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Rhodiola rosea L.


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Rhodiola rosea L.

 

Sinonimi

Sedum roseum (L.) Scop.

Sedum rhodiola DC.

Sedum rosea (L.) Scop.

 

Tassonomia

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta

Classe: Magnoliopsida

Ordine: Rosales

Famiglia: Crassulaceae

 

Nome italiano

Legno rodio, Pinocchina rosea

 

Etimologia

Il nome generico, coniato dallo stesso Linneo (XVIII sec.), viene dal greco ρόδον (rodon) = rosa (Rosa sp.), con il suffisso diminutivo latino -ìola, nel significato di rosellina, giustificato dal profumo della radice, simile a quello della rosa [roseo odore radicis (Linneo); Rhodia autem tam Graeci quam Latini dixerunt quoniam contrita Rosas redolet (Fuchs) - trad.: d'altronde tanto i Greci, quanto i Latini denominarono (la radice di questa specie) Rhodia in quanto triturata profuma di rose]; la pianta era già nota nell'antica Grecia e viene menzionata da Dioscoride come ρόδια ρίζα (rodia riza) = "dalla radice che sa di rosa" e da alcuni autori latini come rhodia radix; Leonard Fuchs (XVI sec.), adottò, nella sua nomenclatura, giusto il nome generico Rhodia-radix.

Per quanto concerne l'epiteto specifico rosea, che in latino viene riferito sia al profumo sia al colore della rosa, l'interpretazione più comune è che, nel caso di Rhodiola, Linneo lo abbia scelto riferendosi ancora al profumo della radice, così confermando l'importanza di questa caratteristica per la determinazione della specie.

 

Descrizione

R. rosea è una succulenta suffruticosa, perenne, dioica (raramente ermafrodita), formante dei cespuglietti verde-glaucescenti di 20-40 cm con rizoma e radice molto sviluppati.

I fusti fioriferi, completamente glabri, non ramificati, ricchi di foglie ed eretti, sono legnosi e grigio-brunastri alla base, presto erbacei verso l'alto e hanno durata annuale (si seccano dopo la fruttificazione).

 

Foglie

Foglie inferiori piccolissime, ridotte a semplici squame di forma all'incirca triangolare; foglie cauline di dimensioni via via crescenti (fino a 5 x 30 mm) a salire lungo i fusti, sessili (non di rado sub-amplessicauli), da ellittico-lanceolate a oblanceolate a sublineari, acute, con margine dentellato (3-5 dentini per parte) spesso arrossato nella porzione apicale.

 

Fiori

Fiori in dense infiorescenze corimbose apicali; sepali 4, concresciuti alla base (nei fiori femminili saldati palesemente più in alto rispetto a quelli maschili) con 4 lacinie acute, triangolare-lesiniformi, lunghe fino a ± 2 mm; petali 4, liberi, lineari, lunghi da 2-2,5 a 4 mm (sempre più lunghi del calice), giallastri, spesso arrossati; fiori maschili portanti gli abbozzi del gineceo (abortito - raramente si possono riscontrare esemplari con fiori in cui anche il gineceo è fertile, e quindi ermafroditi), stami in numero doppio ai petali, con antere scure sorrette da un filamento giallo; fiori femminili con calice persistente, ovario formato da 4 carpelli fusiformi liberi o, al più, saldati alla base.

 

Frutti

Ogni fiore pistillifero produce 4 follicoli eretti, lunghi da 5 a 12-13 mm, fusiformi con un becco (lungo fino a 2 mm) spesso incurvato (fino a 90° rispetto all'asse longitudinale), di colore dapprima giallo-aranciato, da porpora a violaceo a maturazione avvenuta.

 

Periodo di fioritura

Giugno-Agosto.

 

Territorio di crescita

Pianta originaria dei Paesi nordici di Europa, Siberia e Nordamerica; in Italia è limitata alle zone più elevate del settore alpino.

 

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Habitat

Rupi, praterie alpine, ghiaioni, sorgenti di alta montagna. Rara su terreno calcareo, assai più frequente su terreno siliceo, da 1500 ad oltre 3000 m di quota.

 

Somiglianze e varietà

R. rosea è l'unica specie del genere presente in Italia.

La Rhodiola ha molti caratteri in comune con piante del genere Sedum, compreso in particolare il numero degli stami: ciò spiega perché alcuni autori la ascrivono a questo genere. Carattere differenziale importante è il margine fogliare, interissimo nei Sedum e dentellato in Rhodiola.

 

Specie protetta

Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano.

 

Costituenti chimici

Le indagini fitochimiche sulle radici di R. rosea hanno rilevato la presenza di alcuni, distinti gruppi di metaboliti secondari: fenil propanoidi (rosavina, rosina, rosarina); derivati del feniletanolo (salidroside o rhodioloside, tyrosolo); flavonoidi (rodiolina, rodionina, rodiosina, acetilrodalgina, tricina); monoterpeni (rosiridolo, rosaridina); triterpeni (daucosterolo, b-sitosterolo); acidi fenolici (clorogenico, idrossicinnamico, gallico).

 

Uso Alimentare

Le giovani foglie e germogli possono essere consumati crudi o cotti, come gli spinaci. Hanno un sapore leggermente amaro, non a tutti gradito. Gli steli, cotti, possono essere mangiati come gli asparagi. Anche le radici possono essere consumate sia crude che cotte. I Nativi Americani delle regioni al Nord usavano far fermentare le radici prima di consumarle.

 

Uso Cosmetologico

La specie non entra propriamente nella composizione di prodotti cosmetici ma viene utilizzata come dimagrante, in grado di abbassare il livello di grassi nei tessuti e di alleviare e controllare la fame nervosa.

 

Uso Farmacologico

I molti e diversi componenti attivi presenti in questa specie sono stati oggetto di interesse crescente, per l'utilizzo in campo farmacologico. Le ricerche hanno evidenziato che Rhodiola rosea, regolando la risposta ormonale dell'organismo, è in grado di esercitare svariate attività, prima fra tutte quella adattogena, ossia di incrementare la flessibilità e l'adattabilità corporea ad ogni cambiamento, migliorando la resistenza fisica (è anche un cardioprotettivo) e la capacità di apprendimento. Documentata è la capacità di mantenere alti i livelli di serotonina, di catecolamine e di normalizzare il livello di dopamina nel sangue: è quindi un antidepressivo efficace e un potenziale coadiuvante alle convenzionali terapie farmacologiche per la cura del Morbo di Parkinson. Infine è dimostrato che, per la presenza di rosavina, è in grado di influire sul metabolismo dei grassi nell'organismo, il che la rende un efficace coadiuvante nel controllo del peso corporeo.

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

La specie è stata usata da tempi immemorabili nella medicina tradizionale di molti e distanti paesi. Malgrado sia originaria delle regioni nordiche la sua fama leggendaria ed il suo utilizzo si sono diffusi in tutto il mondo: sappiamo, per esempio, che nell'antica Grecia era conosciuta ed apprezzata pianta medicinale, le cui applicazioni terapeutiche erano documentate fin dal 77 d. C. dal medico Dioscoride nel suo "De Materia Medica". I Greci, tuttavia, non sono l'unico antico popolo che ne apprezzava il valore: sappiamo che i Vichinghi facevano uso di questa pianta per aumentare la forza fisica e che gli imperatori della Cina inviavano spedizioni nella Siberia per procurare la "Rosa d'Oro", da utilizzare per preparazioni medicinali. In Siberia, ancora ai giorni nostri, si dice che coloro che bevono regolarmente il tea di R. rosea vivranno cent'anni e la pianta viene usata per favorire la fertilità femminile e per curare l'impotenza maschile. Nel 1725, il botanico svedese Carl Linnaeus (Linneo) dette alla specie il suo nome attuale e ne raccomandò l'utilizzo per trattare le ernie, l'isteria, l'emicrania e le eccessive secrezioni vaginali.

La moderna fitoterapia ne utilizza la radice come adattogeno, nella cura di aritmie cardiache e palpitazioni, contro l'impotenza sessuale, contro la depressione e l'ansia.

 

Note

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi .... - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

Link utili

 

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Rhodiola rosea L. - Regione Piemonte, Valsesia, m 2200 s.l.m., 25 luglio 2008 - foto di R.M.Fondi

 

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