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Astrantia major L. s.l.

Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Araliales
Famiglia: Apiaceae

Nome italiano
Astranzia maggiore

Etimologia
Nelle Apiaceae del genere Astrantia l'involucro è costituito da numerose brattee appuntite che conferiscono all'infiorescenza l'aspetto di una stella. Il nome generico deriva dunque dal greco ἀστήρ, -έρος, ὁ [aster] = Astro, stella e ἄνθος, -ους, τὸ [anthos] = Fiore. Vi è tuttavia anche l'ipotesi che questo nome derivi dal termine latino medioevale "magistrantia", che traduceva il nome tedesco di un'altra ombrellifera, l'imperatoria (Peucedanum ostruthium (L.) W.D.J.Koch). L'epiteto major="maggiore" discende dal fatto che questa specie possiede le dimensioni (anche dell'infiorescenza) più grandi tra tutte le congeneri.

Descrizione
Vistosa pianta erbacea perenne dotata di un grosso rizoma a polpa bianca e di un fusto eretto, superiormente ramificato, glabro e scarsamente foglioso, che raggiunge l'altezza di 1 metro.

Foglie
Le foglie basali e quelle mediane sono lungamente peziolate, pennato-partite con segmenti lanceolati lunghi 8-12 cm e saldati tra loro alla base per un breve tratto (2-4 mm). Il margine fogliare è dentato e ornato da setole. Le foglie cauline superiori sono sessili, lanceolate, dentellate.

Fiori
L'infiorescenza è ad ombrella semplice, con un diametro di 2-3 cm, e comprende una cinquantina di fiori; i peduncoli, bianchi o violacei, misurano da 5 a 8 mm. I piccoli fiori (1-2 mm) sono attinomorfi, pentameri, ermafroditi o solo maschili (specie andromonoica). La corolla è dialipetala, con petali bianchi o rosei aventi apice curvato verso l'interno; i denti calicini sono lineari, acuti e in genere superano in lunghezza i petali, giungendo fino a misurare il doppio. Gli stami sono 5; l'ovario è infero, bicarpellare e biloculare, con 2 stili che sporgono dalla corolla per più di metà della loro lunghezza. L'ombrella è avvolta da numerose (15-20) squame bratteali lineari, acute, bianche o rosee con apice verde, lunghe fino a 18 mm, percorse da una rete di nervature trasversali che uniscono 3 o 5 evidenti nervature longitudinali verdi.

Frutti
Il frutto è il diachenio tipico delle Apiaceae. Ha forma ovoidale e coste commessurali rilevate.

Periodo di fioritura
Secondo l'altitudine, la fioritura può iniziare precocemente, a maggio, e terminare tardivamente, a ottobre.

Territorio di crescita
Pianta tipica delle zone montuose dell'Europa meridionale e del Caucaso, in Italia la sua presenza è accertata sull'intero arco alpino e su parte dell'Appenino Centrale, con differenti sottospecie.

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Habitat
Astrantia major è pianta adattata sia all'ambiente nemorale, sia ai cespuglieti (Alnetum viridis, Rodonetum) dal piano collinare (100 m s.l.m.) a quello montano e subalpino (fino a 2000 m s.l.m.).

Somiglianze e varietà
L'involucro "a stella" rende le piante del genere Astrantia inconfondibili tra le Apiaceae. Il territorio italiano è interessato da 4 altre specie, tutte di più piccole dimensioni e ben distinguibili da A. major con il semplice esame delle foglie basali:

  • A. minor, pianta alpina di ridotte dimensioni (20-40 cm), con fusti sottili, le cui foglie basali sono pennatosette, ossia divise fino al picciuolo in (5)7-9 segmenti lineari-lanceolati (5-10 x 30-50 mm) e profondamente dentati;
  • A. pauciflora, pianta appenninica simile alla precedente, ma con dimensioni ridotte e segmenti fogliari con dentellatura meno profonda;
  • A. bavarica e A. carniolica, piante interessanti il solo Friuli-Venezia Giulia, con foglie basali divise in 5 segmenti lanceolati-ovali saldati per almeno 1/5 della lunghezza nella prima specie e per metà nella seconda.

L'astranzia maggiore è presente nel territorio italiano con tre sottospecie, la cui distinzione richiede l'esame delle brattee involucrali:

  • subsp. major: presente nella zona alpina (dubbia per il Friuli-Venezia Giulia), nonché nel Lazio e nel Molise, con brattee percorse da tre nervature longitudinali, terminanti a punta acuta (monocuspidate) o più raramente con tre punte acute (tricuspidate), e lunghe più o meno quanto i raggi dell'ombrella;
  • subsp. involucrata (W.D.J. Koch) Ces. (= subsp. carinthiaca Arcang.): presente nelle Alpi Orientali (Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), con brattee involucrali percorse da tre nervature longitudinali, solitamente tricuspidate e lunghe circa due volte i raggi;
  • subsp. elatior (Friv.) K. Malý: presente nell'Appennino Centrale (Marche, Abruzzo e Molise, dubbia in Umbria), con brattee percorse da cinque nervature longitudinali e terminanti con 3-5 dentelli.

Specie protetta
Astrantia major risulta protetta a norma della L. R. n. 27 del 24/03/2000 Regione Umbria "Piano Urbanistico Territoriale", art. 12. comma 2 e allegato A, e della L.R. n. 9 del Febbraio 1999 Regione Molise, relativa alla subsp. major. Non risultano altre segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.

Costituenti chimici
Saponine, flavonoidi, acido rosmarinico, oli essenziali ( limonene, phellandrene, pinene ), un glicoside cumarinico, sostanze amare, tannino.

Uso Alimentare
Non si conoscono usi alimentari per questa specie che, assunta in forti quantità, risulta tossica.

Uso Cosmetologico
Non si conoscono usi cosmetologici per questa specie.

Uso Farmacologico
Esistono studi sull'effetto antimicotico delle saponine contenute in Astrantia major, con qualche indicazione positiva rispetto all'efficacia.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
Un tempo era ampiamente utilizzata come pianta medicinale. L'uso si è diluito, nella moderna Fitoterapia, anche se, nel nostro paese, questa specie è compresa nell'Elenco delle Droghe Vendibili in Erboristeria. Le parti usate sono il rizoma e le foglie. Il rizoma secco ha un aroma penetrante ed un sapore forte che provocano la salivazione. I principi attivi di alcuni dei componenti conferiscono ad Astrantia major proprietà diuretiche, diaforetiche, stomaciche e carminative. L'infuso dalla radice è utilizzato nell'anoressia, nei disordini digestivi, nella flatulenza e nelle enteriti. In larghe quantità risulta però tossico. L'infuso ricavato dalle foglie ha blandi effetti diuretici. La tintura ricavata dal rizoma fresco è usata in omeopatia.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Giovanni Baruffa, Gian Battista Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Link utili

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

Astrantia major L. s.l. subsp. major Regione Liguria, giugno 2007 Foto di Marika

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