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Chamaenerion angustifolium (L.) Scop.


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Chamaenerion angustifolium (L.) Scop.

Sinonimi
Epilobium angustifolium L.
Chamaerion angustifolium (L.) Holub
Epilobium brachycarpum Leight
Epilobium rubrum Lucé
Epilobium salicifolium Clairv.
Epilobium macrocarpum Stephan
Epilobium neriifolium Léveillé
Epilobium variabile Lucé
Epilobium verticillatum Ten.
Epilobium spicatum Lam.
Epilobium leiostylon Peterm.

Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Myrtales
Famiglia: Onagraceae
Genere Epilobium
Specie angustifolium

Nomi italiano
Epilobio, Epilobio a foglie strette, Erba di S. Antonio, Garofanino maggiore.
Nomi locali Garufin (Piemonte), Fió di biss (Lombardia, Ticino), Lingue viperine (Friuli).

Etimologia
Il termine latino di Genere Chamaenerion deriva dal greco Khamài = Basso, al suolo + Nerium = Oleandro. Piccolo Oleandro;
il termine latino di Specie angustifolium da angustus = Stretto, angusto + folium = foglia: per le foglie strette.

Descrizione
Pianta erbacea perenne alta fino a 180 cm, con apparato radicale rizomatoso; il fusto è glabro, angoloso, talvolta un po' ramificato, di colore inizialmente verdastro, poi rossiccio soprattutto nella porzione apicale, questa caratterizzata da una lunga infiorescenza, che conferisce alla pianta un aspetto quasi piramidale.

Foglie
Lanceolate o lineari-lanceolate, alterne, quelle della porzione basale del fusto possono risultare anche opposte; lamina superiormente di colore verdastro, più chiara nella faccia inferiore.

Fiori
Racemi semplici, raramente ramificati, disposti in posizione apicale, provvisti di brattee, quelle alla base simili alle foglie, tendenti a diventare squamiformi-lineari verso l'apice; fiori numerosi (anche oltre 90 per infiorescenza!), ciascuno all'ascella di una brattea, leggermente zigomorfi, che si schiudono ad iniziare da quelli basali; man mano che sbocciano nuovi fiori, nella porzione apicale si sviluppano nuovi boccioli; peduncolo lungo circa 20÷25 mm; calice lanoso lungo 7÷15 mm, con 4 sepali lineari-lanceolati di colore più carico dei petali; questi, in numero di 4, lunghi 10-:-18 mm, di colore ± intenso da roseo a porporino, sono obovati; stami 8; ovario infero 4-carpellare, stilo singolo, riflesso in piena fioritura, stigma quadrifido.

Frutti
Capsule loculicide lineari-oblunghe, di 3÷5 x 30÷80 mm, contenenti numerosi semi minuscoli di circa 1÷1,3 mm, muniti di un vistoso pappo di peli bianchi che ne favoriscono la dispersione ad opera del vento.

Periodo di fioritura
Antesi da giugno ad Agosto.

Territorio di crescita
Specie spontanea delle zone temperate e temperato-fredde dell'emisfero boreale.
In Italia è presente, allo stato spontaneo, in tutte le Regioni.

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Habitat
Preferisce zone fresche e luminose, ma si può trovare anche in luoghi ombrosi, su terreni acidi-silicei e ricchi di sostanze organiche vegetali; frequente nelle radure disboscate, lungo le nuove strade e piste forestali, in prossimità di ruderi.
Vegeta da 500 a oltre 2400 metri slm.

Somiglianze e varietà
La forma piramidale dell'infiorescenza, l'altezza della pianta, la forma e le dimensioni delle foglie sono elementi macroscopici suffiente ad evitare possibili confusioni con altre specie dello stesso genere.

Specie protetta
Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.

Costituenti chimici
Flavonoidi, acido oleanolico e ursolico, derivati dell´acido gallico, mucillagini, zuccheri.

Uso Alimentare.
Sono commestibili fiori, foglie, radici e fusti.
Le foglie ed i getti sono consumati sia crudi nelle insalate (usare solo le foglie e getti giovani), che bolliti e rappresentano una buona fonte di vitamina A e C; anche i boccioli dei fiori possono essere aggiunti alle insalate miste.
I giovani getti, una volta cotti, sono un po’ simili agli asparagi.
Le radici si consumano sia crude che cotte: colte in primavera hanno un sapore dolce.
La parte interna degli steli, alquanto gelatinosa, può essere aggiunta per insaporire le zuppe di verdure.
In Russia, con le foglie disseccate, si usa fare un tea dolce e piacevole.

Uso cosmetologico
L’estratto di Epilobium angustifolium, ricco di tannini astringenti, consente di regolare la produzione di sebo ed ha proprietà antiacne; da esso si ricavano preparati a funzione idratante, antirughe e con effetto antinfiammatorio.
Gli indiani d’America utilizzavano una poltiglia ricavata da questa pianta contro le scottature solari e le ulcere della pelle.

Uso Farmacologico
La pianta contiene flavonoidi con attività antinfiammatoria di cui è stata dimostrata l’efficacia analgesica.
La pianta veniva usata nella medicina popolare nelle malattie della prostata e la moderna ricerca farmacologica supporta la reale efficacia, in questo senso, degli estratti di Epilobium angustifolium.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
In erboristeria e fitoterapia dai gambi rossi si ricavano tisane con azione astringente intestinale, che aiutano a combattere la tosse e che favoriscono la cicatrizzazione delle ferite.
Dalle foglie raccolte alla fioritura si ricavano, per uso interno, preparati con azione espettorante-fluidificante del catarro.
Per uso esterno vengono utilizzati poiché esercitano attività dermopurificante e dermoprotettiva, colluttoria ed astringente del cavo orofaringeo.
Per la sua azione sulla pelle questa pianta è spesso utilizzata nei casi di eczema cronico.

Note
Secondo il folklore dell’Alaska quando i fiori raggiungono la cima degli steli mancano solo sei settimane all’arrivo dell’inverno.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, G.B. Pau, Annamaria Bononcini, Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Link utili
Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

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