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Primula spectabilis Tratt.*


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Primula spectabilis Tratt.

 

Sinonimi

Primula polliniana Moretti

Primula parlatorei Caruel

 

Tassonomia

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta (Spermatophyta)

Classe: Magnoliopsida (Dilleniidae)

Ordine: Primulales

Famiglia: Primulaceae

 

Nome italiano

Primula meravigliosa

 

Etimologia

Secondo la nomenclatura coniata dal medico e botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708), basata già sui concetti di genere e specie, ma non binomia, il nome del genere era Primula veris (per il fatto che con tale nome, in età latina post-classica, venivano denominate proprio le primule, in senso generalizzato), dal latino primulus = primo, e veris genitivo di ver = primavera, e quindi col significato di "primo (fiore) di primavera"; questo nome durò fino a che Linneo, all'incirca mezzo secolo dopo la pubblicazione delle Institutiones rei herbariae (1700) di Tournefort, introdusse la nomenclatura binomiale, secondo la quale l'appellativo generico deve essere una singola parola, per cui fu costretto a tagliare il termine veris, che assegnò come epiteto ad una delle specie appartenenti a questo medesimo genere; spectabilis è un aggettivo latino che deriva dal verbo specto = osservo, contemplo, e quindi col significato di "notevole", "degno di esser ammirato".

 

Descrizione

Piccola pianta perenne, alta 10 ÷ 18 cm, provvista di fusto legnosetto avvolto, alla base, da ciò che rimane delle foglie rinsecchite degli anni precedenti.

 

Foglie

Coriacee, tutte basali, a formare una rosetta, lunghe 25 ÷ 70 (90) mm, larghe 15 ÷ 25 mm; lamina lanceolata almeno nelle foglie basali, nelle altre lanceolato-spatolata, lucida e quasi glabra su entrambe le facce, in quella superiore uniformemente punteggiata da minuscole ghiandole poco evidenti ad occhio nudo; apice subacuto, margine intero o irregolarmente eroso, glabro e di consistenza cartilaginea.

 

Fiori

Al centro della rosetta basale si sviluppa uno scapo lungo più delle foglie, portante all'apice 1 ÷ 7 fiori disposti ad ombrella; pedicelli di 1÷3 cm, all’ascella di brattee più brevi di essi; calice campanulato lungo 7 ÷ 10 mm, con 5 denti acuti; corolla ipocrateriforme con tubo lungo 15÷ 18 mm, divisa in 5 lobi patenti, obcordati, per un diametro mediamente di 20 mm, di colore roseo-magenta, bianca alla fauce, e sui lati,almeno alla base, di ciascun lobo.

 

Frutti

Capsule oblunghe con numerosi semi appiattiti di colore rossiccio-brunastro.

 

Periodo di fioritura

Aprile-Luglio

 

Territorio di crescita

Specie endemica dei rilievi calcarei delle Alpi centro-orientali (piuttosto rara), presente solo in territorio italiano, in Lombardia, Trentino A. Adige, e Veneto.

 

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Habitat

Fra le rupi o nei prati montani a detrito ghiaioso, in ambienti non troppo asciutti e non troppo esposti al sole, oltre i 600 m e fino a circa 2500 m di quota, su calcare.

 

Somiglianze e varietà

L'insieme del fusto legnoso che spesso conserva le foglie secche degli anni passati, la caratteristica picchiettatura delle medesime foglie, rendono questa rara Primula inconfondibile; alcune specie congeneri somiglianti sono:

  • P. glaucescens Moretti che ha brattea più lunga dei pedicelli fiorali; endemismo dei rilievi calcarei delle Alpi centro-orientali, presente solo in territorio italiano in Lombardia e Trentino A. Adige;
  • P. wulfeniana Schott subsp. P. wulfeniana, simile a P. glaucescens, se ne differenzia solo per la forma delle foglie, che in P. wulfeniana sono più arrotondate, obovate, e per la breve pelosità ghiandolare, assente in P. glaucescens. Endemismo dei rilievi calcarei compresi fra le Alpi orientali italiane e austriache, l’ex Jugoslavia e la Romania; presente in Veneto e Friuli V. Giulia;
  • P. carniolica Jacq, assai simile a P. spectabilis, se ne differenzia per la foglie ad apice arrotondato e con pubescenza ghiandolare; endemismo dei rilievi calcarei delle Alpi Dinaridi (Austria sudorientale e ex Jugoslavia), assente in territorio italiano.

Specie protetta

Specie protetta da convenzioni internazionali (Convenzione di Berna). La convenzione di Berna, ratificata con la legge n. 503 del 5 Agosto 1981, ha lo scopo di tutelare la flora e la fauna europea e i loro habitat naturali.

Già da prima della Convenzione di Berna (1979) la specie era soggetta a tutela in Lombardia (L. R. 33/77), Trentino A. A. (L. R. 10/62), Veneto (L. R. 53/74) e nella Provincia Autonoma di Trento (L. P. 17/73).

 

Costituenti chimici

Come per tutte le specie appartenenti a questa famiglia i principali componenti sono flavonoidi, carotenoidi, olio essenziale, sali potassici, saponine. Nelle radici sono presenti anche glicosidi e zuccheri.

 

Uso Alimentare

La specie e protetta e non si può cogliere.

 

Uso Cosmetologico

La specie è protetta e non si può cogliere

 

Uso Farmacologico

Non sono noti studi in campo farmacologico o fitochimico su questa specie.

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

La specie non è utilizzata nella moderna erboristeria. Ricercatori dell’Università di Pisa ne hanno studiato l’utilizzo nella medicina tradizionale della Val Vestino, in Lombardia.

 

Note

Specie endemica di ristrettissime aree del Vicentino e del Trentino: queste aree di crescita probabilmente sono state risparmiate dalla glaciazione.

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giuliano Gnata, - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

Link utili

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Primula spectabilis Tratt. - Regione Veneto, Provincia di Vicenza - Foto di Giuliano Gnata - Fiara

 

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