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Veronica persica Poir. 1808


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Veronica persica Poir. (1808)

Sinonimi
Veronica byzantina (Sibth. & Sm.) Britton, Sterns & Poggenb. (1888)
Pocilla persica (Poir.) Fourr. (1869)
Veronica tournefortii C.C. Gmel. pro parte, non Vill. (1805)
Veronica buxbaumii Ten., non F.W. Schmidt (1811)

Tassonomia
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Plantaginales
Famiglia: Plantaginaceae

Nome italiano
Veronica comune; Veronica di Persia

Etimologia
L'origine del nome Veronica, almeno riferito a questo genere di piante, è abbastanza oscura, e soggetta a varie attribuzioni controverse; secondo l'ipotesi più accreditata deriverebbe semplicemente dall'erronea pronuncia, da parte degli antichi studiosi di botanica, di Vetonica e in cui la "t" veniva pronunciata come "r"; il nome Vetonica, o Vettonica, o anche Betonica o Bettonica stava ad indicare la provenienza dalla Vettonia (o Vetonia), antica Regione della Lusitania, l'attuale Portogallo. Altra ipotesi è che derivi semplicemente dall'unione di "vera" e "unica" in riferimento alle presunte proprietà medicinali uniche in alcune di queste specie.
L'epiteto specifico, persica, è riferito all'area geografica di origine di questa specie, che comprendeva la Regione caucasica e l'Asia sudoccidentale.

Descrizione
Pianta erbacea annuale con fusticini prostrati o ascendenti, arrossati, lunghi fino a 50 (70) cm, poco ramificati (con rametti semplici spesso non ulteriormente ramificati) ed emettenti radici dalla base fino all'ultimo nodo ramifero, in particolar modo su tali nodi, ma anche (non sempre) agli internodi; pelosità semplice generalmente di lunghezza > 0,8 mm (fino ad oltre 2 mm).

Foglie
Alterne, brevemente picciolate, lamina da subrotonda a lungamente ovata, lunga (6) 10-20 (35) mm, con sparsa pelosità su entrambe le facce, più breve che nei fusticini, margine profondamente crenato-seghettato, apice (sub-)acuto.

Fiori
In racemi apicali semplici, brattee indifferenziate dalle foglie, pedicelli da poco a molto più lunghi della brattea ascellante. Calice zigomorfo, persistente, di 4 sepali ovato-lanceolati, sub-acuti e saldati alla base, poco o sparsamente pelosi (per peli semplici < 0,7 mm in lunghezza) con margine intero e ciliato. Corolla simpetala, 4-mera, zigomorfa, con diametro massimo generalmente > 8 mm (fino a 14-15 mm) e di poco superante quello del calice, divisa in 3 lacinie (1 superiore e 2 laterali) da largamente ovato-spatolate a subrotondo-spatolate e 1 lacinia inferiore ovato-spatolata più piccola, a volte più chiara delle altre, tutte ad apice arrotondato, bianco-azzurrognole con strisce longitudinali azzurre su quasi tutta la lamina, bianche alla base; fauce giallastra, densamente pelosa. Stami 2 con filamento biancastro ingrossato nella porzione alto-mediana e ristretti all'apice, antere glabre bluastre, a deiscenza longitudinale, grani pollinici biancastri. Ovario supero 2-loculare, stilo da bianco a roseo generalmente di lunghezza > 2 mm (solo molto raramente più breve), fino a 3,5 mm, persistente, stigma capitato biancastro.

Frutti
Capsula obcordiforme, compressa, divisa in 2 lobi ellissoidali divergenti in modo da formare fra loro un angolo da retto ad ottuso, sempre più breve del calice, stilo non superante, o al più eguagliante, in altezza i lobi, pelosità sparsa, semplice o ghiandolare, concentrata soprattutto sulla carenatura suturale (lungo il margine). Semi giallastri a contorno ellittico, con una faccia grossolanamente concava, irregolarmente rugosi; diametro minore (0,8) 1-1,5 mm, maggiore (1,2) 1,5 - 2,2 mm.

Periodo di fioritura
Nelle giuste condizioni climatico-ambientali la si può trovar fiorita tutto l'anno.

Territorio di crescita
Specie originaria della Regione caucasica e mediorientale, ora subcosmopolita; in Italia è presente e assai comune come entità alloctona, naturalizzata in tutte le Regioni.

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Habitat
Prati, coltivi, bordi stradali, sempre in ambienti ben antropizzati, dal livello del mare fino a 1800 (2000) m di quota.

Somiglianze e varietà
V. persica fa parte di un gruppetto di entità molto simili fra loro:

  • V. agrestis L., presente in tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d'Aosta, Umbria, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna, incerta la presenza in Molise;
  • V. opaca Fr., specie abbastanza rara, presente in Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto;
  • V. polita Fr., presente, allo stato spontaneo, in tutte le Regioni;

la si distingue per:

  • il diametro della corolla nelle 3 specie citate è sempre < 8 mm;
  • la lunghezza dello stilo nelle 3 specie citate ha sempre lunghezza < 2 mm;
  • i lobi della capsula nelle 3 specie citate sono disposti in modo di formare tra loro un angolo sempre acuto.
  • V. filiformis Sm., pianta perenne, si differenzia da V. persica per i fusticini con pelosità sia semplice che ghiandolare (da 0,1 a 1,2 mm di lunghezza), la forma della lamina foliare, sempre tondeggiante, con dentellatura meno profonda rispetto a V. persica e base sempre cordata (in V. persica di solito cuneata, più di rado cordata o troncata), pedicelli fioriferi sempre molto più lunghi della brattea ascellante (almeno il doppio e fino a 5 volte tanto), calice con sepali propriamente lanceolati, in proporzione più stretti rispetto a V. persica, stilo ben allungato, generalmente > 3,5 mm, alla fruttificazione sempre più lungo dei lobi della capsula, capsula con lobi arrotondati disposti in modo da formare fra loro un angolo da largamente acuto a retto; specie coltivata, ora naturalizzata in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Specie protetta
Non è previsto alcun programma di protezione per questa specie.

Costituenti chimici
Glicosidi iridoidi (persicoside, verbascoside), flavonoidi, una sostanza amara (calendina), acido fenolico (tyrosol), acidi benzoici, sostanze tanniche, saponina.

Uso Alimentare
Non si conoscono usi alimentari per questa specie.

Uso Cosmetologico
Con le cime di varie specie di Veronica, lasciate in infusione in acqua bollente, filtrate e raffreddate, si ottiene una lozione tonica per il viso, utilizzabile anche come dopobarba e che può essere conservata per qualche giorno in frigorifero.

Uso Farmacologico
Una serie di studi farmacologici del 2002, svolti in Giappone, su cinque specie di Veronica, fra cui Veronica persica, ha messo in evidenza l’attività antinfiammatoria e citotossica degli estratti.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
La saponina, contenuta in questa come in altre congeneri, conferisce proprietà espettoranti ed anticatarro, nelle affezioni delle vie aeree. La sostanza amara esercita azione tonica e stomachica.
Nella medicina popolare della Turchia varie specie di Veronica, fra cui V. persica, sono utilizzate come blando diuretico, antireumatico e per lavare le ferite.
I piccoli fiori azzurri che fanno capolino fra il fogliame hanno meritato a questa specie il nome popolare di “Occhi della Madonna” e sono diffuse varie leggende che fanno riferimento alla pia Veronica, che asciugò il sudore dal volto del Cristo, sulla via del Calvario.
Un’altra storia tradizionale racconta che, se qualcuno calpesta e distrugge i fiori della piccola pianta, subirà l’ira degli uccelli, che si vendicheranno beccando i suoi occhi o quelli di sua madre.

Note
Veronica persica è considerata l’infestante a diffusione più massiccia fra le specie appartenenti a questo genere, assai dannosa per gli effetti di competizione che esercita, specie sul frumento, anche perché nasce molto presto, in autunno, ed è già in completo rigoglio vegetativo a fine inverno.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da G. B. Pau, Annamaria Bononcini e Renato M. Fondi - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Link utili
Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Veronica persica Poir. (1808) Regione Sardegna, 70 m s.l.m.; 23 Febbraio 2009; Foto di G.B. Pau.

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