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Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder 2003


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Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder 2003

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae

Sinonimi
Leccinum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bon & Contu 1990

Etimologia
Dal latino leccìnus, a , um = relativo al Leccio (Quercus ilex L.; dal latino ìlex, ìlicis = leccio).
Dal latino lèpidus, a, um = piacevole, gradevole, delizioso; relativamente alla sua buona commestibilità o al suo aspetto.

Cappello
5-15 cm, dapprima emisferico poi convesso, mai piano, margine regolare e leggermente eccedente, superficie mai liscia ma rugosa, gibbosa o bitorzoluta; cuticola facilmente asportabile quando è untuosa, viscosa per pioggia o tempo umido, meno asportabile quando diventa vellutata, feltrata e opaca con tempo secco. Il colore varia dal nocciola chiaro al bruno molto scuro con tendenza a schiarire diventando giallastro, giallo limone verso il margine.

Imenoforo
Tubuli sottili, lunghi, liberi al gambo, giallo limone nei giovani, diventano poi giallo oro per assumere tonalità grigiastre o brunastre in età, olivastri in seguito alla completa maturazione delle spore; Grigio violacei al taglio. I pori sono inizialmente rotondi e minuscoli, diventano poi angolosi; sono concolori ai tubuli e si macchiano facilmente di grigio o bruno scuro alla manipolazione. Spore in massa di colore bruno olivastro.

Gambo
6-12 × 2-5 cm dapprima obeso, poi cilindrico con ingrossamento nella parte mediana, a volte ricurvo, con base quasi radicante e infossata nel terreno. Colore di fondo giallo citrino o giallastro. La superficie presenta fini granulazioni in rilievo rilevabili anche al tatto; tali granulazioni sono giallastre nei giovani esemplari, poi scuriscono fino al brunastro in età diventando più visibili per contrasto col colore di fondo.

Carne
Nel cappello è inizialmente soda, poi molle mentre è più dura e fibrosa nel gambo. Di colore biancastro con sfumature gialle, vira al taglio a un rosa molto leggero poi al rosa violaceo e infine al grigio; non presenta odori particolari e ha sapore dolce.

Habitat
Tipico dei boschi di Querce sempreverdi dell’area mediterranea: Quercus suber L. (Quercia da sughero) e Quercus ilex L. (Leccio). Inizia a comparire in autunno e continua a crescere nei boschi a clima caldo e temperato per tutto l’inverno, fino agli inizi della primavera. La sua crescita è abbondante in alcune annate particolarmente favorevoli per pioggia e per temperatura mite.

Commestibilità e Tossicità
Buon commestibile dopo adeguata cottura, si consiglia però di utilizzare solo gli esemplari non troppo maturi e di scartare il gambo, duro e fibroso. Non risulta che i generi Leccinum e Leccinellum annoverino specie velenose o non commestibili.

Specie simili
In ambiente mediterraneo troviamo Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder, di dimensioni inferiori, legato al sottobosco di macchia che vive in stretta simbiosi con gli arbusti di Cisto: Cistus monspeliensis L.(Cisto di Montpellier), Cistus incanus L. (Cisto rosso), Cistus salviifolius L. (Cisto femmina), e che mostra un viraggio spesso più rossiccio, rispetto a quello più violaceo di Leccinellum lepidum.
Simile è anche Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin. con cuticola che tende a screpolarsi; quest’ultimo fungo cresce anche in ambienti non mediterranei ed è legato in simbiosi con alberi di Querce caducifoglie.

Note tassonomiche
Il genere Leccinellum Bresinsky & Manfr. Binder è di recente istituzione, essendo stato introdotto nel 2003. Comprende alcune delle specie precedentemente appartenenti al "vecchio" genere Leccinum Gray 1821. La separazione è avvenuta facendo confluire nel nuovo genere le specie con carne giallastra, tenendo conto anche della diversità della corteccia del cappello. Similmente a quanto avvenuto ancor più recentemente per il nuovo genere Butyriboletus, istituito nel 2014, in cui sono confluite specie a carne giallastra che erano ascritte al genere Boletus.

Bibliografia
BRESINSKY, A. & BESL, H., 2003. Beiträge zu einer Mykoflora Deutschlands - Schlüssel zur Gattungsbestimmung der Blätter-, Leisten- und Röhrenpilze mit Literaturhinweisen zur Artbestimmung. Regensburger Mykologische Schriften. 11: 1-236.
DEN BAKKER, H.C. & NOORDELOOS, M.E., 2005. A revision of European species of Leccinum Gray and notes on extralimital species. Persoonia 18: 511-587.
DEN BAKKER, H.C., GRAVENDEEL, B. & KUYPER T.W., 2004. An ITS phylogeny of Leccinum and an analysis of the evolution of minisatellite-like sequences within ITS1. Mycologia. 96(1): 102-118.
LANNOY, G. & ESTADES, A., 1995. Monographie des Leccinum d’Europe. La Roche-sur-Foron, Federation Mycologique Dauphine-Savoie.
NUHN, M.E., BINDER, M. et. al., 2016. Phylogenetic overview of the Boletineae. Fungal Biology. 120 (12). [data di accesso: 14/12/2016]
MUÑOZ, J.A., 2005. Boletus s.l. Fungi Europaei. Vol. 2. Alassio (SV). Ed. Candusso.
WU, G., FENG, B. et al., 2014. Molecular phylogenetic analyses redefine seven major clades and reveal 22 new generic clades in the fungal family Boletaceae. Fungal Diversity 69: 93. doi:10.1007/s13225-014-0283-8
LANNOY, G., 2001. Boletaceae. Flore Mycologique d'Europe. 6. Alassio (SV): Ed. Candusso.
ALESSIO, C.L., 1985. Boletus Dill. ex L. Fungi Europæi. Vol 2. Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna.
ALESSIO, C.L., 1991. Boletus s.l. Fungi Europæi. Vol 2A). Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna.

Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi

Regione Toscana; Foto di Federico Calledda.

Il fungo principe della "lecceta", comune e diffuso cresce da fine estate a primavera inoltrata.
Cappello fino a 15 cm da emisferico a piano convesso, la superficie risulta irregolare con un tipico aspetto "martellato" a fossette, la cuticola è liscia, di aspetto vellutato a tempo secco, ma con la pioggia o l'umidità appare viscosa, appiccicosa come oleosa. In queste ultime condizioni è facilmente asportabile. Il colore varia da un bruno-chiaro con sfumature giallastre ad un bruno decisamente più scuro con il margine sempre chiaro, giallastro.
Imenoforo a tubuli lunghi attenuati verso il gambo, pori giallo-vivo, verdastro-bruni a maturità.
Gambo 6-15 × 1,5-3 cm claviforme attenuato alla base spesso poco sinuoso negli esemplari più alti; giallo cosparso da fini scaglie triangolari, tipiche del genere, con-colori o leggermente annerenti al tocco o negli esemplari molto maturi.
Carne giallastra, fibrosa quella del gambo, virante al rosa-rosso-lilacino lentamente (dopo molto tempo grigio-scuro).
Spore olivastre in massa, 16-24 × 6-7 cm.
Commestibile di "medio-pregio", il gambo, come in tutti i Leccinellum (porcinelli), va scartato interamente, vi consiglio negli esemplari molto maturi e viscosi di eliminare la cuticola.

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