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Amanita excelsa var. spissa (Fr.) Neville & Poumarat 2004


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Amanita excelsa var. spissa (Fr.) Neville & Poumarat 2004

Tassonomia 
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae

Sinomimi
Amanita spissa (Fr.) Bertill. 1866

Etimologia
L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità.
L'epiteto spissa 
deriva dal latino spissus = massiccio, grosso, per il suo aspetto.

Cappello
8-12 cm, inizialmente globoso, poi espanso, appianato a maturità, a volte anche con una lieve depressione centrale; margine perfettamente liscio, privo della caratteristica pettinatura; cuticola di colore bruno, grigio scuro, nella maggioranza dei casi nuda, al limite leggermente cosparsa di verruche a placche farinose-forforose, piramidali, grigio-brune, più frequenti e persistenti.

Imenoforo
Lamelle bianche, senza riflessi rosati.

Gambo
8-16 × 1-2 cm, Gambo tozzo, bianco, con la base leggermente allargata ma non bulbosa, nella sua forma tipica si definisce napiforme, cioè assume una forma a trottola con la punta basale ottusa, ben evidente e non arrossante. Anello ampio, molto fragile, che aderisce spesso al gambo. Volva molto friabile, ridotta a residui fioccosi sulla parte basale del gambo.

Carne
Bianca. Odore e sapore rafanoide.

Habitat
Ubiquitario, in particolare su terreni acidi, dall’estate all’autunno.

Commestibilità e Tossicità
Specie commestibile dopo cottura, ma di poco pregio e, pertanto, se ne sconsiglia il consumo, data anche la possibile confusione con la velenosa Amanita pantherina.

Specie simili 
Si tratta di un’entità assai discussa in quanto alcuni autori la considerano una specie tassonomicamente autonoma per un insieme di caratteristiche peculiari che presenta e non una semplice varietà. Presenta molte analogie con altre entità quali: Amanita excelsa var. excelsa (Fr. : Fr.) Bertill. ed Amanita valida Bertill. e diffuse somiglianze con altri taxa appartenenti allo stesso Genere.
Per agevolare la comprensione e mettere il lettore nella condizione di poter fare un confronto chiaro, schematico delle caratteristiche che sono proprie delle suddette entità, si propone il seguente schema:
Amanita excelsa var. spissa (Fr.) Neville & Poumarat, questa varietà si distingue in modo netto per taglia molto più tozza e robusta, cappello bruno, grigio scuro, verruche sul cappello più frequenti e persistenti di colore grigio brune, lamelle senza riflessi rosati, gambo a base più allargata terminante con un bulbo non marginato e napiforme, ben evidente e non arrossante, odore e sapore rafanoide.
Amanita excelsa var. excelsa (Fr. : Fr.) Bertill., al contrario si separa dalla precdente per avere il cappello grigio chiaro, grigio piombo, verruche biancastre, grigio chiare, spesso caduche, gambo bianco, slanciato, profondamente interrato, ingrossato nella metà inferiore, arrossamento alla base del gambo.
Amanita valida Bertill., anch’essa considerata da alcuni autori una varietà del nostro fungo, si caratterizza per il colore bronzeo o bruno-miele carico del cappello, l’anello con orlo più spesso, il gambo con bulbo non marginato e napiforme come in Amanita excelsa var. spissa. Questo fungo ha inoltre la generalizzata tendenza a imbrunire nelle parti più esposte (margine del cappello, anello e filo delle lamelle, carne del gambo se manipolata o contusa).
Amanita pantherina (DC. : Fr.) Krombh., si distingue per il cappello tendente al marroncino e non al grigiastro, il margine nettamente striato, il bulbo basale più arrotondato-marginato, tipicamente circonciso con cercini che si allungano sulla parte subito superiore dello stipite, e per una reazione macrochimica positiva della parte superiore dell’anello che ingiallisce alla soda caustica.
Amanita franchetii (Boud.) Fayod, si differenzia agevolmente per la presenza di verruche giallastre sul cappello e colori pileici più tendenti al bruno.
Amanita rubescens Pers. : Fr., tossica se consumata da cruda, si differenzia abbastanza agevolmente per le diffuse sfumature rossicce, in particolare sul cappello e alla base del gambo dove si presenta spesso larvata.

Regione Umbria, Luglio 2008; Foto di Tomaso Lezzi.

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