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Angelica sylvestris L.

Sinonimi
Angelica montana (Brot.)

Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Araliales
Famiglia: Apiaceae

Nome italiano
Erba angelica, angelica silvestre o selvatica.

Etimologia
Il nome generico è di origine popolare e risale al medioevo, quando si credeva che la pianta possedesse virtù "angeliche" in grado di proteggere dal Maligno e dalle malattie; tale nome venne poi mantenuto da Linneo, insieme a moltissimi altri nomi della tradizione popolare italiana. L'attributo specifico, sylvestris ossia silvestre, è un evidente riferimento al suo habitat.

Descrizione
Pianta erbacea perenne, con un grosso rizoma succulento e dall'odore acre, e con un fusto cilindrico, striato, violaceo, superiormente ramificato e ricoperto di pruina, che raggiunge un diametro di 20-25 mm e un'altezza di 2 metri.

Foglie
Le foglie basali sono bi-tripennatosette, con segmenti finali a forma ovale-lanceolata, con apice acuto e regolarmente dentati, che misurano fino a 5 x 8 cm. I lunghi picciuoli, che raggiungono i 40 cm, hanno sezione a forma di lunetta, con la concavità rivolta verso l'alto, cosa che conferisce una maggiore resistenza alle sollecitazioni.
Le foglie cauline, all'ascella delle quali si sviluppano i peduncoli fiorali, sono in genere bipennatosette – al più con qualche segmento finale profondamente inciso - e dotate alla base di una larga guaina membranacea amplessicaule, di forma pressoché emisferica, che sostituisce il picciuolo.

Fiori
L'infiorescenza è un'ombrella composta, costituita da 30-50 raggi principali interamente pubescenti, da ciascuno dei quali si origina un'ombrelletta di piccoli fiori bianco-rosei, attinomorfi a 5 petali.
L'ombrella principale è priva di involucro, o al più con 2-3 brattee presto caduche; le ombrellette hanno un involucro costituito da una decina o più di sottilissime brattee lunghe da 6 a 9 mm.
Nei singoli fiori, il calice è ridottissimo e i denti sono praticamente nulli.
Gli stami sono 5; l'ovario è infero, bicarpellare, con 2 stili liberi e divergenti.

Frutti
Il frutto è un diachenio appiattito privo di spine, aculei o setole, con la faccia dorsale ornata da tre coste longitudinali e con ali membranacee di colore violaceo. Di forma ellittica, misura 2-3 x 3-4 mm.

Periodo di fioritura
Giugno-settembre

Territorio di crescita
Specie ad areale molto vasto, che abbraccia il continente europeo e la Siberia, in Italia è presente e comune in tutto il territorio, con la possibile eccezione di Puglia e Sardegna, dove la sua presenza non è stata confermata.

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Habitat
Angelica sylvestris L. è pianta che predilige luoghi freschi e umidi, come le sponde dei torrenti e il margine ombroso dei boschi, dal piano basale fino a oltre 1600 metri.

Somiglianze e varietà
Delle numerose specie (più di 100) appartenenti al genere Angelica, nel territorio del nostro Paese è possibile forse reperire, oltre alla comune A. sylvestris L., solo qualche raro esemplare, sfuggito alla coltivazione, di A. archangelica L., una specie utilizzata in liquoreria e segnalata come subspontanea ma non confermata in Piemonte, Veneto e Abruzzo. Le due specie sono molto simili, differenziandosi per alcuni particolari tra cui più evidenti il colore del fusto, verde in A. archangelica e violaceo in A. sylvestris, e dei fiori, bianchicci e verdognoli in A. archangelica e rosei in A. sylvestris.
Più facile è confondere A. sylvestris L. con Peucedanum verticillare (L.) Mert. & W.D.J.Koch, diffuso nel centro-nord del Paese. Molti sono i caratteri in comune: entrambe piante robuste, alte e con fusto violaceo striato; anche in questo caso l'elemento differenziale più evidente è il colore dei fiori, che sono verdognoli in Peucedanum verticillare.

Specie protetta
Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.

Costituenti chimici
Essenza amara, cumarina, furocumarina, agenti tannici, resina, amidi, zuccheri oli essenziali.

Uso Alimentare
Le foglie, i germogli e gli steli freschi sono usati per aromatizzare le insalate. Una volta cotti, come contorno vegetale dal gusto leggermente amaro. Le foglie tritate sono una gradevole aggiunta alla composta di frutti acidi, specie il rabarbaro. I fusti possono essere canditi e consumati come dolcetti. I semi vengono utilizzati per aromatizzare dolciumi e pasticceria.

Uso Cosmetologico
Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Le furocumarine contenute in essa e in altre congeneri accrescono la sensibilità della pelle alla luce solare e possono causare dermatiti.

Uso Farmacologico
La ricerca farmacologica ha evidenziato l’efficacia delle cumarine come anticoagulanti, flebotoniche, antinfiammatorie, spasmolitiche, antiossidanti, antitumorali, antimicrobiche e antivirali.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
Angelica sylvestris L. , come fitoterapico, possiede proprietà antispastiche, carminative, diaforetiche, diuretiche, espettoranti, stimolanti, stomaciche e toniche. La specie è meno ricca in principi attivi di Angelica archangelica L. e quindi viene meno utilizzata. Il decotto è tuttavia usato contro la tosse, il catarro bronchiale e la dispepsia. La pianta deve essere sempre usata con moderazione poiché, mentre in piccole dosi ha un effetto tonico, in larghe dosi deprime il Sistema Nervoso Centrale.

Note
I frutti polverizzati sono un parassiticida di provata efficacia. Dalla pianta si ottiene anche una tintura gialla.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Gian Battista Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Link utili

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

Angelica sylvestris L. - Regione Piemonte, Alagna (Valsesia), 1300 m s.l.m., 12 agosto 2009 - foto di R.M.Fondi

Un gruppo di piante dal fusto violaceo e pruinoso, lungo la strada che costeggia il fiume Sesia.

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Angelica sylvestris L. - Regione Piemonte, Alagna (Valsesia), 1200 m s.l.m., 12 agosto 2009 - foto di R.M.Fondi

Una foglia completamente sviluppata è composta da tre segmenti principali inseriti allapice della guaina bratteale; ciascun segmento è a sua volta imparipennato, e la prima coppia di foglioline può essere più o meno profondamente incisa.

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