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  1. Orchis purpurea Hudson, Regione Toscana, Aprile 2014 - Foto di Tomaso Lezzi Lady Orchid Grande orchidea, spesso visibile a bordo strada, già passando in macchina.
  2. Dactylorhiza sambucina (L.) Soó, Regione Umbria, Aprile 2014 - Foto di Tomaso Lezzi Elder-flowered orchid Questa specie ha le foglie che si sviluppano anche lungo lo stelo floreale. Forma rosa-magenta, alcune con la gola gialla.
  3. Orchis simia Lam., Regione Umbria, Aprile 2014 - Foto di Tomaso Lezzi Monkey Orchid
  4. Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, Regione Umbria, Aprile 2014 - Foto di Tomaso Lezzi Green-winged orchid Forme con i colori più chiari.
  5. Orchis pauciflora Ten., Regione Umbria, Aprile 2014 - Foto di Tomaso Lezzi
  6. Ophrys sphegodes s.l./Ophrys aranifera s.l. Sinonimi O. sphegodes Mill. O. aranifera Huds. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Ofride verde Fior di ragno Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys = sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia o, forse, per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico deriva dal latino araneus = ragno e fero = portare, col significato complessivo di "portatrice di ragni", per l'aspetto del fiore. Discussione In generale si può osservare come la tassonomia di questa specie sia fra le più problematiche in Europa, con evidenti discordanze di opinione dei botanici su quale sia il nome corretto da utilizzare e sulla organizzazione sistematica delle sottospecie valide. Vari autori sostengono che la descrizione di Miller del 1768, della Ophrys sphegodes si riferisse in realtà ad una O. apifera e che non sia quindi corretto usare il binomio O. sphegodes per questa specie, la cui denominazione corretta è Ophrys aranifera, come descritta da Hudson nel 1778 (Soca 2003). Altri autori (Devillers-Terschuren, J., Delforge P. & Devillers, P. 2006.) sostengono invece che il binomio corretto sia O. sphegodes e che il nome Ophrys aranifera sia un sinonimo di epoca successiva, riferentesi alla stessa specie. Per quanto riguarda il nostro territorio va inoltre sottolineato che la Ophris sphegodes/Ophrys aranifera s.s. (sensu stricto) non è mai stata segnalata nella sua forma tipica in Italia (il locus classicus della specie è il Sud dell'Inghilterra), dove sono invece descritti vari taxa, individuati attraverso ricerche i cui risultati vanno valutati con prudenza, per l'ampio margine di incertezza che lasciano. Le svariate proposte di raggruppamento che si sono succedute, e che sono a tutt'oggi in via di definizione, individuano un grande numero di entità caratterizzate da alta variabilità e propensione all'ibridazione e introgressione anche con altri gruppi. Descrizione Pianta robusta alta 25-40 cm. Foglie Foglie ovato-lanceolate riunite in rosetta basale, le cauline guainanti il fusto. Fiori Infiorescenza lassa, con numerosi fiori di medie dimensioni, disposti in alto sul fusto. Sepali distesi di colore verde o verde-giallastro; petali distesi lateralmente e verso l'alto glabri, variabili nelle forme con margine ondulato ed estremità tronca, più scuri dei sepali, a volte rossastri. Labello (sub)intero, ovale o tondeggiante, convesso, vellutato, con pelosità bruno rossiccia, con margine glabro più chiaro, a volte giallastro. Macula basale dal disegno semplice, solitamente a forma di H. Gibbosità poco marcate o assenti. Campo basale più chiaro del labello; cavità stigmatica più chiara al centro, con due pseudo-occhi solitamente colorati di verde. Appendice piccola o assente, inserita in una incisura. Ginostemio a rostro corto. Tipo corologico Euromediterraneo. Periodo di fioritura Da marzo a maggio. Territorio di crescita Italia settentrionale, a Nord del Po. Habitat Prati aridi ed incolti, garighe e radure boschive. Somiglianze e varietà Ophrys classica Devillers-Tersch. & Devillers, che si differenzia principalmente per il labello più globoso e convesso, in apparenza più ristretto, per le gibbosità pronunciate, il campo basale concolore al labello, il rostro più allungato e per l'areale di crescita, che per la O. classica è lungo le coste tirreniche e al Centro Sud. Ophrys passionis subsp. passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers che si differenzia per i petali più grandi, labello generalmente più ampio, con gibbosità basali assenti o quasi, apicolo piccolo sempre presente. Ophrys passionis subsp. majellensis (Helga & Herm. Daiss.) Romolini e Soca che si differenzia per l'altezza della pianta fino a 70 cm, fiori più grandi con labello quasi rotondo, fioritura più tardiva. Ophrys sphegodes subsp. praecox Corrias che si differenzia per la fioritura più precoce, i sepali di norma biancastri, i petali bianco-crema o giallastri, apicolo piccolo generalmente presente. Note L'impollinazione è entomofila, ad opera degli Imenotteri appartenenti al genere Andrena. Osservazioni Osserviamo che nelle regioni italiane che costituiscono l'areale di crescita di questa specie è abbastanza infrequente trovare esemplari nei quali siano compresenti tutti gli elementi catteristici del fiore, che vengono dichiarati differenzianti rispetto alle specie e subspecie vicine, in particolare per la O. classica, che è detta presente sulla costa tirrenica e al Centro Sud del nostro paese . Più spesso, nel medesimo territorio, incontriamo esemplari nei quali l'uno o l'altro carattere non concordano con la descrizione degli autori di riferimento per questa specie. Poichè, allo stato dell'arte, non ci pare risulti chiaro e dichiarato quali elementi possano essere correttamente attribuiti alla variabilità della specie e quali no, pensiamo che sia interessante dare testimonianza, con le immagini, di questa variabilità reale, in attesa di studi più approfonditi al riguardo, in modo da poter dirimere questo dilemma. Particolare è il caso dell' Emilia-Romagna. I principali autori danno presente, nel territorio di questa regione, la sola O. classica. Tuttavia, nell'area appenninica, che costituisce il naturale spartiacque fra le regioni a Nord del Po e la Toscana, esiste estrema variabilità dei caratteri che sono considerati importanti per la determinazione e che avvicinano, senza differenze significative, alcuni esemplari alla O. classica ed altri, generalmente ma non esclusivamente a fioritura più tardiva, alla O. sphegodes s.l. Ci è sembrato interessante dare testimonianza, attraverso le immagini, di questi fenomeni. Bibliografia SOCA, R., 2003. Ophrys adrachnites, Ophrys sphegodes et Ophrys aranifera. Le Monde des Plantes 480: 23-26. DEVILLERS-TERSCHUREN, J., DELFORGE P. & DEVILLERS, P. 2006. Ophrys sphegodes Miller 1768, nom correct, et Ophrys aranifera Hudson 1778, synonyme postérieur, s'appliquent bien à la même espèce. Natural. belges 87 (Orchid. 19): 85-120. Scheda di proprietà AMINT realizzata dai Coordinatori Area Orchidee Spontanee Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane
  7. Ophrys classica Devillers-Tersch. & Devillers Sinonimi O. sphegodes subsp. classica (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Ofride verde Fior di ragno Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys = sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia o, forse, per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico dal latino classis = flotta, in riferimento al locus classicus, l'Argentario, per le stazioni localizzate vicine alla costa. Discussione Gli autori hanno descritto Ophrys classica come anello mancante tra le arachnitiformis francesi e le exaltata del Sud Italia, affermando che il colore e la dimensione degli pseudoocchi la avvicinano al gruppo di O. passionis ed O. garganica. Noi riteniamo che questi caratteri la avvicinino soprattutto alla serie Sphegodes/Araniferae. Descrizione Pianta slanciata alta 25-40 cm. Foglie Foglie ovato-lanceolate riunite in rosetta basale, le cauline guainanti il fusto. Fiori Infiorescenza lassa, con numerosi fiori di medie dimensioni, disposti in alto sul fusto. Sepali distesi di colore verde o verde-biancastro; petali distesi lateralmente e verso l'alto glabri, oblungo-lanceolati, con margine ondulato ed estremità tronca, più scuri dei sepali. Labello intero, molto convesso, globoso, di forma squadrata, marrone, vellutato, con pelosità bruno rossiccia, con margine glabro più chiaro e giallastro. Macula basale dal disegno semplice, solitamente a forma di H. Gibbosità importanti. Campo basale concolore al labello; cavità stigmatica più chiara al centro, con due pseudo-occhi verdastri, grigiastri o nerastri. Appendice molto piccola, inserita in una incisura. Ginostemio a rostro lungo, formante un angolo acuto col labello. Tipo corologico Centro mediterraneo. Periodo di fioritura Da febbraio a maggio. Territorio di crescita Regioni del Centro Sud, Liguria ed Emilia-Romagna Habitat Prati aridi ed incolti, garighe, uliveti e radure boschive. Somiglianze e varietà Ophrys aranifera s.l., da cui si differenzia per avere il labello più globoso e convesso, per le gibbosità pronunciate, il campo basale concolore al labello, il rostro più allungato e per l'areale di crescita, che nella O. aranifera è al Nord del Po. Ophrys passionis subsp. passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers che si differenzia per i petali più grandi, labello generalmente più ampio, con gibbosità basali assenti o quasi, apicolo piccolo sempre presente. Ophrys passionis subsp. majellensis (Helga & Herm. Daiss.) Romolini e Soca che si differenzia per l'altezza della pianta fino a 70 cm, fiori più grandi con labello quasi rotondo, fioritura più tardiva. Ophrys sphegodes subsp. praecox Corrias che si differenzia per la fioritura più precoce, i sepali di norma biancastri, i petali bianco-crema o giallastri, apicolo piccolo generalmente presente. Note L'impollinazione è entomofila, ad opera degli Imenotteri appartenenti al genere Andrena. Scheda di proprietà AMINT realizzata dai Coordinatori Area Orchidee Spontanee - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane
  8. Famiglia: Orchidaceae Nomi volgari: Orchidea minore, Giglio caprino, Salep, Pan di cuculo Sinonimi: Orchis morio L., Orchis morio subsp. picta (Loisel.) K. Richt., Orchis Picta Loisel. Foto di Nino Bertozzi Consulta la scheda della Specie

    © Nino Bertozzi & Associazione AMINT

  9. Epipactis bugacensis Robatsch Sinonimi Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Elleborine del Danubio Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" , nome con cui era nota la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico da Bugac, località della pianura ungheriese. Descrizione Fusto alto da 20 a 60 cm., verde, pubescente nella parte superiore. Foglie Numerose foglie verdi, spesso giallastre, lanceolate, a bordi ondulati ed irregolarmente denticolati; le superiori bratteiformi. Brattee lanceolate, le inferiori più lunghe del fiore. Fiori Infiorescenza lassa, subunilaterale, composta da numerosi fiori piccoli e poco aperti, poco colorati, da suborizzontali a penduli; sepali verdi all'esterno, verde giallastro all'interno; petali subuguali e un po' più chiari dei sepali, a volte sfumati di rosa pallido. Ipochilo nettarifero, scuro e lucente all'interno; giuntura ipochilo-epichilo molto stretta; epichilo da trangolare a cordiforme, bianco verdastro, lavato di rosa al centro, la punta ribattuta all'indietro, munito di due creste basali poco sviluppate, poco colorate, Antera lungamente peduncolata, stretta; clinandrio sviluppato, rostello presente ma ben presto inefficace, pollinii che si sgranano rapidamente. Ovario pubescente, allungato, con sfumature bronzee alla base. Tipo corologico Se ne conoscono alcune stazioni, nella piana fra il Danubio e il Theiss, in Ungheria. In ambienti fluviali è segnalata anche in Austria e Germania e recentemente, in Italia lungo il corso dell'Adige nelle province di Verona, Trento e Bolzano. Periodo di fioritura Fioritura precoce, Giugno-Luglio. Territorio di crescita Nel nostro paese nelle province di Verona, Trento e Bolzano. Habitat All'ombra, su substrato profondo e umido, in Italia esclusivamentein boschi ripariali. Somiglianze e varietà La fioritura precoce permette di dispinguere dacilmente questa specie dalle congeneri. Una caratteristica distintiva è costituita dall'ovario colorato di bronzo alla base. Note Specie che pratica abitualmente l'autogamia, anche se il fiore almeno inizialmente è attrezzato per l'impollinazione entomofila. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis bugacensis Robatsch, Regione Veneto, Giugno 2012 - Foto di Gianni Bonini
  10. Epipactis greuteri subsp. flaminia (P.R. Sav. & Aless.) H. Baumann, Künk. & R. Lorenz Sinonimi Epipactis flaminia P.R. Savelli & A Alessandrini Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Elleborine di Romagna Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" , nome con cui era nota la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico da quello del botanico svizzero W. Greuter. Il nome subspecifico da quello della Via Flaminia, via consolare romana che collega Roma a Rimini, in relazione alla zona di crescita. Descrizione Pianta portante 1 o diversi fusti raggruppati, sottili, flessuosi, alti da 20 a oltre 50 cm. muniti per tutta la lunghezza di una pelosità biancastra che può mascherare il colore verde del fusto. Foglie 5-7 foglie caulinari, verde giallastro, più o meno spiralate, finemente denticolate ai bordi, le (1-2) basali corte e orbicolari, laceolate e strette le mediane, bratteiformi le superiori. Brattee grandi, pendenti, tutte più lunghe dei fiori. Fiori Infiorescenza piuttosto densa, formata da 10-30 (40) fiori autogami aperti, campanulati e penduli; sepali ovali, acuminati, bianco verdastri, con l'apice curvato verso l'esterno; petali subuguali ai sepali. Ipochilo nettarifero bianco verdastro all'esterno e giallo verdastro all'interno. Giunzione ipochilo-epichilo piuttosto grande e depressa. Epichilo bianco verdastro, cordiforme, a bordi ondulati, l'apice un po' ribattuto all'indietro, la base munita di due basse gobbosità. Rostello assolutamente assente, anche nel bocciolo. Tipo corologico Endemico dell'appennino tosco-romagnolo. Periodo di fioritura Luglio, Agosto. Territorio di crescita Emilia Romagna, Toscana. Habitat Boschi di faggio e abete bianco, da 800 a 1400 mt. Somiglianze e varietà La subsp. flaminia si distingue dalla specie nominale per il fusto a volte più robusto, per le foglie più strette, per il colore esclusivamente bianco verdastro di petali, sepali e labello e per l'assouta mancanza del rostello. Note Le Epipactis sono piante nettarifere, il nettare attira gli insetti impollinatori, tra cui vespe, api e ditteri. In questa specie la riprouzione può essere sia autogama che allogama. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis greuteri subsp. flaminia (P.R. Sav. & Aless.) H. Baumann, Künk. & R. Lorenz, Regione Emilia Romagna, Luglio 2012 - Foto di Bruno Ballerini
  11. Epipactis purpurata Sm. Sinonimi Elleborine sessilifolia (Peterm.) Druce Elleborine varians Soò Epipactis violacea (Dur.-Doq.) Boreau Epipactis viridiflora Hoffm. ex Krock. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Elleborine violacea Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" , nome con cui era nota la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico dal latino purpuratus = porporato, vestito di porpora Descrizione Pianta alta da 20 cm a oltre 1 mt., spesso portante numerosi ciuffi di fusti, spessi, radi, grigio verdastri, sfumati di violetto, glabri alla base, forniti di una pelosità densa e corta sotto l'infiorescenza. Foglie 4-13 foglie caulinari, piuttosto piccole, spiralate, rade, subcarenate, poco più lunghe degli internodi, lanceolate, verde grigiastro sfumate di violetto; le superiori bratteiformi. Brattee quasi tutte più lunghe dei fiori, specie le inferiori. Fiori Infioresenza densa, allungata, composta da numerosi ( 10-50 ed oltre) fiori grandi, allogami, aperti, da pendenti a suborizzontali, alquanto maleodoranti. Sepali ovato lanceolati, violacei e pelosi esternamente, verde biancastri all'interno; petali subuguali ai sepali, appuntiti. Ipochilo cupolare, nettarifero, bianco verdastro all'esterno, bruno violaceo e lucido all'interno; epichilo cordiforme, da biancasto a lilla, a bordi ondulati e crespati, con la sommità ribattuta all'indientro e munito, alla base, di due protuberanze marcate, verrucose, più o meno violacee, divise da un solco longitudinale. Antera bianco giallastra, cinandrio ben sviluppato, rostello presente ed efficace. Ovario fusiforme, scarsamente pubescente, verde scuro a volte sfumato di viola. Peduncolo corto e violetto. Tipo corologico Subatlantica: zone temperate dell'Europa centro-occidentale, con un areale frammentato che va dal sud dell' Inghilterra alla Lituania e alla Romania. Periodo di fioritura Luglio, agosto. Territorio di crescita Segnalata sporadicamente in diverse regioni. Habitat Luoghi ombrosi, su substrato da acido a neutro, boschi di conifere e latifoglie, da 1000 a 1400 mt. Somiglianze e varietà Specie ben distinguibile per portamento e colorazione, a fioritura più tardiva della E. helleborine. Assai raramente si incontrano individui saprofiti, sprovvisti di clorofilla, che sono completamente rosati o di un violetto pallido. Nel nostro paese, in Calabria, è stata descritta un'entità denominata E. pollinensis H. Baumann & B. Baumann, a fiori più piccoli e che è da considerarsi rientrante nella variabilità della specie. Note Le epipactis sono piante nettarifere, il nettare attira gli insetti impollinatori, tra cui vespe, api e ditteri. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis purpurata Sm., Regione Toscana, Agosto 2012 - Foto di Gianni Bonini
  12. Epipactis thesaurensis Agrezzi, Ovatoli & Bongiorni Sinonimi Epipactis leptochila var. thesaurensis ( Agrezzi, Ovatoli,& Bongiorni) P. Delforge & Gèvaudan. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Epipactis thesaurensis Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" nome con cui era conosciuta la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico da quello del monte Tesoro, nelle Prealpi Veronesi, sito del, fin'ora unico, ritrovamento. Descrizione Pianta alta 25-40 cm., con fusto biancastro, eretto, a volte contorto, pubescente nella parte superiore, violaceo nella parte basale. Foglie 4-7 foglie verde chiaro, grandi, da lanceolate a ovato ellittiche, a disposizione spiralata lungo il fusto, più lunghe degli internodi. Brattee lunghe ed appuntite. Fiori Infiorescenza relativamente corta, portante 15-45 fiori penduli, piuttosto grandi, poco aperti. Sepali verde chiaro, ovato lanceolati, ad apice acuto; petali spesso soffusi di rosa, subuguali ai sepali, a bordi ondulati e margine crenulato. Labello violaceo; epichilo trangolare, ad apice appuntito e curvato verso il basso, largo 5-6mm.; ipochilo nettarifero, colorato di rossastro scuro. Rostello poco vischioso dopo la fioritura e ben presto inefficace. Antera sessile, ovario con lungo peduncolo biancastro ed incurvato. Tipo corologico Endem. Periodo di fioritura Giugno, Luglio. Territorio di crescita L'unica stazione nota si trova in Lessinia, nelle Prealpi Veronesi. Habitat Su terreno debolmente acido, boschi di latifoglie con presenza di pino silvestre, faggete pure, da 650 a 900 mt. Somiglianze e varietà Entità di recente ritrovamento, il cui areale è ancora incerto e la cui posizione tassonomica è tutt'ora oggetto di studio per il possibile accostamento al gruppo di Epipactis leptochila, dopo il ritrovamento di Epipactis leptochila var. neglecta nello stesso areale. Note Specie scarsamente nettarifera, la cui riproduzione può avvenire sia per impollinazione che per autogamia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  13. Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis (Willd.) Soò Sinonimi Orchis sesquipedalis Willd. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Orchidea sesquipedale. Etimologia Il nome del genere deriva dal greco dactylos=dito e rhiza=radice, con riferimento alla forma dei tubercoli. Il nome specifico e quello subspecifico derivano entrambi dal latino: elatus = alto e sesquipedalis = che misura un piede e mezzo. Entrambi gli epiteti fanno riferimento alle grandi dimensioni che la pianta può raggiungere. Descrizione Pianta robusta, alta fino ad oltre un metro, dotata di fusto cavo. Foglie Foglie largamente lanceolate, non maculate o, più raramente, leggermente maculate, di dimensione decrescente verso l'alto: brattee lanceolate, più lunghe dei fiori. Fiori Infioresenza allungata, densa, coposta da numerosi e grandi fiori di colore rosa-lilla. Sepali laterali ovato lanceolati, volti all'indietro, il dorsale connivente coi petali, più corti, a formare un casco. Labello subintero o leggermente trilobo, la base e il centro pallidi, ornato da disegni, striature e punteggiature nette di color porpora; lobo mediano poco importante, lobi laterali più grandi e arrotondati. Sperone robusto, discendente, da conico a subcilindrico, più corto dell'ovario. Tipo corologico Mediterraneo-atlantico. Periodo di fioritura Da Aprile a Luglio. Territorio di crescita Nel nostro paese è presente solo in Sardena. Habitat In piena luce, su substrato calcareo, La stazione nota, in Sardegna, è posta ai margini di una lecceta a 800 mt. di altitudine. Somiglianze e varietà Specie rara e a rischio di estinzione, nel nostro paese è presente in un'unica stazione e in un numero limitato e progressivamente decrescente di esemplari. Note L'impollinazione è entomofila e viene soprattutto operata da imenotteri . Si basa sull'inganno visivo poiché gli insetti vengono attratti dall'aspetto dei fiori, privi di nettare, che ricorda quello di altre specie nettarifere. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  14. Nigritella corneliana (Beauverd) Gölz & H.R. Reinhard Sinonimi Nigritella nigra subsp. corneliana Beauverd Gymnadenia corneliana (Beauverd) Teppner & E.Klein Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Nigritella occidentale Nigritella di Cornelia Rudio Etimologia Il nome del genere deriva dal latino niger = nero e fa riferimento al colore rosso scuro, quasi nero, della specie più diffusa. Il nome specifico è dedicato alla botanica ginevrina Cornelia Rudio, che è stata la prima ad individuare e descrivere questa specie. Descrizione Fusto eretto, cilindrico alto 10-30 cm, dotato di rizotuberi palmato-digitati. Foglie 8-18 foglie, in gran parte raggruppate alla base, lineari, graminiformi, scanalate longitudinalmente, le superiori progressivamente bratteiformi. Fiori Infiorescenza allungata, a forma conico-cilindrica; fiori rosa, gli inferiori da molto pallidi a bianchi, i superiori rosa più intenso.Con la crescita e l'invecchiamento la parte centrale della spiga tende a scolorirsi. Labello di 6-10 X 3,5 mm., ripiegato in avanti a formare una strozzatura; sperone subsferico relativamente piccolo. Tipo corologico Subendemico. Periodo di fioritura Giugno Luglio Territorio di crescita Presente in Liguria e Piemonte Habitat Praterie alpine da 1550 fino a 2500 mt. Somiglianze e varietà Nigritella rubra subsp. rubra (Wettst.) K.Richt. che si distingue per il colore dei fiori più decisamente rosso-rubino. Nigritella rubra subsp. buschmanniae (Teppner & Ster) H.Baumann & R.Lorenz, che si distingue per la struttura più robusta e le brattee dell'infiorescenza che presentano dei margini biancastri e denticolati. Nigritella rubra subsp. widderi (Teppner & E.Klein) H.Baumann & R.Lorenz, che si distingue per l'infiorescenza, la più chiara di tutto il genere (i fiori alla base dell'infiorescenza sono quasi bianchi). Note La specie è diploide ed a riproduzione sessuata. Viene impollinata da numerosi insetti diversi, specialmente Ditteri. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini, Nicolò Parrino e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  15. Ophrys forestieri (Rchb. f) Lojac. = Ophrys fusca subsp. lupercalis (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz Sinonimi O. fusca Link subsp. iricolor Desf. var. forestieri Rchb.f. O. lupercalis Devillers-Tersch. & Devillers Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Ofride di Forestier Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia o, forse, per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico dal latino fuscus = fosco-scuro, in riferimento al colore del labello. Descrizione Pianta di piccole dimensioni, di altezza dai 10 ai 30 cm., più spesso intorno ai 15 cm. Fusto eretto, abbastanza robusto in proporzione, verde giallastro sotto l'infiorescenza. Foglie 3-6 foglie basali, oblunghe e piuttosto corte, disposte a rosetta, di colore verde chiaro; 1-2 foglie caulinari più acute, avvolgenti il fusto. Brattee larghe, poco più lunghe dell’ovario. Fiori Infiorescenza spesso piuttosto lassa, composta da 2-8 fiori, di media grandezza. Sepali verde-giallastri, i laterali opposti e ad apice ottuso, il centrale ad apice arrotondato, piegato in avanti sul ginostemio. Petali più piccoli dei sepali, stretti, con apice tronco, glabri, di colore da giallo olivastro a bruno, a bordi più o meno ondulati. Labello trilobato allungato, poco convesso, tomentoso, di colore dal bruno rossastro al nerastro, con margine ribattuto in basso e bordato da una striscia glabra, talora di colore giallo o verdastro; lobo mediano leggermente bilobato; disegno composto da due macchie ovali di colore variabile da bluastro a grigiastro, talvolta con macchie o strie più scure. La pare posteriore del labello è normalmente di colore olivastro, a volte sfumato di rosso. Cavità stigmatica ampia, con rostro corto e ad apice ottuso. Tipo corologico Stenomeditterraneo Periodo di fioritura Da fine Gennaio a Giugno Territorio di crescita Presente in tutte le regioni ad esclusione di Val d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Habitat Pascoli più o meno aridi e sassosi, macchie, garighe, su suolo basico o argilloso, fino a 1400 mt. Somiglianze e varietà La specie è polimorfa e assai variabile. Secondo alcuni autori in Italia sarebbe presente Ophrys lupercalis Devillers-Tersch. & Devillers, mentre la specie descrtta da Link si troverebbe, in Europa, solo nella Penisola Iberica e nelle Baleari e avrebbe una fioritura più tardiva e un labello più lungo e meno scuro di O. lupercalis. Note L’impollinazione è entomofila ed avviene ad opera di Imenotteri, in special modo della famiglia delle Colletidae e delle Andrenidae. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  16. Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H.Baumann & Lorenz Sinonimi Dactylorhiza lapponica (Laest. ex Hartm.) Soò Dactylorhiza traunsteineri subsp. lapponica (Laest. ex Hartm.) Soò Orchis angustifolia var. lapponica Laest. Orchis lapponica Laest. ex Hartm. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Orchidea della lapponia Etimologia Il nome del genere deriva dal greco dactylos=dito e rhiza=radice, con riferimento alla forma dei tubercoli. Il nome specifico da lapponica= della lapponia, dove fu descritta la specie; rhaetica=dalla regione centroalpina dove è stata descritta la sottospecie. Descrizione Pianta con fusto alto 10-25 cm, eretto, cavo, alla base avvolto da 1-2 scaglie interrate, in basso verde, sotto l'infiorescenza più o meno soffuso di porpora-violaceo. Foglie 3-4 foglie, ovali-lanceolate, verdi, sulla pagina superiore ornate da macule ovali-tondeggianti di colore bruno-porpora scuro. Fiori Infiorescenza pauciflora, lassa cilindrica, formata da 5-15 fiori mediamente piccoli; brattee brunastre più lunghe dell'ovario. Sepali laterali eretto patenti; sepalo mediano connivente coi petali a formare un casco. labello solitamente subintero oltre che trilobo, parte basale e centrale più chiara con striscie e punti relativamente fini; sperone conico, più breve dell'ovario, orizzontale o rivolto obliquamente in basso. Tipo corologico Subendemica-alpica. Periodo di fioritura Giugno-Luglio. Territorio di crescita Presente nelle regioni settentrionali. Habitat Torbiere, aquitrini, ambienti paludosi, da 400 a 1700 metri di altitudine. Somiglianze e varietà Dactylorhiza traunsteineri (Sauter ex Rchb.) Soò, che si distingue per l'altezza maggiore (25-40 cm.), con fusto più sottile e gracile, le foglie più lunghe, fiori mediamente più grandi. Note Incapace di produrre nettare, attira gli insetti impollinatori (pronubi) con l'inganno visivo: i pronubi sono attirati dall'aspetto del fiore che ricorda quello di altre specie nettarifere. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  17. Cypripedium calceolus L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Lioliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Scarpetta di venere, pianella della madonna. Etimologia Il nome del genere deriva dal greco cupris=cipride (nomignolo di venere) e pédilon=sandalo: e si riferisce alla forma del labello simile ad una scarpa o pantofola. Da qui il nome comune italiano in (scarpetta di venere) Descrizione Pianta con rizoma corto, fusto pubescente alto fino a 60 cm. avvolto alla base da guaine brunastre. Foglie Foglie grandi, amplessicauli di 12-18 cm. di lunghezza per 7-10 cm. di larghezza, tormentose e cigliate sui bordi,carenate. Fiori Inflorescenza con fiori grandi solitari (raramente due) con sepali e petali bruno porpora; sepali laterali penduli, quello mediano eretto; petali stretti, orizzontali e ritorti; labello giallo-oro a forma di pantofola con bordi ripiegati verso l'interno, cavità ricoperte di peli vischiosi ed accesso parzialmente obliterato dal ginostemio. Ovario pedicellato, pubescente, non ritorto. Tipo corologico Eurosiber. (zone fredde e temperato-fredde dell'eurasia) Periodo di fioritura Maggio-luglio Territorio di crescita Alpi, prealpi e appennino abruzzese. Habitat Boschi di latifoglie o conifere, radure, preferibilmente su terreni calcarei, dai 500 ai 2000 mt. Somiglianze e varietà Genere in Italia presente con questa unica specie. Note Il fiore (privo di nettare) attua un sistema di impollinazione piuttosto singolare. L'insetto generalmente un ape (andrena) viene attirato dal colore del labello e dello staminodio, e dal labello entra all'interno attraverso l'apertura centrale, ma raramente riesce ad uscirne, pertanto e costretto a salire verso le due strette aperture laterali al ginostemio, asportando i granuli vischiosi di polline, che successivamente deposita sui prossimi fiori visitati. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  18. Anacamptis palustris (Jacq.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase Sinonimi Orchis laxiflora subsp. palustris (Jacq.) Bonnier & Layens. Orchis palustris Jacq. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Orchidea di palude. Etimologia La definizione del Genere è derivata dal greco anakamptein=ripiegarsi, probabilmente riferito ai tepali incurvati verso l'alto, o forse ai due segmenti eretti posti sul labello. Il nome specifico dal latino palustris = palustre, in riferimento all'habitat preferenziale. Descrizione Pianta slanciata, alta da 20 a 60 cm. Fusto angoloso, violaceo alla sommità. Foglie 3-5 foglie distribuite lungo il fusto, abbraccianti, erette, lineari o lineari-lanceolate, carenate, acute, le superiori bratteiformi. Brattee rossastre, lunghe più o meno come l'ovario. Fiori Infiorescenza da densa a sublassa, di forma ovale o cilindrica, portante da 4 a 30 fiori abbastanza grandi, rosa o porpora pallido o magenta. Sepali laterali ovali, allungati, distesi in orizzontale e diretti in avanti; sepalo dorsale connivente coi petali subuguali a formare un casco. Labello trilobo, leggermente deflesso, largo quanto lungo, con lobo mediano leggermente più lungo dei laterali, e a volte bifido; campo basale biancastro, che si allunga in una striscia mediana verticale, densamente maculata di viola-magenta. Sperone robusto, a punta arrotondata, suborizzontale o leggermente ascendente. Ginostemio corto, con antera violacea e pollinii verdastri. Tipo corologico Euromediterraneo. Periodo di fioritura Aprile, Maggio, Giugno. Territorio di crescita Segnalata sporadicamente in varie regioni d'Italia, in forte regressione per la distruzione degli habitat adatti. Habitat Luoghi paludosi, prati umidi. Somiglianze e varietà Specie con scarsa variabilità, vicina a Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, da cui si distingue facilmente per il colore più chiaro dei fiori, il labello tendenzialmente piano, col lobo mediano più lungo. Note L'impollinazione di questa specie è entomofila, ad opera di imenotteri del genere Bombus. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Anacamptis palustris (Jacq.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, Regione Emilia Romagna, Maggio 2010 - Foto di Gianni Bonini
  19. Listera cordata (L.) R. Br. in W.T. Aiton Sinonimi Neottia cordata (L.) Rich. Ophrys cordata L. Epipactis cordata (L.) Allioni Listera nephrophylla Lydberg Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Listera minore. Etimologia Il nome del genere ( listera ) è dedicato al medico e naturalista inglese Martin Lister (1638-1712). Il nome specifico viene dal latino cor (cuore), per la forma delle foglie. Descrizione Pianta esile, che si sviluppa su un rizoma strisciante,con radici secondarie assai sottili, fusto alto da 5 a 20 cm , bianco verdastro e glabro sotto le foglie, leggermente pubescente alla sommità. Foglie 2 foglio opposte, inserite nella metà inferiore del fusto, orizzontali, cordiformi, con sottili nervature, verdi, lucide nella faccia inferiore, a bordi ondulati, lunghe 1-2,5 cm. Brattee brevissime, circa di 1 mm. Fiori Infiorescenza piuttosto lassa, con 10-25 piccoli fiori verde chiaro, più o meno sfumati di bruno rossastro. Sepali e petali distesi, subuguali, da ovali a ellittici, 2-3 x 1 mm. Labello allungato da 3 a 4,5 mm., privo di sperone, con alla base, nettarifera, due lobi acuminati, a forma di corno. Lobo mediano profondamente diviso in due. Ovario globoso, a bordi sporgenti, lungo 2-4 mm., con un piccolo pedicello ritorto. Tipo corologico Circumboreale. Periodo di fioritura Giugno, Luglio, Agosto. Territorio di crescita Presente sporadicamente nelle regioni settentrionali fino alla Toscana Habitat Boschi di abete rosso, sfagni, su terreno umido, acido, ricco di humus. Somiglianze e varietà Listera ovata (L.) R. Br. , presente su tutto il territorio italiano, che si differenzia per le foglie non cordate, l'aspetto più robusto e un maggior numero di fiori. Note I fiori sono impollinati da minuscoli ditteri e imenotteri che, sfiorando la punta del rostello, provocano la fuoriuscita di una goccia di liquido vischioso che incolla i pollinodi al capo dell'insetto. La riproduzione può anche essere autogama. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Listera cordata ( L.) R. Br. in W.T. Aiton, Regione Friuli Venezia Giulia, Giugno 2010 - Foto di Luciano Regattin.
  20. Epipactis leptochila (Godfery) Godfery Sinonimi Epipactis viridiflora var. leptochila Godfery Epipactis helleborine subsp. leptochila (Godfery) Soó Epipactis cleistogama C. Thomas Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Elleborina viride. Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" nome con cui si intendeva la pianta del veratro per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico dal greco lepto = sottile - cheilos = labbro, in riferimento alla forma dell'epichilo. Descrizione Pianta verde pallido, con rizoma portante da 1 a 5 fusti piuttosto spessi, flessuosi, a volte sterili, alti da 20 a 80 cm., pubescenti in alto. Foglie 3-10 foglie caulinari, più lunghe degli internodi, curvate verso il basso, dai bordi ondulati e finemente denticolati, le mediane ovato lanceolate, strettamente lanceolate e bratteiformi le superiori. Brattee inferiori pendule, molto lunghe, fino a 8 cm., progressivamente decrescenti verso l'alto. Fiori Infiorescenza lassa, subunilaterale, composta da numerosi ( fino a 35 ) fiori grandi, quasi sempre autogami, poco aperti, spesso penduli, di colore verde biancastro o giallastro, a volte sfumati di porpora. Sepali lanceolati, acuminati, carenati; petali subuguali, meno carenati dei sepali, sovente più rosati. Ipochilo nettarifero, rosa verdastro all'esterno, bruno rossastro e lucido all'interno. Epichilo da biancastro a verdastro, sensibilmente più lungo che largo, cordiforme, più o meno acuminato, con apice non riflesso, munito alla base di gibbosità arrotondate, a volte di colore rosato. Rostello assente o inefficace alla fioritura, pollinodi friabili poi polverulenti. Ovario peduncolato. Tipo corologico Centroeuropeo. Periodo di fioritura Giugno, Luglio, Agosto. Territorio di crescita Specie rara e localizzata, è sporadicamente segnalata in alcune regioni del Centro_nord e in Puglia. Habitat Boschi freschi e ombrosi, di latifoglie e a nocciolo. Su terreno calcareo. Somiglianze e varietà Epipactis leptochila subsp. neglecta Kümpel ( =Epipactis leptochila var. neglecta Kümpel), che si differenzia principalmente per la fioritura più precoce e l'epichilo ad apice riflesso. La posizione tassonomica di questa specie è alquanto dubbia e, almeno per quanto riguarda gli esemplari segnalati nel nostro paese, alcuni ricercatori la ritengono più vicina al gruppo di E. helleborine. Note Le epipactis sono piante nettarifere, il nettare attira gli insetti impollinatori, tra cui vespe, api e ditteri. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis leptochila (Godfery) Godfery, Regione Liguria, Luglio 2010 - foto di Antonia e Massimo Puglisi
  21. Epipactis helleborine subsp. orbicularis (K. Richt.) E. Klein Sinonimi Epipactis orbicularis K.Richt. Epipactis helleborine var. orbicularis (K.Richt.) Verm. Epipactis latifolia var. orbicularis (K.Richt.) E.G.Camus Epipactis distans Arv.-Touv. Epipactis helleborine subsp. distans (Arv.-Touv.) R.Engel & Quentin Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Elleborine diversa. Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" , nome con cui era nota la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico dal latino orbicularis = orbicolare, per la forma tondeggiante delle foglie. Descrizione Pianta alta 25-60 cm., dotata di fusto robusto, spessi riunito in gruppi. Foglie 3-6 foglie arrotondate, spesso più corte degli internodi, incavate e a bordo ondulato, eretto patenti, spesso rivolte verso l'alto, l'inferiore di forma più o meno circolare, le altre più lunghe che larghe. Fiori Infiorescenza più o meno densa, lunga; fiori solitamente abbastanza pallidi, ben aperti, con epichilo lungo quanto largo, in generale molto simili a quelli di Epipactis helleborine (L.) Crantz. Rostello che tende a disseccarsi rapidamente. Le masse polliniche tendono dopo breve tempo a disgregarsi, Tipo corologico Centro europeo. Periodo di fioritura Giugno, Luglio, Agosto. Territorio di crescita Italia settentrionale Habitat Boschi luminosi, xerofili, di preferenza su terreno calcareo ma presente anche su suoli silicei. Somiglianze e varietà Epipactis helleborine (L.) Crantz , da cui differisce principalmente per le foglie corte, tendenzialmente più corte degli internodi. Altri elementi discriminanti possono essere la tendenza ad avere fusti raggruppati e fiori meno colorati. Note Le Epipactis sono piante nettarifere, il nettare attira gli insetti impollinatori, tra cui vespe, api e ditteri. In questa specie può essere sia autogama che allogama. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annmaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis helleborine subsp. orbicularis (K. Richt.) E. Klein, Regione Liguria, Luglio 2010 - foto di Antonia e Massimo Puglisi
  22. Limodorum brulloi Bartolo & Pulv. Sinonimi Limodorum trabutianum var. brulloi (Bartolo & Pulv.) P.Delforge Limodorum trabutianum subsp. brulloi (Bartolo & Pulv.) H.Baumann & R.Lorenz, Limodorum abortivum var.. brulloi (Bartolo & Pulv.) P.Delforge Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Fior di legno calabro. Etimologia Abbastanza controversa l'origine del nome di questo genere, per alcuni deriva dal greco "leimòdoron"= dono del prato, per altri da limòdes=affamato con riferimento alla mancanza di clorofilla. Il nome specifico deriva da quello del botanico Salvatore Brullo. Descrizione Pianta rizomatosa, saprofita, fusti slanciati, alti fino a 50 cm, di colore verde violaceo. Foglie Foglie assenti, sostituite da scaglie guainanti. Brattee lanceolate, uguali o più corte dell'ovario. Fiori Infiorescenza abbastanza densa, lunga fino a 20 cm; fiori rosa violacei chiusi o, di rado, semiaperti. Petali e sepali lineari oblunghi, ad apice ottuso; labello lungo fino a 20 mm., leggermente ristretto nella parte centrale. Sperone lungo 4-6 mm. Gimnostemio con 5 staminoidi guainanti. Tipo corologico Endemico. Specie endemica calabrese, soprattutto dell'Aspromonte e della Sila. Periodo di fioritura Luglio. Territorio di crescita Calabria. Habitat Su terreno siliceo. Boschi luminosi, faggete e conifere. Somiglianze e varietà Limodorum trabutianum Batt., che si differenzia per i petali acuminati anziché ottusi all'apice, per il labello non ristretto nella parte centrale e per lo sperone assai corto ( meno di 3 mm.) o assente e per il gimnostenio con 2-3 staminoidi. Limodorum abortivum (L.) Sw. , che si differenzia per il fusto più lungo ( fino a 80 cm.), per il labello ristretto vicino alla base, per il peduncolo più corto e lo sperone più lungo (oltre 0 mm.) e per il gimnostenio con 2-3 staminoidi. Note La riproduzione avviene per via vegetativa o per impollinazione autogama. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Limodorum brulloi Bartolo & Pulv., Regione Calabria, Giugno 2010, Foto di Antonio Lupo
  23. Epipactis placentina Bongiorni & Grùnanger Sinonimi Epipactis muelleri subsp. cerritae M.P. Grasso Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Epipactis di Piacenza Elleborine piacentina Etimologia Il nome del genere dal greco "Epipaktis" , nome con cui era nota la pianta del veratro, per la somiglianza delle foglie. Il nome specifico dal latino Placentia=Piacenza, per la provincia di Piacenza nel cui territorio è stata segnalata per la prima volta. Descrizione Pianta alta fino a 40 cm, solitamente a fusto isolato, eretto, abbastanza robusto. Rosato verso il basso e pubescente nella parte alta. Foglie Foglie da 4 a 7, sessili, amplessicauli, sempre più lunghe degli internodi, a margine ondulate; le basali sono ovato-lanceolate, le caulinari sono lanceolate poi bratteiformi e sempre più lunghe dell'ovario. Fiori Inflorescenza allungata, densa, multiflora. Fiori leggermente profumati; piccoli, autogami, penduli. Sepali lunghi fino a 9 mm e larghi fino a 4 mm, ovato.lanceolati, verdastri con sfumature rosate al margine. Petali dimensionati come i sepali, di colore rosa carico in particolare all'apice. Venature verdastre poco marcate. Labello da 6 a 8 mm; ipochilo semiglobato, più o meno tondo 3,5-4,5 mm, contiene nettare, colore rosa all'esterno e porpora all'interno; epichilo triangolare, piano, con i bordi revoluti. Ginostemio biancastro. Mancano clinandrio e viscidio; polline giallo che cade disgregato sullo stigma. Ovario ritorto, clavato, brevemente pedicellato. Tipo corologico Euromediterraneo; segnalata in europa ma localizzata in Francia, Svizzera e slovacchia. Periodo di fioritura Giugno, Luglio, Agosto. Territorio di crescita Segnalata sporadicamente in diverse regioni. Habitat Boschi luminosi e ombrosi, radure, cespuglieti. Su terreno neutro o acido da 100 a 1200 m. Somiglianze e varietà Epipactis muelleri Godfrey, che si distingue principalmente da E. Plancentina per l'epichilo cordiforme, biancastro, con callosità molto attenuate. Note Entità autogama che si riproduce per autoimpollinazione. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini - Emilio Pini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Epipactis placentina Bongiorni & Grùnanger, Regione Liguria, Luglio 2010 – Foto di Antonia e Massimo Puglisi
  24. Himantoglossum hircinum (L.) Spreng Sinonimi Satyrium hircinum L. Orchis hircina (L.) Crantz Loroglossum hircinum (L.) Rich. Aceras hircinum (L.) Lindl. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Barbone di becco. Etimologia Il nome del genere viene dai termini greci himantos = cinghia, e glossa = lingua e, tradotto letteralmente, significa" lingua a forma di cinghia", in riferimento alla forma allungata del labello. Il nome specifico dal latino hircus= caprone, in riferimento all'odore dei fiori. Descrizione Pianta alta da 20 a 90 cm., con fusto robusto, più o meno tinto di rosso brunastro. Foglie Foglie grandi, ellittico-lanceolate, le superiori più corte e acute, guainanti il fusto.Brattee lanceolate, le inferiori più lunghe dei fiori, le superiori più o meno uguali ai fiori. Fiori Infiorescenza densa, composta da numerosi ( fino a 80 ) fiori emananti uno sgradevole odore caprino. Petali e sepali strettamente conniventi a formare un casco bianco-verdastro, bordato di porpora all'esterno e rigato verticalmente di porpora all'interno. Labello trilobo, con lobo mediano nastriforme e brevemente bifido, ripetutamente ritorto, di colore verde brunastro, con macchie di peluria rosso porpora al centro. Tipo corologico Mediterraneo atlantico. Periodo di fioritura Maggio, Giugno, Luglio. Territorio di crescita Toscana. Italia meridionale, Sicilia, Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. Habitat Prati magri, boscaglie, scarpate, su terreno calcareo. Somiglianze e varietà Himantoglossum adriaticum H. Baumann, , che si distingue per l'aspetto meno robusto, l'infiorescenza più lassa, per i fiori quasi inodori, per il lobo mediano più brevemente bifido e per il colore del lobo mediano che può essere, se pure non costantemente, più tendente al bianco. Note I fiori, anche se scarsamente nettariferi, sono molto odorosi ed attirano un buon numero di impollinatori di varie famiglie: imenotteri, ditteri, coleotteri, ecc. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane
  25. Malaxis monophyllos (L.) Sw. Sinonimi Ophrys monophyllos L. Microstylis monophyllos (L.) Lindl. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Microstile Etimologia Il nome del genere dal greco malaxos = tenero, in riferimento alla consistenza delle foglie. Il nome specifico dal greco monos = uno e phyllos = foglia, con significato complessivo: “dotata di un’unica foglia” . Descrizione Pianta gracile, complessivamente giallo verdastra, alta da 10 a 30 cm., con fusto glabro, eretto, angoloso nella parte superiore; dotata di un breve rizoma verticale munito di due pseudobulbi sovrapposti, il più anziano avvolto in foglie morte, portante la pianta, l’altro in formazione. Foglie Generalmente vi è un’unica foglia ellittica, abbracciate il fusto; a volte è presente una seconda foglia più piccola, opposta alla prima. Brattee minuscole, strette ed acute, lunghe circa come l’ovario. Fiori Infiorescenza piuttosto lassa, portante fino a 35 piccolissimi fiori verdi; sepali ovali-lanceolati, a bordi ricurvi, i laterali disposti in verticale; petali filiformi, poco più corti dei sepali, più o meno inarcati all’indietro. Labello privo di sperone, intero o debolmente trilobato, grossolanamente triangolare, con apice acuto, concavo, rivolto all’insù. Ovario corto e peduncolato. Tipo corologico Circumboreale. Periodo di fioritura Giugno-Luglio Territorio di crescita Alpi orientali, in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia Habitat Prati molto umidi, ombrosi, margini di boschi. Frequentemente sul muschio, da 600 a oltre 1800 mt. Somiglianze e varietà La specie è l’unica del suo genere presente in Europa e in Italia. Note I fiori sono impollinati da piccoli Ditteri.. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pinco Pallo - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Malaxis monophyllos (L.) Sw., Regione Friuli Venezia Giulia, Giugno 2009 - Foto di Luciano Regattin
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