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Amanita pantherina (DC. : Fr.) Krombh. 1846


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Amanita pantherina (DC. : Fr.) Krombh. 1846

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanita
Sezione Amanita

Nome italiano
Tignosa bruna, Bigia.

Etimologia
L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità.
L'epiteto pantherina deriva dal latino pantherinus per l'aspetto maculato del cappello.

Cappello
(5)7-10(16) cm, globoso poi aperto, infine completamente disteso, striato al margine, ricoperto da tantissime piccole verruche (resti del velo generale) fioccose, di colore bianco, disposte regolarmente in senso circolare, caduche e detersibili, tanto che possono lasciare il cappello quasi nudo. Colore brunastro che può diluirsi eccezionalmente fino al nocciola. Lamelle pressoché libere, arrotondate al gambo, abbastanza serrate, alte, intercalate da numerose lamellule, bianche.

Gambo
8-15(18) × 1-2,5(3) cm, rettilineo, liscio, sottile all'apice, privo di residui velari, di colore bianco, compatto, fibroso, poi cavernoso e infine vuoto, con base ampiamente bulbosa.

Anello
concolore al gambo, pendulo, fragile, tipicamente basso negli esemplari adulti, da membranoso a evanescente, talora appena percettibile, bianco e spesso decorato al margine dal alcune fioccosità concolori.

Volva
Aderente, stretta attorno al bulbo, bianca, adnata, di consistenza cremosa, soprattutto in alto, dove è circoncisa, poco sopra al bulbo forma attorno al gambo due o tre anelli più o meno concentrici.

Carne
Bianca anche sotto il rivestimento pileico, ricca di cavernosità nel gambo, poco consistente. Odore quasi nullo o appena di terriccio, rafanoide. Sapore dolciastro.

Habitat
Fungo ubiquitario, assai comune. Cresce isolato o fortemente gregario, da luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie.

Commestibilità e tossicità
Velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico, simile, ma più grave, a quello provocato dall’Amanita muscaria. I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l’ingestione. I Le tossine colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale.

Osservazioni
Invasivo, alcune volte  copre vasti tratti del bosco.

Specie simili
La varietà abietum (E.-J. Gilbert) Neville & Poumarat, con portamento decisamente più robusto, crescita prevalentemente montana, pressoché assenza di rigatura al margine del pileo rispetto alla specie tipo, cappello bruno scuro e residui velari decisamente piatti e farinosi è oggi assimilata alla specie tipo.
Amanita rubescens Pers. : Fr., commestibile dopo cottura, ha verruche grigie, anello alto, carne frequentemente con macchie vinose, colorazioni più o meno rossastre.
Amanita gemmata (Fr.) Bertill. ha il cappello generalmente giallo o giallo-ocraceo, grigiastro crema nella fo. amici Gillet.
Amanita vaginata (gruppo) sono tutte commestibili, ma prive di anello e con diversa struttura della volva. Infine ricordiamo alcune fenomeni con forte decolorazione del cappello, o forme ecologiche che possono arrivare al bianco (fo. albida Schulz.) o giallo-crema, mantenedo comunque inalterati gli altri elementi morfocromatici.

Curiosità
Anche questa specie si rileva una validissima spia per la ricerca dei pregiati porcini, stesso habitat e oeriodo di comparsa.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Sardegna; Dicembre 2008; Foto di Franco Sotgiu.

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