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Hypericum perforatum L.


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Hypericum perforatum L.

 

Sinonimi

Hypericum veronense Schrank

Hypericum noeanum Boiss.

 

Tassonomia

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta

Classe: Magnoliopsida

Ordine: Theales

Famiglia: Clusiaceae o Guttiferae

 

Nome italiano

Iperico, Erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, Millebuchi, Erba dell´olio rosso, Pilatro, Erba trona

 

Etimologia

Il nome generico, citato da Plinio il Vecchio, è lo stesso che veniva dato alla pianta in epoca romana (hypericum), ma viene menzionato anche da Dioscoride come ὑπερικὸν (hypericon); lo stesso Linneo disse che tale nome deriva dalle due parole greche ὑπὲρ (hyper) = sopra ed εἰκὼν (eikon) = immagine, senza però spiegare a cosa si riferissero queste parole: alcuni pensano al fiore, sulla cui parte superiore si sarebbe potuta individuare un'immagine, o un simbolo, altri pensano alle potenti proprietà medicinali che venivano attribuite a queste piante sin dall'antichità, talmente tante che potevano andare oltre quello che si poteva immaginare (e quindi al di sopra dell'immaginario).

L'attributo specifico, perforatum, si riferisce alla caratteristica apparente bucherellatura ben evidente sulle foglie, e dovuta a ghiandole traslucide, presenti anche nei sepali e nei petali.

L'Iperico è chiamato anche "Erba di San Giovanni" perché l'antesi ha il suo culmine proprio nei giorni a cavallo del solstizio d'estate (21 giugno), ed era uso raccogliere le sommità fiorite, che poi venivano utilizzate a fini terapeutici, nel giorno in cui si festeggia San Giovanni, il 24 giugno.

 

Descrizione

Pianta erbacea perenne alta 20 - 80 cm, glabra in tutte le sue parti; fusto fiorifero rigido, legnosetto alla base, e ramificato, non persistente (si secca) dopo la fruttificazione; fusticini sterili prostrati e striscianti, privi di foglie durante il periodo riproduttivo, persistenti e fogliosi durante lo svernamento, in cui, dunque, la pianta assume portamento reptante.

 

Foglie

Foglie sessili, opposte, da lanceolate a ovali, ristrette verso la base della lamina, con margine intero e ottuse all'apice, ghiandolose per ghiandole scure concentrate per lo più lungo il margine della pagina inferiore della lamina e traslucide su tutta la lamina, tali quindi che, se guardate controluce, diano l'impressione di essere bucherellate (da cui l'epiteto perforatum).

 

Fiori

Infiorescenze in corimbi apicali. Fiori attinomorfi pentameri.

Sepali interi, da strettamente ovati a lesiniformi, sempre acuti o acuminati.

Petali ellittici, asimmetrici, di colore giallo intenso, ghiandolosi e macchiettati di nero sul margine, irregolarmente dentellati o crenati.

Ovario supero 3-carpellare, stili 3, liberi, con stigma rossastro.

Stami numerosi (50 - 60), saldati alla base in 3 gruppi, in modo da formare altrettanti fasci.

 

Frutti

Il frutto è una capsula ovale setticida, che contiene semi di colore bruno.

 

Periodo di fioritura

Maggio-Agosto

 

Territorio di crescita

Pianta originaria dell’arcipelago britannico, è oggi diffusa in tutto il mondo e presente senza eccezioni in tutte le regioni d'Italia.

 

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Habitat

Predilige terreni asciutti, margini delle strade e dei campi, radure soleggiate, dal piano basale al piano montano.

 

Somiglianze e varietà

La famiglia Guttiferae comprende il solo genere Hypericum, presente in Italia con 25 specie. Di queste, le più simili ad H. perforatum L. sono:

  • H. maculatum Crantz subsp. maculatum, presente nei prati montani, generalmente al di sopra dei 500 m di quota, di Val d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino A. A., Veneto e Friuli V. G., presenza dubbia in Liguria e Abruzzo.
  • H. tetrapterum Fr., presente in tutte le Regioni, predilige luoghi umidi, come i margini dei corsi d'acqua o delle paludi.

Entrambe queste specie si differenziano da H. perforatum per la sezione radiale del fusto, che è quadrangolare (con ali larghe 1,5 mm in H. tetrapterum e con 4 linee appena rilevate in H. maculatum), mentre è cilindrica in H. perforatum.

 

Specie protetta

Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano.

 

Costituenti chimici

La pianta contiene molti componenti attivi: i principali sono olio essenziale contenente terpeni, tannino, flavonoidi, ipericina, quercetina, rutina, bioflavoni, iperfolina, procianidine, resina, pectina.

 

Uso Alimentare.

Talvolta la pianta ed il frutto vengono utilizzati come sostituto del tea. I fiori possono venire usati per fare l'Idromele.

 

Uso cosmetologico

L'estratto oleoso entra nella composizione di cosmetici emollienti ed idratanti, per pelli secche, screpolate e sensibili e tendenti alla couperose. L'attività dermoprotettiva e decongestionante dell'olio di iperico ne fa un ingrediente elettivo in prodotti doposole e dopobarba. Assolutamente controindicato invece per l'esposizione al sole, in quanto fotosensibilizzante.

 

Uso Farmacologico

Molti studi in campo farmacologico sono in corso sulle proprietà di questa specie. Prove di laboratorio hanno verificato l'efficacia degli estratti della pianta come antinfiammatori e per l'azione contro il batterio che provoca la Tubercolosi. Poiché due dei suoi componenti, l'hypericina e la pseudohypericina, hanno manifestato una forte attività antiretrovirale, priva di seri effetti collaterali, sono in corso ricerche per verificarne l'efficacia nel trattamento dell'AIDS. Ugualmente ne è allo studio l'efficacia terapeutica per varie forme di tumore, per alcune malattie della pelle fra cui la psoriasi, per l'artrite reumatoide, l'ulcera peptica, l'Alzheimer e persino per i postumi dell'ubriachezza. Pianta elettiva nella medicina popolare e in erboristeria per trattare la depressione, man mano che gli studi sull'Hypericum aumentano, si fa strada anche nella medicina occidentale moderna l'accettazione della sua efficacia in questo senso.

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

L'elenco dei disturbi per i quali Hypericum perforatum è stato ed è tuttora utilizzato nella medicina tradizionale e in fitoterapia è davvero lungo: isteria, depressione, stati maniacali, febbri intermittenti, dissenteria, renella (sabbia nei reni), emorragie, vermi, bronchiti. E' sempre stato particolarmente apprezzato come rimedio per bruciature e ferite, sia per uso interno che esterno. Un vino all'Iperico, ottenuto macerando nel vino 30-50 grammi di sommità fiorite per una decina di giorni, è ritenuto utile in caso di affezioni dell'apparato respiratorio.

E' caduto in disuso nel diciannovesimo secolo ma, in tempi recenti, la ricerca in campo fitochimico lo ha ampiamente riabilitato.

Il livello di tossicità della pianta è da considerarsi basso e tuttavia sono opportune alcune avvertenze e precauzioni nel suo utilizzo in fitoterapia: i suoi componenti possono interagire con altri farmaci, per esempio alcuni antibiotici, antidepressivi, antiemicranici, contraccettivi orali ecc. per cui, per l'uso interno, è bene sentire il parere del medico. In gravidanza l'assunzione è da evitare in quanto alcuni componenti hanno un effetto inibitore delle MAO e stimolano le contrazioni uterine. Infine pare che, in alcune persone, il contatto con la linfa o l'ingestione della pianta possano provocare fotosensibilità.

L'Iperico è ben presente nel folklore e nelle leggende di molti paesi: da sempre associato a talismani ed amuleti protettivi contro il demonio e le stregonerie è protagonista di molte pratiche magiche. Per esempio si dice che raccoglierne la radice la mattina del primo maggio porti a fortunato compimento tutte le imprese che da quel momento si intraprendono. La pianta appesa sopra lo stipite della porta, sempre il primo maggio, protegge la casa dagli spiriti. Raccolta nella notte di S. Giovanni ( la notte delle streghe ) da raccoglitori nudi avrebbe la proprietà di poter essere utilizzata in incantesimi, per conferire la fertilità. Nel nome popolare è legata a S Giovanni Battista e non solo nel nostro paese: in inglese si chiama St. John's Wort. Secondo una delle tante leggende che ne danno motivo il suo stretto legame con il Santo si riferisce al fatto che, strofinando le foglie tra le dita, ne fuoriesce un liquido che le colora di rosso: questo succo è chiamato appunto "sangue di san Giovanni".

 

Note

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Annamaria Bononcini e G.B. Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

Link utili

 

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Hypericum perforatum L. – Regione Liguria, 100 m slm, fine maggio 2008 - foto di R.M. Fondi

 

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