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Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi 2014


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Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi 2014

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae

Sinonimi
Boletus queletii Schulzer 1885
Boletus lateritius Bres. & Schulzer 1885
Boletus queletii var. lateritius (Bres. & Schulzer) E.-J. Gilbert 1931
Boletus queletii var. rubicundus Maire 1910

Etimologia
Queletii, da nome proprio, Quelèt, micologo francese.

Cappello
7-16 cm, emisferico poi convesso, sovente appianato e con margine che, da regolare e involuto in gioventù, diventa disteso e leggermente ondulato negli esemplari maturi; cuticola asciutta e vellutata, con colorazione variabile da ocra-aranciato a bruno-rossastro, spesso più chiara verso il margine; alla manipolazione si macchia di azzurro-bluastro.

Imenoforo
Tubuli mediamente lunghi, sinuati, da giallo limone a giallo-verdastri poi oliva, viranti al blu alla sezione. Pori piccoli, rotondi, inizialmente gialli poi arancio-rossastri, generalmente più chiari al margine e immediatamente blu alla pressione.

Gambo
5-13 × 2-4 cm, cilindrico-fusiforme, sodo, spesso con base radicante, di norma giallo nella parte superiore, con fini granulazioni arancio-rossastre nella zona mediana sino alla base rosso barbabietola, rapidamente imbluente alla manipolazione.

Carne
Soda e compatta nei giovani esemplari, diventa presto molle a maturazione, di colore giallastro, tipicamente rosso barbabietola o rosso-vinoso alla base, virante al blu-verdastro alla sezione; odore debole, leggermente fruttato, sapore dolciastro.

Habitat
Cresce nei boschi caldi di latifoglie (Querce, Castagni, Faggi) dall’estate all’autunno.

Commestibilità e Tossicità
Buon commestibile dopo adeguata cottura, necessaria per eliminare alcune tossine termolabili, in ogni caso di qualità inferiore rispetto ai simili Neoboletus luridiformis = Boletus erythropus e Suillellus luridus = Boletus luridus.

Specie simili
In passato alcuni autori riconoscevano alcune varietà: Boletus queletii var. lateritius per via del cappello color rosso mattone e Boletus queletii var. rubicundus, dalla colorazione pileica più marcatamente rossa. Queste due entità sono oggi ritenute semplici manifestazioni ecologiche e quindi risultano sinonimizzate con Suillellus queletii.
Rubroboletus dupainii = Boletus dupainii, specie che apparteneva anch’essa alla Sez. Luridi del genere Boletus, ma che si distingue per la cuticola laccata rosso scarlatto, i pori rosso sangue e il gambo da rosso a ocrabruno, talvolta decorato da un leggero reticolo nella parte superiore.
Altre possibili confusioni possono avvenire con: Suillellus luridus = Boletus luridus, che presenta però un marcato reticolo scuro a maglie allungate sul gambo e il subimenio (la carne al di sotto dei tubuli) di color arancio-rosso.
Neoboletus luridiformis = Boletus erythropus è invece caratterizzato dalla cuticola vellutata bruno scuro, da una fitta puntinatura rossastra su fondo giallo nel gambo e dalla carne immediatamente virante al blu intenso senza nessuna macchia color barbabietola alla base del gambo. In ogni caso, la presenza della colorazione rossastra della carne alla base del gambo in questo fungo, rappresenta la caratteristica peculiare pressoché costante di questa specie, facilmente osservabile con una sezione dello stipite.

Osservazioni
La totale assenza di reticolo, la carne giallastra al di sotto dei tubuli e la fiammatura rosso barbabietola alla base del gambo, agevolano il riconoscimento. Insieme ai simili Neoboletus luridiformis e Suillellus luridus rappresenta una delle tre specie di Boletaceae con pori aranciati-rossi e carne virante al blu, da considerarsi commestibili dopo adeguata cottura, infatti tali funghi contengono tossine termolabili che vengono distrutte con il calore solo dopo prolungata cottura, per un tempo che non dovrebbe essere inferiore ai 45 minuti.

Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi

Regione Toscana; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti, commento di Giovanni Satta.

Specie commestibile dopo adeguata cottura, molto prossima al Suillellus luridus, dal quale differisce per l'assenza di reticolo, il subimenio giallo e una tinta pileica solitamente aranciato-rossastra. Altra caratteristica utile ai fini della determinazione è la carne rosso barbabietola in sezione alla base dello stipite. Cresce nei boschi di latifoglie dall'estate all'autunno.

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