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Aruncus dioicus (Walt.) Fernald


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Aruncus dioicus (Walter) Fernald

 

Sinonimi

Actaea dioica Walter

Aruncus asiaticus Pojark

Aruncus sylvestris Kostel.

Aruncus vulgaris Rafin.

Spiraea aruncus L.

Aruncus dioicus var. vulgaris (Maxim.) Hara

 

Tassonomia

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta

Classe: Magnoliopsida

Ordine: Rosales

Famiglia: Rosaceae

 

Nome italiano

Barba di capra, Barba di Giove, Rosa di S. Giovanni, Fiore dell'Ascensione, Erba canona, Coda di volpe, Asparago di bosco, Asparago di monte, cui si aggiunge un'ampia varietà di nomi dialettali.

 

Etimologia

Gà in epoca romana la pianta era nota con i nomi di Barba caprae ed Aruncus (Plinio); il termine Aruncus deriva a sua volta dal greco dorico ἄρυγγος (àringos) = greco antico ἤρυγγος (éryngos) = barba di capra.

L'attributo specifico, dioicus, e cioè dioico, si riferisce al fatto che questa specie è di norma caratterizzata da esemplari portanti o solo fiori maschili, o solo fiori femminili.

 

Descrizione

Pianta erbacea perenne, generalmente dioica, a volte ermafrodita, dotata di fusto ipogeo (rizoma) legnoso, dal quale si originano le radici e sul quale svernano le gemme, da cui a primavera si sviluppano fusti epigei eretti e poco ramificati che raggiungono gli 80-150 (200) cm di altezza.

 

Foglie

A. dioicus presenta foglie 3-pennatosette e di grandi dimensioni (lunghe fino a 1 m). Il picciolo è a volte ornato da stipole.

Foglioline dell'ultimo ordine picciolate, da ellittiche a ovate a lanceolate, con margine seghettato e apice acuminato, lunghe fino a 5-8 cm; pagina inferiore con sparsa pelosità, concentrata soprattutto a cavallo delle nervature.

 

Fiori

L'infiorescenza grande, vistosa, è una pannocchia terminale lunga 20-30 cm, con numerosi fiori minuscoli, (4-)5-meri, dialipetali e attinomorfi.

Il calice è semplice con sepali acuti e persistenti alla maturazione dei frutti. I petali, dapprima bianchi, assumono colore bianco-crema che tende a scurire nel tempo.

I fiori maschili presentano 20 o più stami, ben sporgenti dalla corolla, con antere scure; i femminili hanno ovario semi-infero composto da 3 carpelli liberi; quelli ermafroditi portano generalmente 4 carpelli che sovrastano, in altezza, gli stami, che risultano essere molto più brevi anche dei petali.

L'impollinazione avviene sia per azione degli insetti, sia per trasporto anemofilo.

 

Frutti

Infruttescenza composta da 3 o, più raramente, 4 follicoli coriacei, a deiscenza elastica, cioè ciascun frutto, corrispondente ad un carpello, si apre di scatto proiettando i semi a qualche metro di distanza, favorendone così la dispersione.

 

Periodo di fioritura

Giugno - luglio.

 

Territorio di crescita

A. dioicus è diffuso in tutto l'emisfero boreale (Europa, Asia settentrionale e orientale, America settentrionale).

In Italia la specie è diffusa, allo stato spontaneo, nelle aree collinari e montane di Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Val d'Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino A. A. e Friuli V. G.

 

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Habitat

Boschi umidi e freschi di latifoglie, forre umide, con preferenza per i terreni calcarei e le stazioni meno soleggiate, prevalentemente tra 500 e 1500 mslm, ma con sporadiche presenze anche a quote più basse, fino alla pianura.

 

Somiglianze e varietà

La sistematica del genere Aruncus è complessa e tuttora non ben definita: vengono indicate un minimo di tre e un massimo di sei specie diffuse in Europa, America settentrionale e Asia, oltre a due specie - di cui una endemica - in Cina. Attualmente il genere Aruncus comprende quattro specie accettate dalla comunità scientifica, di cui

- A. aethusifolius (H. L.) Nakai

- A. gombalanus Hand.-Mazz.

- A. sylvester Kostel.

sono presenti allo stato spontaneo solo nel continente asiatico, mentre A. dioicus, diffusa nel resto del'emisfero boreale, è l'unica presente in Italia.

Oltre a svariate cultivar, per A. dioicus sono note numerosissime varietà che però non interessano la flora del nostro Paese.

 

Specie protetta

L. R. 03/06/1981, n. 34 Friuli Venezia Giulia, "Norme per la tutela della natura e modifiche alla legge regionale 27 dicembre 1979, n. 78"; l'art. 6 consente la raccolta dei germogli fino ad un peso massimo di 1 kg/die.

L. R. 04/09/1996, n. 63 Piemonte, "Norme per l' utilizzo e la fruizione del Parco naturale Alta Valle Pesio e Tanaro"; l'art. 10, comma 2 consente ai soli residenti nei comuni dell'Area protetta la raccolta dei germogli di A. dioicus all'interno del perimetro del Parco.

 

Costituenti chimici

Acidi grassi oli essenziali, carotenoidi, fenoli, acido benzoico, glicosidi cianogenici.

 

Uso Alimentare

I giovani germogli, dall'apice di colore rossiccio, vengono comunemente consumati dopo bollitura con vari condimenti, oppure in frittata o infine dopo conservazione sott'olio. E' importante raccoglierli in tempo utile perché nel periodo estivo la pianta produce sostanze tossiche (glicosidi cianogenici) e non è più commestibile.

 

Uso Farmacologico

La componente fenolica ne fa un buon antiossidante naturale.

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

Questa specie non è usata nella fitoterapia moderna ma ha una tradizione nella medicina popolare per le proprietà antipiretiche, febbrifughe, toniche, espettoranti ed astringenti. La radice, ridotta a poltiglia, veniva applicata sulle punture di vespa dai nativi americani. Un tea, ricavato dalla radice, veniva usato per arrestare la perdita di sangue susseguente al parto, per ridurre una produzione di urina troppo abbondante e per curare dolori di stomaco, diarrea e gonorrea. Per uso esterno il tea si usava per dare sollievo ai piedi gonfi ed ai dolori articolari.

 

Note

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, G.B. Pau, Annamaria Bononcini, Giovanni Baruffa - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

Link utili

 

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Aruncus dioicus (Walter) Fernald - Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m slm, giugno 2007 - foto di R.M. Fondi.

 

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