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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja 2003


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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja 2003

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomataceae

Sinonimi
Clitocybe gibba (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

Etimologia
Dal latino infundĭbŭlum = imbuto e dal greco kùbe = testa, ovvero dalla testa a forma di imbuto.
Dal latino gibbosus = gobbo, per l'aspetto gibboso del cappello negli esemplari giovani, che si presenta come un cono capovolto con una piccola protuberanza (umbone) al centro.

Cappello
3-6(8) cm di diametro, convesso con margine involuto, a volte umbonato poi imbutiforme; in alcuni esemplari, anche in età adulta, si nota ancora un piccolo umbone al centro. Il margine è ondulato e qualche volta costato; la cuticola è liscia, feltrata, di colore beige, in varie tonalità chiare e scure ma mai bianco; la reazione della stessa alle basi forti come l'idrossido di potassio (KOH), da un colore neutro o appena giallastro.

Imenoforo
Lamelle molto decorrenti, bianche, fitte e strette. Si presenta in genere con numerose lamellule.

Gambo
Altezza 2-5(7) × 0,5-1 cm, cilindrico, appena ingrossato alla base, dove si nota una zona biancastra feltrata. Quando viene raccolto conserva spesso parte del substrato inglobato dal micelio alla base del gambo; il colore è più chiaro di quello del cappello.

Carne
Bianca, elastica, tenace, fibrosa nel gambo. Sapore gradevole e odore di mandorle amare.

Habitat
Specie molto comune e diffusa: cresce dalla tarda primavera all'autunno in gruppi numerosi, spesso molto ravvicinati, quasi cespitoso sul terreno, tra i residui vegetali, nei boschi di conifere e latifoglie, nelle radure e lungo i sentieri.

Commestibilità e tossicità
Si tratta di un buon commestibile ma è meglio utilizzare solo i cappelli. Si presta bene per la preparazione dei misti, specialmente quando scarseggiano altre specie più ricercate.

Specie simili
Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja = Clitocybe costata Kühner & Romagn. è senza dubbio la specie che le è più vicina, morfologicamente ed ecologicamente, sembra quasi il suo sosia: si differenzia per il margine del cappello ornato da costolature a forma di Y, il gambo concolore al cappello e l'odore più marcato. Per distinguere con certezza le due specie si rende però necessario un test macrochimico: se mettiamo una goccia di idrossido di potassio (KOH) sulla superficie del cappello di Infundibulicybe costata otteniamo di solito una colorazione marrone scuro che non si verifica in Infundibulicybe gibba;
Infundibulicybe mediterranea Vizzini, Contu & Musumeci, quantunque abbia la stessa reazione di Clitocybe gibba all'idrossido di potassio (KOH), si differenzia per i colori più scuri, per il gambo quasi concolore al cappello, per l'odore in genere fungino, per il carattere microscopico delle spore più piccole e per l'associarsi principalmente al Leccio o alla Sughera;
Infundibulicybe meridionalis (Bon) Pérez-De-Gregorio = Clitocybe meridionalis (Bon) P. Roux, anch'essa con i colori più scuri, si distingue per una reazione bruno-rossastra all'idrossido di potassio (KOH) e per avere le spore più lunghe;
Infundibulicybe bresadolana (Singer) Harmaja = Clitocybe bresadolana Singer, si distingue per i toni bruno-rossastri del cappello e la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH);
Infundibulicybe squamulosa (Pers. : Fr.) Harmaja = Clitocybe squamulosa (Pers. : Fr.) P. Kumm., si distingue per avere un netto odore cianico, per il cappello brunastro ricoperto da piccole squamule e per la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH);
Infundibulicybe catinus (Fr.) Harmaja = Clitocybe catinus (Fr.) Quél., si caratterizza per avere il pileo biancastro, talvolta sfumato di rosa, l'orlo del cappello involuto, le spore leggermente più ampie e un odore appena farinoso;
Infundibulicybe glareosa (Röllin & Monthoux) Harmaja = Clitocybe glareosa Röllin & Monthoux, si differenzia per l'habitat praticolo, per la reazione nulla alle basi forti e per il leggero odore di anice;
Bonomyces sinopicus (Fr. : Fr.) Vizzini = Clitocybe sinopica (Fr. : Fr.) P. Kumm., si distingue per l'odore ed il sapore di farina fresca e per l'associarsi prevalentemente a Picea abies e Abies alba, esclusivamente in primavera e inizio estate;
Infundibulicybe alkaliviolascens (Bellù) Bellù = Clitocybe alkaliviolascens Bellù, anch'essa molto simile morfologicamente, si differenzia per avere una reazione all'idrossido di potassio (KOH) forte, viola vinoso e per avere le lamelle di un colore tendente al giallino;
Clitocybe phaeophthalma (Pers.) Kuyper, fungo tossico, la quale è appena più esile, ha il cappello solo infossato al centro (ombelicato) e difficilmente imbutiforme ed con colore di solito più chiaro; la carne però ha un cattivo e netto odore di rancido o simile a quello di pollaio;
Clitocybe vibecina (Fr.) Quél., si differenzia per il cappello ombelicato, per l'odore di farina o terroso e per un'evidente pruina alla sommità del gambo;
Paralepistopsis amoenolens (Malençon) Vizzini = Clitocybe amoenolens Malençon, si distingue per le colorazioni generali ocra-arancio, le lamelle secedenti e l'odore aromatico complesso, con note floreali. Questa specie risulta tossica e, quantunque poco comune, talvolta è stata scambiata con Infundibulicybe gibba;
Paralepista flaccida (Sowerby : Fr.) Vizzini = Lepista flaccida (Sowerby : Fr.) Pat., la quale cresce nel medesimo habitat ma che ha colori aranciati, margine del cappello involuto, lamelle che si staccano facilmente dalla trama del cappello, carne con odore fungino e sapore un po' astringente.

Osservazioni
È un fungo di medie dimensioni; nonostante ciò è forse il più conosciuto di tutto il genere perché è comune, abbondante e relativamente facile da riconoscere. Quando in cucina si impiega il fungo nei misti, va tenuto presente che possiede carne elastica e tenace e che, come tutti gli altri funghi di consistenza simile, richiede tempi di cottura più lunghi; si consiglia quindi di precuocere per qualche minuto, prima di aggiungere esemplari di altre specie con carni più tenere.

Bibliografia
MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia.
EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.
PHILLIPS, R., 2004. Riconoscere i funghi. Ed. De Agostini.
VIZZINI, A., CONTU, M., MUSUMECI, E., ERCOLE, E., 2011. A new taxon in the Infundibulicybe gibba complex (Basidiomycota, Agaricales, Tricholomataceae) from Sardinia (Italy). Mycologia, 103(1): 203-208. Ed. Mycological Society of America. [Data di accesso: 14/09/2015].


Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Sardegna; Raduno 2007; Foto di Massimo Biraghi.

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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Pietro Curti.

Piccola Infundibullicybe dall'odore gradevole, intenso e cianico, cresce sulle lettiere di latifoglie e conifere, nota con il nome volgare di Imbutino per la forma. Per distinguerla dalle specie simili è necessario osservare che il gambo sia biancastro.

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