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Amanita virosa Bertill. 1866


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Amanita virosa Bertill. 1866

Tassonomia 
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanitina
Sezione Phalloideae

Nome italiano
Amanita virosa.

Etimologia
L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità.
L'epiteto virosa deriva dal latino virosus = velenoso, fetido, per l'odore forte e sgradevole.

Cappello
4-10(15) cm, dapprima protetto ed avvolto nella volva, poi chiuso in modo asimmetrico sul gambo, presto irregolarmente disteso, mai completamente aperto e tipicamente bilobato; biancastro, isabella in zona discale, lucido e viscido con il clima umido, liscio e setoso con clima secco. Spesso col margine ricoperto dei residui penduli del velo secondario, mentre è quasi sempre assente quello generale sul pileo. Lamelle bianche o lievemente rosa a sviluppo completato, molto serrate, leggere, non annesse al gambo, intercalate da lamellule, con margine irregolare.

Gambo
8-13(16) × 1-2 cm, subcilindrico, si allarga progressivamente verso la base, classicamente slanciato, bianco, riccamente fioccoso per residui di velo, base bulbosa, rotondeggiante. Anello collocato nella zona più alta dello stipite, membranoso ma molto fragile, spesso fugace, a volte dissociato in minuti fiocchi o frammenti su gambo e lamelle, sempre posizionato in modo tipicamente distorto, obliquo. Volva submembranosa, bianca, tipicamente aperta sul gambo, anche se in modo non troppo ampio.

Carne
Consistente e compatta nel cappello, fibrosa nel gambo, bianco latte. Odore forte e disgustoso, mielato rancido o come di muffa, terroso, sapore disgustoso in modo analogo. Da espellere sempre dopo l’eventuale assaggio che prudenzialmente sconsigliamo in questa e in tutte le specie velenose mortali.

Habitat
Specie estiva od autunnale, cresce in boschi montani molto umidi, sotto Picea spp., Abies spp., Betula spp.e Fagus spp. Nel complesso molto rara, ma ove presente, è localmente abbondante.

Commestibilità e tossicità
Velenoso mortale.

Osservazioni
Considerato un tempo erroneamente come una variante della forma bianca dell'Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link, se ne distingue per il bulbo più pronunciato, il gambo eccentrico e molto decorato, fioccoso, il cappello con una forma spesso irregolare e bilobato, mai completamente disteso, l’anello fragile ed obliquo, spesso dissociato.

Specie simili
Oltre alle citate Amanita phallides in forma alba ed Amanita verna (Bull. : Fr.) Lam., un simile extraeuropeo dell'Amanita virosa è l’Amanita bisporigena G.F. Atk., dal gambo liscio, volva asimmetrica, avvolgente il bulbo ovale del piede, inodore ed insapore, cresce nei boschi di Querce dell’America Settentrionale. FRispetto alle forme albine di altre Amanita le sue caratteristiche sono fortemente tipiche ed univoche. Per esempio Amanita citrina var. alba (Pers.) Quél. & Bataille, ha residui velari sul cappello, anello differente e volva circoncisa.

Curiosità
Quando si parla di colore isabella in zona discale, ci si riferisce ad un alone giallastro-fulvo, tipicamente diffuso nelle vesti bianche delle nobildonne del XVII/XVIII secolo, periodo storico in cui l’igiene non era certamente la più accurata. In particolare si fa riferimento ad una nobile spagnola di nome Isabella che promise di non cambiarsi la camicia bianca se non al rientro del suo amato impegnato in guerra. Nell’occasione dovette attendere circa tre anni prima di riabbracciare il consorte ed è quindi facile immaginare quale fosse il colore della sua camicetta.

Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti.

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