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Gianni Pilato

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  1. intanto grazie a Titto per l'apprezzamento e poi continuiamo prendendo in prestito la frase di Mauro "...Xanthoria parietina, quando c'è poco...uno si attacca a tutto!!!"
  2. Questa è un'immagine.......supermacro.......di come circa 15 giorni fa si presentava allo stadio di primordio ( grandezza circa 4-5 mm)
  3. e perchè non inviare anche una foto della bellissima Sarcoscypha coccinea che è in piena fioritura in questo periodo ?
  4. OK......OK.......ecco il "Tutero" intanto grazie per i complimenti di Titto e di Giglio5347......a Marco invece i complimenti non li faccio perchè nonostante abbia una buona macchina fotografica, nonostante sia stato più volte redarguito e diffidato dallo scattare senza cavalletto ostinatamente persevera nei suoi scatti a "mano libera" Questo mi da però l'occasione per mandare un mio scatto delle famose "trombette" da alcuni conosciute come Craterellus cornucopioides diciamo tardo invernali
  5. Oggi nuovo giretto per ......studio...... visto che la legge regionale non ci permette il lunedi la raccolta dei funghi. Però visto che nessuno ci vieta di fotografarli.... Roma, 01/11/04 sughereta all'interno del parco Decima-Malafede P.S.: specie mai descritta e di cui non si è mai parlato in forum Hygrocybe glutinipes (Lange) Haller Piccolo fungo dall’aspetto fragile e delicato come quasi tutti gli appartenti al Genere. Il cappello da 1 a 3 cm si presenta conico campanulato, a maturità più aperto e disteso con il margine irregolare e rialzato. La superficie è estremamente viscosa, liscia, per trasparenza striata al margine. Lamelle fitte panciute con filo irregolare ed intercalate da numerose lamellule, attenuato adnate al gambo decorrenti per un dentino. Gambo lungo da 2 a 5 cm per 0,4-0,6 cm di spessore concolore al cappello con il quale condivide la stessa viscosità. Carne poco consistente, fragilissima, bianca-giallina non annerente e senza odori e sapori particolari. Habitat: descritto in spazi erbosi ed ambienti prativi in vicinanza di latifoglie, questo ritrovamento si presenta invece all’interno del bosco, in ambiente privo di manto erboso. Per quanto riguarda la commestibilità.......può essere consumata....ma pensate ne valga la pena ??
  6. .....un po di pazienza.....come anticipo posso dirvi che la prossima descrizione riguarderà una Russula.......genere abbastanza ostico......e quindi meritevole della massima aatteennzziioonnee ciao Gianni
  7. Passiamo ad un altro ritrovamento molto frequente Roma, 17/10/2004 Parco del Litorale Romano, comprensorio di Castel Fusano Mycena seynii Quelet Il particolare Habitat di crescita rende, insieme alle caratteristiche morfocromatiche, questa Mycena di facile identificazione ed inconfondibile. Cappello: da 20 a 45 mm di diametro, prima conico campanulato a maturità più o meno appiattito. Consistenza minuta e fragile, striato in trasparenza fino a metà, colore da bruno-lilla fino a quasi rosa-lilla è comunque costante il bordo di una tonalità più chiara. Lamelle: adnate e ventricose di colore biancastro con sfumature rosate, filo rosa-bruno più scuro. Gambo: da 3 a 10 cm di lunghezza per 2- 4 mm di diametro, cilindrico grigio-rosato finemente striato all’apice si presenta di consistenza vitrea ed estremamente fragile. Caratteristica la peluria filamentosa biancastra della base bulbosa. Carne: quasi assente ed insignificante così come l’odore. Habitat: come accennato all’inizio colonizza le pigne (strobili) dei pini, da noi rinvenuta sia su Pinus pinea che su Pinus pinaster . Per quanto riguarda la commestibilità.......si può dire senza ombra di dubbio o smentita........ che possa ritenersi senza valore
  8. Prima che arrivi Lunedi e Mauro ricominci a postare le nuove foto di nuove specie....invio ancora una specie di domenica scorsa Roma, 10/10/2004 Parco del Litorale Romano, comprensorio di Castel Fusano Leucoagaricus bresadolae (Schulzer) Bon & Boiffard Basidiomicete leucosporeo di taglia medio grande. Cappello: diametro da 60mm a 200mm dapprima sub-globoso , tronco-conico poi appianato con evidente e largo ambone. La superficie si presenta nei primordi liscia e vellutata di colore bianco per poi fratturarsi ricoprendosi di fitte squame concentriche a partire dal margine di un colore di crema, assumono con il tempo una evidente colorazione con toni bruno rossastri. Il disco rimane generalmente unito mentre il margine lungamente incurvato verso il basso, scoperto da tali squame, mette in evidenza il colore di fondo bianco. Lamelle: molto fitte, rimangono libere e distanti dal gambo, piuttosto alte con margine dentellato. Di colore bianco inizialmente diventano poi crema-rosate si macchiano di giallo e poi di bruno rossastro al tocco ed alla compressione. Gambo: lunghezza da 60mm a 200mm per un diametro di 15-30 mm risulta attenuato verso l’alto e mantiene , anche a maturità, l’aspetto clavato con accenno di bulbo allungato alla base. L’interno si presenta, a maturità, cavo con carne fibrosa. L’esterno risulta di colore bianco sporco , fortemente ingiallente al tocco o allo sfregamento e successivamente arrossante. L’anello, residuo del velo parziale, si presenta membranoso e posizionato nella parte alta del gambo, la colorazione dello stesso varia dal bianco iniziale per poi assumere le tonalità caratteristiche del fungo e cioè i toni rosso bruni. Carne: Biancastra , tenera nel cappello, dura e fibrosa nel gambo; ingiallente alla sezione con viraggio netto verso toni giallo-aranciati prima e rosso-vinosi in seguito. L’odore, non estremamente significante, risulta comunque gradevole. Habitat: non estremamente frequente ma costante nelle stazioni di crescita. Cresce anche con clima secco, in queste condizioni si evidenziano precocemente le tonalità rosso-brune. Preferisce la presenza nel substrato di residui legnosi e segatura, non di rado si rinviene anche nei parchi e giardini cittadini ai bordi delle pacciamature delle piante, la crescita è a gruppi di numerosi individui con i gambi appressati e fascicolati. Da non consumare in quanto ritenuto responsabile di aver provocato intossicazioni a livello gastro intestinale quindi tossico
  9. CASPITA...........questa è la micologia che mi piace........perchè così esposta ed argomentata.....riesco a capirci qualcosa anche io sono convinto............cambio di cartella nel mio archivio: da Chroogomphus fulmineus------>a Chroogomphus rutilus ....ed ora so anche il perchè p.s.: Mauro se ogni volta che dico la frase "Mauro tu che ne pensi" ottengo risposte di questo tenore.................allora preparati Gianni
  10. ..................va bene.......per questa volta non ti uccido Se vuoi creare delle specie nove.........sai a chi rivolgerti......per quanto riguarda invece il non "non del tutto determinato" rutilus.........indagheremo, constateremo, affineremo l'osservazione e microscoperemo (l'ho detto ed il censuratore automatico si è fatto gli affari suoi) e faremo sapere P.S.: come ben sai .....Mauro è per antonomasia un "tagliatore di specie, forme e varietà"........quindi il discorso sarà sicuramente ricondotto a livelli di "umana comprensione" Gianni
  11. .........bene......il chè significa......che nelle prossime uscite dovremmo concentrarci sul reperimento di altri sporofori da osservare con molta attenzione in modo da accertare o meno la stabilità dei caratteri morfocromatici ed eventualmente da mettere sotto al microsc..........per la miseria.......mi stava scappando un termine che il censuratore automatico mi avrebbe sicuramente censurato Passiamo ora all'illustrazione di un fungo....molto conosciuto e che poco si presta ad essere confuso con altri: Armillaria tabescens......primordio, foto non molto didattica.....ma in conpenso con una discreta carica scenografica.
  12. Seconda immagine, in evidenza la crescita cespitosa
  13. ...........per il momento è tutto ???....a prescindere che se mi avessi dato un attimo di tempo avrei potuto incrementeare sia il contrubuto fotografico su A. vittadini che su A. ovoidea .......ma visto che vai di corsa............proponiamo ai nostri amici un ritrovamento la cui determinazione ....diciamo così non ci ha visto concordi. Allora propongo due immagini di un Chroogomphus che per l'uno era riconducibile a rutilus, per l'altro era riconducibile a helveticus ambedue micorizzano con Pinus. Analizzando la struttura del gambo, privo della caratteristica zebratura e il cappello asciutto si poteva supporre di trovarci di fronte ad helveticus........... Però la crescita cespitosa....proprio non tornava....e poi anche umettando il pileo.....non si aveva revivescenza del glutine caratteristico del rutilus e comunque erano assenti le caratteristiche zebrature del gambo....quindi rutilus.....non convinceva Ma un helveticus........proprio era fuori habitat.........anche la colorazione generale si poneva intermedia tra i due.......ed allora? Facendo una ricerca nella letteratura in mio possesso ho trovato il Chroogomphus fulmineus (Heim)Courtecuisse che molto simile al rutilus si caratterizza per la crescita in ambiente termofilo e dichiaratamente mediterraneo. Anche le tonalità morfocromatiche si attestano corrispondenti alla descrizione del fungo, con caratteristiche fiammature rosse vermiglio e/o arancio vivo ben evidenti sia sul gambo che sul bordo del pileo dell'esemplare a destra Mauro.....tu che ne pensi ? Chroogomphus fulmineus (Heim) Courtecuisse ?
  14. va bene.....va bene...... ho capito, state pensando: ma guarda questo, ci sta facendo vedere tutti i funghi gialli che si trovano in un bosco........ma vigliacco......se ci fa vedere un GALLETTO.. e va bene......eccovi i galletti..........ma non ditelo a Verna che ce ne erano tantissimi Cantharellus cibarius.......e sfido chiunque che questa non è la var. bicolor
  15. Se poi nel bosco si cercano dei toni gialli ......guardando bene......si trova anche qualcosa del genere: Tremella mesenterica
  16. e per questa sera può bastare, le altre foto .........nei prossimi giorni. Ciao a tutti, Gianni
  17. Passiamo ora al Chroogomphus helveticus, già descritto magnificamente dal nostro amico Mauro-mush, nella immagine seguente, nel fungo sulla sinistra si possono ben vedere le spore nerastre sulle lamelle e l'estrema dacorrenza sul gambo di queste ultime. Sono proprio questi due caratteri, oltre che la mancanza di cortina, che lo differenziano maggiormente dai cortinari i quali hanno sporata ocra e lamelle annesse al gambo.
  18. bene........sistemato il problema virus......continuiamo con Calocera viscosa
  19. Ed a forza di parlare di boletacee.........mi si è infettato il computer Fortunatamente il mio potentissimo antivirus ha subito intercettato il file......però non mi consente di metterlo in quarantena e non mi consente di eliminarlo.........allora per disfarmene ve lo invio come immagine, con la speranza di poter infettare........tutti i vostri cesti il file infetto incriminato si chiama: Boletus edulis.possibilmentetanti
  20. continuando con le boletacce.........un fungo che la nostra amica Cinzia (CIEFFE) ha portato a casa essiccato per procedere ad accurati studi di carattere........alimentare. E' infatti un buon commestibile a condizione che venga ben cotto........i soliti 15-20 minuti dal primo bollore come giustamente consiglia il nostro caro Presidente Boletus erythropus
  21. Ed ora una boletacea, praticamente infestante sotto il Larici.......pare che sia la sua essenza arborea preferita.......addirittura esclusiva..... un micete dai gusti difficili Suillus grevillei = Suillus elegans
  22. e dopo averla mostrata in tutti i modi possibili ed immaginabili ed in tutte le salse possibili,(è un eufemismo, a nessuno venga in mente di usarla come ingrediente per salse) ve la mostro..........in modo unico e per me, estremamente dolce Amanita muscaria.......ed Erica
  23. Amanita muscaria........in posa didattica
  24. andiamo avanti con una bellissima Amanita.........la muscaria, il classico fungo a cui tutti siamo legati sentimentalmente, evoca fiabe folletti e mistero.....non ultimo è il fungo per eccellenza degli sceneggiatori di cartoni animati.......Walt Disney lo ha infatti reso conosciutissimo a tutti
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