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Amanita virosa Bertill. 1866


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Amanita virosa Bertill.; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini.

Tra i primi funghi che occorre imparare a conoscere data la sua velenosità (mortale) simile a quella dell'Amanita phalloides.
Caratteristiche particolari per il riconoscimento sono la colorazione uniformemente biancastra su tutto lo sporoforo tranne che nella zona discale (centro del cappello) che può apparire color isabella o sulle lamelle che a maturità possono assumere una colorazione lievemente rosata; cappello mai completamente aperto e sempre un po’ asimmetrico fino a sembrare addirittura bilobato; anello posto molto in alto sul gambo, posizionato in modo tipicamente distorto, fragile e spesso dissociato in fiocchi distribuiti su gambo e lamelle; gambo slanciato, eccentrico, cosparso da fioccosità evidenti, attenuato all’apice e progressivamente più largo verso la base che termina con un bulbo globoso; bulbo avvolto da una volva submembranosa un poco aperta all’orlo; carne bianca immutabile, dall’odore forte, sgradevole fino a nauseante di rancido o di muffa, terroso: non a caso l’epiteto specifico virosa deriva dal tardo latino virosus = fetido (che a sua volta deriva dal latino virus = veleno, puzzo, fetore).

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Mai credere che un fungo apprezzato da lumache o altri animali sia commestibile.

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