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  1. Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Cortinarius Sinonimi Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser 1967 Etimologia Dal latino violàceus = violetto, per l’uniforme colore della specie. Cappello 4-12(16) cm, dapprima emisferico, poi convesso infine appianato, con largo umbone centrale debolmente ottuso; superficie opaca, asciutta, interamente tomentosa, di colore viola intenso con sfumature porpora o in vecchiaia brunastre. Imenoforo Lamelle larghe e spaziate, uncinate, viola intenso all’esordio, poi sempre più color ruggine con l’età; filo intero più chiaro. Gambo 6-12 × 1-3 cm, robusto e obeso in gioventù, poi slanciato, conservando sempre un bulbo basale non marginato; superficie asciutta, ornata da fibrille longitudinali oppure raramente da labili bande trasversali; concolore al cappello con riflessi metallizzati. Carne Tenera nel cappello, piuttosto fibrosa e tenace nel gambo, marezzata di viola-porpora, tende a diventare più pallida a contatto con l’aria; sapore dolce, odore molto forte e caratteristico definito russocoriaceo (di cuoio di Russia) o di legno di cedro. Habitat Per lo più gregario, sia nei boschi di latifoglie che di conifere ove predilige zone umide e muscose e substrato tendenzialmente calcareo; non molto comune ma abbondante nelle zone di crescita. Dall’estate all’autunno inoltrato. Commestibilità e Tossicità Sconsigliamo vivamente il consumo di questa specie per il forte odore della carne, che si intensifica durante la cottura e per le sue mediocri qualità organolettiche. Specie simili Per un neofita possibili confusioni possono avvenire con taxa congeneri che possono presentarsi con toni più o meno violetti: è il caso di Cortinarius traganus (Fr. : Fr.) Fr., di Cortinarius cærulescens s.l. e di numerosi altri Phlegmacium con tinte sovrapponibili. Tuttavia, nessuna di queste specie possiede un cappello tomentoso come questo fungo e le caratteristiche morfologiche risultano differenti per uno o più caratteri. Ben più sgradevole dal punto di vista gastronomico sarebbe lo scambio con Lepista nuda (Bull. ; Fr.) Cooke, specie ubiquitaria che si riconosce facilmente per l’assenza di cortina sul gambo, la sporata rosa sporco, non rugginosa, e la superficie pileica liscia e glabra. Osservazioni È riconoscibile per la superficie asciutta del cappello e del gambo, le colorazioni viola intenso di tutto il basidioma e per l’odore penetrante della carne. Qualche autore divide questa specie in due taxa distinti: Cortinarius violaceus, crescente sotto latifoglia, e Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser che troviamo presso conifere. Quest’ultimo taxon, secondo alcuni semplice varietà o sottospecie di Cortinarius violaceus, oltre che per le abitudini ecologiche, differisce dalla specie tipo per le spore sensibilmente più corte e di forma leggermente diversa. Tuttavia la presenza di alcune raccolte intermedie tra i due taxa porta molti esperti a considerare Cortinarius hercynicus semplice sinonimo di Cortinarius violaceus. Curiosità Alcuni testi hanno espresso per questa specie di fungo altisonanti giudizi di commestibilità, per le caratteristiche sopra indicate riteniamo sia opportuno non consumarla. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Lombardia; Foto di Emilio Pini. Bellissimo e non comune Cortinarius che stupisce per il suo colore viola scuro e per il cappello asciutto e molto feltrato. In letteratura sono presenti diverse interpretazioni di questa specie, che lo differenziano in due specie diverse o indicano varietà e subspecie, legate ad un presunto diverso habitat e a leggere differenze nelle misure sporali: Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Fries; Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser; Cortinarius violaceus subsp. harcynicus (Pers.) Brandrud (1994); Cortinarius violaceus subsp. hercynicus (Pers.) Brandrud (1990); Cortinarius violaceus subsp. violaceus (L. : Fr.) Gray (1821); Cortinarius violaceus var. hercynicus (Pers.) Brandrud (1983); Cortinarius violaceus var. violaceus (L.) Gray (1821). In attesa che studi molecolari definiscano meglio la diaspora tassonomica, seguendo le indicazioni di IF abbiamo deciso di unificare le nostre raccolte nel Taxon Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray, infatti la nostra esperienza testimonia ritrovamenti con sembianze tra le più varie non collegabili all'habitat del rinvenimento.
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