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Lycoperdon perlatum Pers. : Pers. 1796


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Lycoperdon perlatum Pers. : Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto di Alessandro Francolini.

Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1.100 m s.l.m., sotto Faggio. È tra le “vescie” quella più facile da incontrare essendo ubiquitaria, terricola ma non di rado reperita su residui legnosi in decomposizione e, raramente, su pigne. Gli aculei conici (alti fino a 2 mm soprattutto all’apice dell’esoperidio) sono contornati alla base da piccole verruchine o da aculei più tozzi che permangono anche dopo la caduta degli aculei più grandi: ne risulta una caratteristica areolatura a maglie pseudo-poligonali. Commestibile, come le sue congeneri, quando la gleba è ancora perfettamente bianca. Si tratta di una specie polimorfa ma, nel contempo, molto costante nel presentare aculei conici. Questa caratteristica è davvero la più importante per una corretta determinazione ed è apprezzabile anche in esemplari vetusti, laddove si possono individuare le cicatrici circolari lasciate dopo la caduta degli aculei. Benché non sia tossico dal punto di vista alimentare, si ritiene utile citare un’allergia presente in letteratura medica, chiamataLycoperdonosi. Si tratta di una polmonite allergica dovuta all’inalazione, fortuita o voluta, di buone quantità di polvere sporale.

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Primo piano dell'esoperidio.

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Tipiche le areolature che rimangono sul peridio dopo la caduta degli aculei più grandi: sono delle piccole fossette contornate da una coroncina di piccole perline.

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Primo piano di alcuni tra gli aculei conici più grandi.

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