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Rubus ulmifolius Schott


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Rubus ulmifolius Schott.

 

Sinonimi

Rubus amoenus Port., non Köhler

Rubus discolor Weihe et Nees

Rubus fruticosus L. aggr.

Rubus legionensis Gand.

Rubus rusticanus Mercier

 

Tassonomia

Regno:Plantae

Divisione:Magnoliophyta

Classe:Magnoliopsida

Ordine:Rosales

Famiglia:Rosaceae

 

Nome italiano

Rovo da more, rovo comune

 

Etimologia

Rubus dal latino: rovo, fruticosus agg. latino=simile ad un cespuglio

 

Descrizione

Suffrutice sempreverde, perenne, con grossa radice; fusti e rami sublegnosi, arrosati o violacei, pruinosi, con scarsa e variegata pelosità, a sezione poligonale e portanti aculei falciformi o eretti; i medesimi fusti sono molto sviluppati in lunghezza, per cui risultano essere volubili: per tale ragione, nelle piante giovani cercano sostegno insinuandosi tra i rami di altri cespugli o alberi, oppure sono striscianti, o quasi, e in tal caso emettono sia radici all'apice (a volte anche ai nodi), che nuovi getti eretti, per evolversi, a maturità, in cespugli intricati e fortemente invasivi, alti da meno di 1 m fin oltre i 2-2,5 m; si tratta di una specie rustica e molto resistente, anche al gelo.

 

Foglie

Foglie digitate con generalmente 5 foglioline (3 nelle piante più giovani, di rado in quelle mature) da ellittiche a oblanceolate, irregolarmente seghettate, ad apice generalmente aguzzo o mucronato, glabre o con scarsa pelosità (mai semplice) e di colore verde intenso sulla pagina superiore, pubescenti almeno sulle nervature, e di colore verde-biancastro, su quella inferiore; nervatura reticolata, fortemente rilevata, e dotata di piccoli aculei disposti in un'unica fila longitudinale mediana, quella primaria. Rachide foliare tomentoso da giovane, scarsamente tomentoso a maturità, dotato di spine disposte in un'unica fila longitudinale mediana e diminuenti di dimensione verso l'apice; picciolo con piccolissime stipole alla base.

 

Fiori

I fiori sono disposti a grappolo alla sommità dei rami o all'ascella delle foglie; sepali senza aculei, color verde chiaro, a forma di cucchiaio, con apice cuspidato o aristato, patenti all'inizo dell'antesi, e poi riflessi; corolla con 5 petali biancastri o rosati, assai delicati; androceo formato da numerosissimi stami liberi, gineceo con numerosi pistilli.

 

Frutti

Infruttescenza polidrupa (falso frutto), chiamata mora, i veri frutti sono le drupeole globose che la compongono; dapprima le more sono verdi, poi rosse, a maturità blu-nerastre e pruinose.

 

Periodo di fioritura

Il rovo fiorisce da maggio ad agosto.

 

Territorio di crescita

Specie presente in tutta Europa fino al Caucaso, Paesi mediterranei e Medio Oriente fino alla Crimea e alle propaggini nord-occidentali dell'Hymalaia; spontanea in tutto il territorio italiano.

 

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Habitat

Prati incolti, boschi, margini stradali, ruderi e incolti bruciati, dove forma dei veri e propri rovereti intricati, dal livello del mare fino ad oltre 1500 m di quota.

 

Somiglianze e varietà

Rubus caesius

 

Costituenti chimici

Nei frutti sono contenuti: acidi organici,zuccheri, vitamina C.La pianta è ricca di tannini, contiene procianidoli, acidi organici, vitamine, sali minerali, carboidrati, fibra ed è ricco in potassio, calcio, fosforo, ferro e sodio. Contiene inoltre vitamina A, tiamina, riboflavina e niacina.

Nelle foglie: tannino e pectina.

 

Uso Alimentare

I frutti vengono usati per marmellate e sciroppi. Le foglie, essicate, per un tè particolare,dal gusto gradevole. Della pianta sono commestibili le foglie, i frutti, le radici e i giovani getti.

Il frutto si mangia fresco e da esso si ricavano: liquori, ed altri tipi di conserve.Le radici, né troppo giovani nè troppo vecchie, dopo una lunga bollitura si possono mangiare in insalata. dal gusto gradevole. Infine i giovani germogli, raccolti in primavera quando spuntano dal terreno, una volta pelati possono essere mangiati crudi, in insalata.

 

Uso Cosmetologico

Le foglie secche fatte bollire, con qualche goccia di limone, vengono usate come tonico per il viso.Il decotto delle foglie di rovo viene usato anche per fare gargarismi contro le affezzioni della bocca.

 

Uso Farmacologico

Le sostanze attive presenti nella pianta, specie nelle foglie, svolgono funzione antireumatica, antinfiammatoria, astringente e vasoprotettiva. Sembrano in grado di stimolare la funzionalità delle cellule che formano un osso nuovo, ossia gli osteoblasti, per cui sarebbero indicate nell’artrosi e nell’osteoporosi. La ricerca medica stà studiando.

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

Lo sciroppo viene usato come vitaminizzante, antiscorbutico, per aumentare le difese organiche e nella cura dei malanni delle vie respiratorie. Le foglie, in decotto, trovano applicazione nella diarrea dei bambini.

Nel passato si usavano le foglie pestate e messe su una pezza, per l'applicazione su piaghe a lenta cicatrizzazione o sulle ulcere venose.

Non si sa a quale dei componenti attivi attribuirla, ma nelle foglie, si riscontra un'attività antidiabetica, specie in abbinamento con l'ortica.

Il succo, delle foglie, diluito in acqua è utile nella cura delle afte e per gargarismi, e per irrigazioni nelle affezioni dell'apparato genitale femminile.

Il rovo è una pianta di cui, in erboristeria, si usano tutte le parti: corteccia, foglie e soprattutto le radici sono fortemente astringenti, depurative, vulnerarie e costituiscono un eccellente rimedio per dissenteria, diarrea, emorroidi, cistiti. I giovani getti sono depurativi, diuretici e tonici. Il decotto ricavato dalle foglie è utile come gargarismo per trattare il mal di gola e le gengive infiammate. Il decotto di radici è un valido espettorante. I frutti sono diuretici, lassatvi e vitaminici.

La tradizione attribuisce alle foglie un’azione ipoglicemizzante, confermata da uno studio condotto su conigli diabetici nei quali un infuso concentrato ha significativamente ridotto i livelli glicemici.

 

Note

I germogli giovani, pestati assieme a sali di ferro producono un ottimo colorante nero.

Nel folklore anglosassone i frutti del rovo non devono essere mangiati dopo il 29 settembre, festa di S. Michele, quando il diavolo ci sputa sopra, facendoli diventare insipidi e molli. Un’altra usanza magica era quella di piantare un rovo sulle tombe per impedire ai defunti di uscirne.

Un tema ricorrente nelle fiabe tradizionali di molti paesi è quello della “bella addormentata” che giace nel sonno dietro un’invalicabile foresta di rovi che si apriranno magicamente solo davanti al principe che, dopo 100 anni, la risveglia con un bacio.

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Annamaria Bononcini- Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

 

Link utili

 

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

Rubus ulmifolius Schott.--foto di Marika

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