanto il genere Desarmillaria, a cui appartegono due sole specie, è privo di anello. Occorre invece prestare la massima attenzione nel separarlo da altre specie lignicole, sempre a crescita cespitosa, come quelle appartenenti al Genere Hypholoma di cui alcune specie sono tossiche.

Bibliografia
KOCH, R.A., WILSON, A.W., SÉNÉ, O., HENKEL, T.W. & AIME, M.C., 2017. Resolved phylogeny and biogeography of the root pathogen Armillaria and its gasteroid relative, Guyanagaster. BMC Evolutionary Biology. DOI: 10.1186/s12862-017-0877-3.

Regione Toscana; Agosto 2010; Foto di Tomaso Lezzi.

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