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Tremellodendropsis tuberosa (Grev.) D.A. Crawford 1954

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Tremellomycetes
Ordine Tremellales
Famiglia Tremellodendropsidaceae

Sinonimi
Merisma tuberosum Grev. 1825
Thelephora tuberosa (Grev.) Fr. 1828
Stereum tuberosum (Grev.) Massee 1892
Aphelaria tuberosa (Grev.) Corner 1950

Etimologia
L'epiteto Tremellodendropsis deriva dal latino "trémulus" tremolante, dal greco "déndron" albero e "ópsis" aspetto, somiglianza.
L'epiteto tuberosa deriva dal latino "tuber" bernoccolo, gobba; per le gibbosità che possiede questo fungo.

Basidiocarpo
Alto fino a 40 mm, largo 20-30 mm, coralloide, teleforoide, ramificato, ricoperto da una finissima granulosità in tutte le parti. Gregario più raramente isolato. Gambo cilindrico a volte abbastanza tozzo, non sempre ben distinto, con presenza di micelio biancastro alla base. Da esso si diramano molte ramificazioni irregolari, contorte, gibbose, talvolta palmate che ricordano una Telephora, spesso si fondono tra loro fino a formare una sola massa. Le punte, arrotondate in giovane età, assumono forme appuntite, a forma di V o a forma di U. Colore da biancastro a giallino con rare sfumature rosate, le punte con l'età tendono a imbrunire. Nessun viraggio è presente a frattura o manipolazione. La carne, tenace, fibrosa possiede un'alta percentuale di acqua, di sapore grato e odore molto forte definito di “pollo bagnato”, simile a quello di Clitocybe phaeophthalma. Imenoforo collocato sui rami tranne che nella parte superiore, sterile.

Habitat
Si può trovare per tutto il periodo invernale sotto varie essenze arboree. Unica specie di questo genere ritrovato in Europa. Distribuito in Nord Europa, Nord America, Sud America, Nuova Zelanda, Borneo, rarissimo in Italia. Gli esemplari in foto sono stati ritrovati su terreno muschioso e terreno nudo sotto Cupressus, in Campania, nel comune di Arpaise (BN). Altri ritrovamenti in Italia sono stati segnalati in Toscana.

Microscopia
Spore 15-19 × 5-8 µm, ialine, da ovoidali a subamigdaliformi con presenza di apicolo ben evidente, contenuto finemente granuloso talvolta oleoso e parete relativamente spessa. Basidi 50-70 × 10-12 µm, bi-tetrasporici, claviformi con tipici setti longitudinali ben evidenti presenti solo nella parte apicale, sterigmi lunghi. La particolare forma dei basidi fa inserire questo fungo tra i fragmobasidiomiceti anche se in effetti non si tratta di veri e propri setti ma di una suddivisione del basidio, una sorta di allungamento degli sterigmi che si forma solo a basidio maturo, quando si producono le spore. Basidioli di dimensioni più contenuti dei basidi, con forma clavata ma meno accentuata, talvolta allungata e assenza totale dei setti apicali. Ife con presenza di giunti a fibbia.

Commestibilità o Tossicità
Commestibilità sconosciuta.

Specie simili
La forma può indurre a confonderlo con altri funghi coralloidi, di consistenza più fragile ma l'osservazione microscopica della particolare forma dei basidi fuga ogni dubbio.

Bibliografia
VERA F. MALYSHEVA, 2010. Rare and interesting species of heterobasidiomycetes from Russia. Fungi non delineati. Ediz. Candusso.
WALTER JULICH, 1989. Guida alla determinazione dei funghi vol. 2. Aphyllophorales, Heterobasidiomycetes, gastromycetes. Ediz. Saturnia
FRANCHI, P. & GENNARI, 2004. Funghi interessanti della Toscana. Rivista di Micologia.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giulio Martino. Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Campania; Arpaise (BN); Dicembre 2013. Foto e microscopia di Giulio Martino.

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Regione Campania; Arpaise (BN); Febbraio 2016. Foto di Giulio Martino.

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Disegno al tratto degli elementi osservati al microscopio ottico. Disegno di Giulio Martino.

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Spore. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×.

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Spore. Osservazione in neomercurocromo, a 1000×.

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Basidi e basidioli. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×

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Ife con GAF. Osservazione in rosso Congo ammoniacale.

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