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Raphanus raphanistrum L.


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Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum

 

Sinonimi

Raphanus sylvestris Lam.

R. raphanistrum L. subsp. microcarpus (Lange) Thell.

R. raphanistrum L. var. microcarpus Lange

 

Tassonomia

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae)

Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones)

Ordine: Capparales (Brassicales - APG-)

Famiglia: Cruciferae (Brassicaceae)

 

Nome italiano

Ravanello selvatico, ramolaccio.

 

Etimologia

Col nome Raphanus (o Rhaphanus) i latini identificavano sia il ravanello coltivato [R. sativus L.], sia il R. raphanistrum, citato da Catullo (I sec. a. C.) e da Plinio il Vecchio (I sec. d. C.); tale nome è stato ereditato dai greci, e fonti scritte che lo citano risalgono a Teofrasto (IV sec. a. C.) che lo chiamava ῥάφανος (rafanos), o ῥαφανὶς (rafanis), con quest'ultimo nome è menzionato anche da Dioscoride (I sec. d. C.), e deriverebbe dalle parole ραδίως (radios) = facilmente e φαίνω (faino) = apparire, forse in riferimento alla rapidità con cui la pianta si sviluppa; raphanistrum ha la stessa etimologia di Raphanus, e ne rappresenta la forma dispregiativa, col significato di "ravanellastro", in riferimento alla sua rusticità.

 

Descrizione

Pianta erbacea annuale alta fino a 80 cm, con grossa radice bianco-bruniccia fittonante e poco ramificata; fusti poco ramificati (rami sempre all'ascella di una foglia), verdi o scuramente arrossati, da glabrescenti a fittamente pelosi almeno nella porzione basale, per pelosità setolosa e irta, generalmente retrorsa o sub-patente, che la rende quasi pungente al tatto; prima dello sviluppo del fusto è presente una rosetta basale di foglie caduche; una volta che il caule è ben sviluppato queste cadono, lasciando alla sua base evidenti cicatrici.

 

Foglie

Lirate con 2-8 paia di segmenti da ovati a lesiniformi, asimmetrici e irregolarmente dentellati, diminuenti di dimensioni verso la base del rachide; segmento apicale da largamente ovato a lanceolato; foglie basali lunghe fin oltre i 20 cm, diminuenti via via di dimensioni verso l'apice; quelle più in alto lunghe pochi cm, intere, da strettamente lanceolate a sublineari-lesiniformi; picciolo slargato alla base, semi-abbracciante il fusto, con solco longitudinale sulla faccia adassiale; pelosità irta e breve, poco evidente, ma ben avvertibile al tatto, e per la quale le foglie tendono ad appiccicarsi agli abiti.

 

Fiori

Lassamente riuniti in pannocchie apicali, acropete, portanti sia bocci, che fiori, che frutti in diverse fasi di maturazione; ciascun fiore è portato da un lungo pedicello, spesso accrescente; sepali 4, sempre arrossati, eretti e appressati all'unghia dei petali; corolla cruciata, con petali bianchi, a volte leggermente ingialliti (in uno stesso esemplare possono coesistere sia fiori bianchi che ingialliti), mai gialli, con sottile, ma evidente (su entrambe le facce, ma più marcatamente su quella abassiale) venatura violetto-scura; lamina ovato-spatolata e unghia lunga; stami 6, tetradinami (4 lunghi disposti al centro della corolla e 2 più brevi laterali) con antere allungate e ottuse; gineceo con ovario supero 2-carpellare sincarpico.

 

Frutti

Silique lomentacee generalmente erette o sub-erette e formanti un angolo ottuso rispetto all'asse del relativo pedicello, non appressate al rachide fruttifero, indeiscenti, con (3) 5 - 10 (15) articoli contenenti ciascuno 1 seme, con strozzature ben marcate, ovvero poco evidenti, oppure alcune ben marcate e altre poco evidenti, e con un becco apicale di lunghezza variabile [da (0,5) 1 a 3 cm], conico, sterile.

 

Periodo di fioritura

Da marzo a giugno, nelle Regioni con inverni miti la fioritura può avvenire anche nei mesi autunnali e invernali.

 

Territorio di crescita

Specie nativa dei Paesi europei, Nordafrica e Medio-Oriente, ora diffusa entro la fascia fredda e temperato-fredda di Europa, Africa, Asia e America settentrionale; spontanea in tutto il territorio italiano*.

 

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Habitat

Prati, zone ruderali, bordi stradali, infestante nelle colture, specie quelle cerealicole, dal livello del mare fino a 1300-1400 m di quota, in alcuni casi anche oltre.

 

Somiglianze e varietà

  • R. raphanistrum L. subsp. landra (Moretti) Bonnier et Layens [= R. landra DC. = R. raphanistrum L. subsp. maritimus (Sm.) Thell = R. maritimus Sm.], con petali per lo più gialli (ma a volte anche bianchi), con le medesime venature violacee della subsp. raphanistrum, silique generalmente più ingrossate [diam. > (4) 5 mm] rispetto alla subsp. raphanistrum [diam. < 4 (5) mm], e con un numero di articoli < 5 [nella subsp. raphanistrum > 5]; presente in tutte le Regioni italiane ad eccezione di Val d'Aosta, Trentino A. A., Liguria, Emilia Romagna e Puglia*.
  • R. sativus L. [= R. raphanistrum subsp. sativus (L.) Domin] (Ravanello coltivato), portante radice molto ingrossata napiforme o globosa di colore rosso, commestibile, siliqua con diametro > 8 mm [in R. raphanistrum s. l. < 8 mm], subcilindrica, solo leggermente ingrossata in corrispondenza dei semi che possono essere da 2 a 10, e terminante con un becco conico; in Italia specie alloctona inserita per via delle colture a fini alimentari, presente allo stato naturalizzato in tutte le Regioni, ad eccezione di Val d'Aosta, Lombardia, Liguria e Marche, dubbia la presenza in Sardegna.
  • Eruca vesicaria (L.) Cav. [= E. sativa Mill.] (Rucola coltivata), molto simile a R. raphanistrum subsp. raphanistrum, si può distinguerla facilmente osservando le silique, portate da un brevissimo picciolo, erette ed appressate al rachide fruttifero, subcilindriche non lomentacee e non ingrossate in corrispondenza dei semi, terminanti all'apice con un becco conico apicale generalmente < 1cm; presente in tutte le Regioni italiane, ad eccezione di Val d'Aosta, Lombardia e Calabria, in alcune (Trentino A. A., Veneto e Marche) come specie alloctona naturalizzata; specie coltivata a scopi alimentari.

* Per quanto riguarda la Puglia i dati riportano la presenza di R. raphanistrum s. l.; verosimilmente, come nelle Regioni limitrofe, sono presenti entrambe le sottospecie.

 

Specie protetta

Non è previsto alcun piano di protezione per questa specie.

 

Costituenti chimici

Glucosinati, tannini, proteine, lipidi, carboidrati, zuccheri, amido, minerali (sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo), tiamina, riboflavina, niacina, vitamine (A, C, E).

 

Uso Alimentare

Le foglie, quando sono ancora tenere, sono un’ottima aggiunta alle insalate. Lessate o saltate in padella, accompagnano gli arrosti. Vanno colte in primavera perché, più tardi, diventano amare. Anche la grossa radice, ricavata da piante di almeno due anni, può essere utilizzata in cucina: grattugiata al momento, oppure conservata sott’olio o sott’aceto o come aggiunta a salse. Ha un sapore piccante, che si accompagna bene a bolliti, carni e verdure. L’uso è, tutto sommato, sovrapponibile a quello del cren (Armoracia rusticana) con cui a volte questa specie viene confusa nel nome popolare di Rafano.

 

Uso Cosmetologico

Dalle radici fresche, affettate e lasciate sotto sale per qualche ora perché rilascino il succo, si ottiene una maschera per il viso che serve a schiarire le efelidi.

 

Uso Farmacologico

Gli isocinati, contenuti in questa ed in altre specie, sono oggetto di studio dei ricercatori come potenziali agenti di protezione contro il cancro, in quanto inibiscono gli effetti cancerogeni di molte sostanze.

Raphanus raphanistrum fa parte di un gruppo di piante, tradizionalmente usate dalla Medicina veterinaria in Catalogna, per trattare una micosi che colpisce il pelo, le unghie e la pelle di bovini, conigli, cani ed altri animali domestici e che può contagiare anche l’uomo.

 

 

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

 

Medicina alternativa e Curiosità

Le parti aeree della pianta sono usate, nella medicina popolare, per stimolare le funzioni gastriche. Il succo è stato utilizzato per trattare la litiasi biliare e indagini scientifiche hanno evidenziato che esso facilita la diuresi e l’evacuazione della cistifellea, con effetti positivi anche sui disturbi artritici e l’orticaria, associati alle disfunzioni della funzione epatica.

 

Note

I semi possono mescolarsi a quelli del frumento e dare origine ad una intossicazione alimentare conosciuta col nome di Rafania.

 

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Gian Battista Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

 

Link utili

 

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

 

Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum, Regione Sardegna, 30 m s. l. m., 21/02/2009 - foto di G.B. Pau

 

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