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Tephrocybe ambusta (Fr. : Fr.) Donk 1962


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Tephrocybe ambusta (Fr. : Fr.) Donk 1962

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Lyophyllaceae
Genere Tephrocybe

Sinonimi

Lyophyllum ambustum (Fr.) Singer 1943

Etimologia
Dal latino ambùstum = bruciato tutto intorno, per l’habitat.

Cappello
2,5-4,0 cm, da emisferico-ombellicato a concavo-depresso, bruno scuro, margine arrotondato, superficie glabra un poco lubrificata.

Lamelle
Da adnate ad appena decorrenti, larghe, piuttosto fitte, beige-biancastre, poi imbrunenti, intercalate da lamellule.

Gambo
3-5 × 0,25-0,40 cm, cilindrico, pieno, poi fistuloso, subconcolore al cappello, più o meno ricoperto da una pruina bianca.

Carne
Esigua, fibrosa, biancastra, brunastra verso la parte esterna del gambo; odore farinoso; sapore mite.

Habitat
A gruppi di alcuni esemplari, su terreno bruciato.

Microscopia
Spore 5,4-5,7 µm, globose, guttulate, con superficie leggermente ondulata.
Basidi 29-31 × 7,4-8,0 µm, cilindrico-clavati, tetrasporici, con contenuto granuloso siderofilo.
Cheilocistidi e pleurocistidi assenti.
Epicute formata da ife cilindriche, più o meno parallele, di aspetto un poco gelificato; pigmento epiparietale di colore giallo-brunastro.
GAF presenti.

Commestibilità o Tossicità
Non commestibile.

Osservazioni
Il luogo di crescita è stato interessato da un incendio circa otto mesi prima del ritrovamento; l’igrofaneità della carne così come la striatura per trasparenza al bordo del cappello (Consiglio & Contu, 2002, 2: 152), non è stata riscontrata.

Specie simili
IL Genere Tephrocybe Donk, comprende specie dai caratteri macroscopici relativamente omogenei, la determinazione viene spesso affidata all’osservazione dei caratteri microscopici ed in particolare delle spore. Tephrocybe atrata Fr. Donk e Tephrocybe anthracophila (Lasch) P.D. Orton, condividono lo stesso habitat carbonicolo, la prima si riconosce per le spore ellittiche lisce o pressoché, la seconda invece per le spore globose lisce.Tephrocybe gibberosa (Jul. Schäff.) P.D. Orton, si differenzierebbe secondo Bon (1999) sopprattutto per le spore globose con forti protuberanze prominenti, tuttavia, viene cosiderata da Moser (2000) come sinonimo della specie qui descritta.

Bibliografia
EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.
BON, M., 1999. Les Collybio-Marasmïoïdes et ressemblants. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 5. Lille: Ed. Association d'Ecologie et de Mycologie.
CONSIGLIO, G. & CONTU, M., 2002. Il Genere Lyophyllum P. Karst emend. Küner, in Italia. Rivista di Micologia, Anno XLV, 2: 99-181. Ed. AMB.
MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia.
CETTO, B., 1993. I funghi dal vero. Vol. 7. Ed. Saturnia.
CONSIGLIO, G., PAPETTI, C. & SIMONINI, G. 2001. Atlante dei Funghi d’Italia. Vol. 1. Ed. AMB.

Scheda di proprietà AMINT - realizzata da Sergio Mombrini - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Lombardia; Dicembre 2011; Foto di Sergio Mombrini.

Esemplari in habitat.

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Spore.

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Basidi.

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GAF.

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Epicute.

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