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Tuber magnatum Picco 1788

Tassonomia
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Classe Ascomycetes
Sottoclasse Pezizomycetidae
Ordine Pezizales
Famiglia Tuberaceae
Genere Tuber

Nome italiano
Tartufo bianco, Tartufo di Acqualagna, Tartufo di Alba, Tartufo bianco pregiato di Alba

Sinonimi
Non sono conosciute sinonimie significative per questa specie.

Etimologia
Dal latino magnates, -atum = dei grandi, dei signori, a ribadire il "pregio" di questa specie.

Ascoma
Di forma piuttosto irregolare spesso lobata, gibbosa, tuberiforme con piccole depressioni più o meno profonde; in media 2÷6 cm di diametro, ma si conoscono ritrovamenti di dimensioni ragguardevoli sino ai 20 cm, colore giallo-chiaro, ocraceo, gli esemplari molto maturi possono assumere una colorazione brunastra con riflessi verdastri.

Peridio
Molto sottile, non coriaceo, con superficie finemente granulosa ed a volte liscia.

Gleba
Inizialmente biancastra, compatta poi tipicamente marezzata, con aspetto marmorizzato, percorsa da venature sterili sottili di color biancastro, ben delineate, spesso anastomizzate, parte fertile bruno-carnicina a maturità bruno-rossiccia. Odore forte, gradevole, con componente agliacea o come di formaggio fermentato, per coloro che non apprezzano l'aroma tipico di questi funghi spesso ravvisano una certa somiglianza dell'odore con quello tipico di alcuni "idrocarburi" (gas).

Habitat
Fungo ipogeo, generalmente profondamente interrato, tipico dei terreni argillosi, dalla pianura sino alle zone collinari e che mantengono in media una forte umidità, sotto latifoglie quali pioppi, salici e querce, oggetto, in alcune zone d'Italia, di una intensiva e proficua coltivazione. La maturazione e raccolta avviene dall'estate sino al primo inverno. La ricerca dei tartufi è da considerare ad esclusivo appannaggio di cercatori dotati di cani addestrati a tale scopo, altri sistemi "empirici" possono facilmente risultare inefficaci, nonché dannosi per l'ambiente di crescita.

Microscopia
Aschi globosi, ovoidi con o senza breve peduncolo e dimensione massima sino a 65 µm, numero sporale (1)2÷4, spore da giallo chiare a ocra-brunastre da sub-globose a largamente ellissoidali, reticolate, alveolate con maglie larghe alte sino a 4 µm, in numero massimo di 3 lungo la dimensione maggiore. La enunciazione della dimensione sporale deve tener conto, come spesso accade nei Tuber, che le spore degli aschi che ne contengono da 1 a 2 sono in media molto più grandi, in media possiamo misurare 20÷30 x 20÷26 µm, con punte sino a 35 µm nella dimensione maggiore per aschi con 1-2 spore.

Commestibilità o Tossicità
Si tratta del tartufo per "eccellenza" il "Bianco pregiato di Alba", ricercato ed apprezzato in tutto il mondo, con prezzi di mercato stratosferici che a mio giudizio non giustificano le pur eccellenti qualità gastronomiche. Viene utilizzato grattugiato o ancor meglio tagliato in sottilissime fettine per condire primi piatti, carne ed uova o come base per la preparazione di salse al tartufo.

Osservazioni
Per il corretto riconoscimento di questa specie onde evitare la confusione con altri "tartufi bianchi" meno pregiati è utile osservare il peridio giallastro, finemente granuloso spesso con residui argillosi, la gleba in media più chiara rispetto ad esempio a Tuber borchii, le dimensioni medie maggiori, ed imparare ad apprezzarne il caratteristico profumo.

Specie simili 
Tuber borchii Vittad., il comune bianchetto è in genere di dimensioni inferiori, ha un peridio biancastro che tende a macchiarsi color ruggine, ha un odore più lieve e decisamente agliaceo e diverso habitat di crescita. Tuber maculatum Vittad. ha un odore ed un sapore decisamente non gradevoli. Infine c'è da segnalare che dalla Cina vengono importati "tartufi", dei quali al momento non conosciamo il nome scientifico, con il nome di "Summer white truffle", di qualità decisamente scadente e quindi potenzialmente utilizzabili per grosse frodi commerciali.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mauro Cittadini - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Marche; Novembre 2005; Foto di Pietro Curti.

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Tuber magnatum Picco 1788; Regione Umbria; Novembre 2019; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.

Foto e Descrizione
L’anno 2019 sarà ricordato, per molte regioni italiane, come uno dei più importanti degli ultimi 50 anni per l’abbondante produzione di funghi.
In Umbria, ed in particolare, per quanto riguarda la provincia di Perugia, per la verità, la stagione pur rispecchiando l’andamento generale delle altre regioni italiane, si è caratterizzata per la modalità di crescita “a macchia di leopardo”. Cioè, alcune zone hanno beneficiato nel tempo di abbondanti e costanti piogge, come il territorio del perugino, la zona del lago Trasimeno e l’alto-tevere e, quindi, hanno avuto una stagione ricca di nascite, con abbondanti presenze di specie appartenenti alle famiglia delle Boletaceae, i ricercati porcini e anche di Amanita caesarea (ovolo buono), prolungata fino al tardo autunno, per la gioia di tutti i fungaioli. Altre aree, invece, come l’assisate e l’eugubino-gualdese, fatta eccezione per il mese di agosto, hanno registrato una stagione da dimenticare, con una modesta produzione fungina di specie eduli, a causa della scarsità delle precipitazioni e delle alte temperature settembrine, che hanno così compromesso la stagione autunnale.
Per quanto concerne i funghi ipogei, ci riferiamo al genere Tuber (tartufi), al contrario, i temporali estivi, accompagnati anche da copiose grandinate e la ripresa delle precipitazioni della metà di ottobre, hanno favorito una discreta produzione, soprattutto nel tardo mese di novembre, di Tuber magnatum Picco, il tartuto bianco pregiato, con esemplari di ottima qualità e di pregevoli dimensioni.
I tartufi sono funghi ipogei, cioè funghi sotterranei, in genere si presentano con una forma più o meno rotondeggiante, ma il Tuber magnatum Picco, secondo me, sfugge un po' a questa definizione, in quanto è possibile trovarlo sotto diverse vesti, dalla classica forma globosa irregolare a quella ricca di asperità, sporgenze, protuberanze e gibbosità, a volte anche allungata a ricordare un poligono, sempre con peridio liscio o finemente granuloso, di colore dal giallo paglierino fino all'ocraceo carico, con sfumature verdastre. La gleba presenta tonalità dal giallo-biancastro al nocciola, a volte con sfumature rosate, intersecata da venature sottili, biancastre, sinuose, ramificate.
Le dimensioni sono comprese nell’intervallo da pochi centimetri fino ai 10-20 cm di diametro. Il peso è variabile, da poche decine di grammi fino ai 200-500 grammi, personalmente ho visto esemplari anche di oltre un chilogrammo.
Emana un profumo molto forte, persistente, particolarmente aromatico. Il sapore è gradevole, con nota leggermente agliacea.
Vive in simbiosi con le piante superiori, alcune strettamente specializzate, quali Pioppi, Salici, Querce, Tigli in terreni calcarei, ma anche argillosi marnosi e sabbioso limosi. Preferisce costoni e vallette fresche, umide, in prossimità di corsi d’acqua, ma con terreni in ogni caso drenati.
Fruttifica lungo la dorsale Appenninica in molte regioni italiane quali Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania e Molise, dai 400 agli 800 metri s.l.m..
La sua conoscenza ha radici lontanissime, sicuramente era noto ai Greci. Oggi è conosciuto ed apprezzato per il suo inconfondibile aroma e sapore in tutto il mondo ed ha notevole rilevanza commerciale.

Microscopia
Aschi ovoidali, sub-globosi, con piccolo peduncolo, contenenti da 1 a 4 spore. La gleba è formata da un intreccio di ife da cilindriche a poligonali, settate. Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali.
Si riportano le misure delle spore distinte in relazione al numero presente in ogni asco:
- asco monosporico 32,1-43,8 × 25,6-30-9 µm; media 38,4 × 29,2 µm; Q = 1,3-1,4; Qm = 1,3
- asco bisporico 27-9-31,5 × 24,2-26,8 µm; media 30,1 × 25,3 µm; Q = 1,2-1,3; Qm = 1,2;
- asco trisporico 24,5-30,7(35,2) × 21,8-24,7 µm; media 28 × 22,9 µm; Q = 1,1-1,5; Qm = 1,2;
- asco tetrasporico 22,6-25,2 × 19,3-21,8 µm; media 24 × 20,6 µm; Q = 1,1-1,2; Qm =1,2.

Ecco una piccola carrellata di immagini, inviatemi, da un amico che nel tempo libero, in compagnia del suo amato compagno a quattro zampe, si diletta nella ricerca del pregiato tartufo bianco.

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Aschi ovoidali, sub-globosi, con piccolo peduncolo, contenenti da 1 a 4 spore. Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali.

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Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali. Si riportano le misure delle spore distinte in relazione al numero presente in ogni asco:
- asco monosporico 32,1-43,8 × 25,6-30-9 µm; media 38,4 × 29,2 µm; Q = 1,3-1,4; Qm = 1,3 - asco trisporico 24,5-30,7(35,2) × 21,8-24,7 µm; media 28 × 22,9 µm; Q = 1,1-1,5; Qm = 1,2. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

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Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali. Si riportano le misure delle spore per gli aschi bisporici 27-9-31,5 × 24,2-26,8 µm; media 30,1 × 25,3 µm; Q = 1,2-1,3; Qm = 1,2. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

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Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali. Si riportano le misure delle spore degli aschi tetrasporici 22,6-25,2 × 19,3-21,8 µm; media 24 × 20,6 µm; Q = 1,1-1,2; Qm =1,2. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

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La gleba è formata da un intreccio di ife da cilindriche a poligonali, settate. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

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  • 4 weeks later...

Tuber magnatum Picco; Regione Umbria; Dicembre 2017; Foto e microscopia di Stefano Rocchi.

Fungo ipogeo ricercatissimo dal profumo intenso, caratteristico, evocante il gas metano con componente agliacea ma assai gradevole. Aschi da ovoidali a subglobosi 59-93 × 40-57 µm, sessili o con breve peduncolo; in genere contenenti 2-3 spore, raramente 1 o 4. Spore da sferiche a largamente ellissoidali 23,5-39,3 × 22-33 µm;  Qm = 1,1; di colore giallo chiaro o leggermente brunastre e con episporio alveolato in maniera irregolare.

(Exsiccatum SR20171223-01)

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Aschi da ovoidali a subglobosi 59-93 × 40-57 µm, sessili o con breve peduncolo; in genere contenenti 2-3 spore, raramente 1 o 4. Spore da sferiche a largamente ellissoidali 23,5-39,3 × 22-33 µm;  Qm = 1,1; di colore giallo chiaro o leggermente brunastre e con episporio alveolato in maniera irregolare. Osservazione in Tampone alla Glicerina a 1000×.

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Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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  • 1 year later...

Tuber magnatum Picco; Regione Umbria; Dicembre 2020; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.

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La gleba, la parte fertile è di colore nocciola-carnicina, mentre la parte sterile è costituita da venature biancastre.  

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Aschi ovoidali, sub-globosi, con piccolo peduncolo, contenenti da 1 a 3 spore. Spore di colore giallo brunastre, da subsferiche ad ellissoidali, con alveolature poligonali.
Si riportano le misure delle spore distinte in relazione al numero delle spore presenti in ogni asco:
- aschi monosporici 29,3-31,1 × 26,6-29,9 µm; media 29,9 × 28,4 µm; Q = 1,0-1,1; Qm = 1,1;
- aschi bisporici 26,2-34,8 × 22,5-27,0 µm; media 30,5 × 25,2 µm; Q = 1,1-1,4; Qm = 1,2;
- aschi trisporici 26,4-27,3 × 22,3-23,1 µm; media 26,9 × 22,8 µm; Q = 1,1-1,2; Qm = 1,2.
Osservazione In rosso congo ammoniacale, a 400×.

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Osservazione In rosso congo ammoniacale, a 1000×.

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