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Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris


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Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris

Sinonimi
Primula acaulis (L.) Hill
Primula veris L. var. acaulis L.

Tassonomia
Regno:Plantae
Divisione:Magnoliophyta
Classe:Magnoliopsida
Ordine:Primulales
Famiglia:Primulaceae

Nome italiano
Primula comune, Primavera, Occhio di civetta.

Etimologia
Primula dal latino primus = primo, questo nome è stato assegnato per indicare la loro precocità rispetto alle altre specie primaverili. Vulgaris = comune

Descrizione
Pianta erbacea perenne o biennale, priva di scapo fiorale (ovvero, solo molto raramente è possibile che lo porti, e, in tal caso, i fiori sono disposti ad ombrella); rizoma piccolo, carnoso-inciso di colore scuro, con numerose radichette.

Foglie
Le foglie, tutte disposte in rosetta basale, spatolate, semplici, sono di colore verde, rugose, glabre superiormente, pelose inferiormente; il margine è disordinatamente scabro o dentato, l'apice ottuso; il picciolo è alato, da molto più breve a lungo quanto la lamina foliare.

Fiori
I fiori sono solitari, ermafroditi, sorretti da un peduncolo pubescente alto fino a 15 cm; calice gamosepalo-tubuloso diviso in 5 denti stretti, lunghi non più della sua metà; in corrispondenza dell'asse mediano di ciascun dente vi è un nervo ben rilevato che percorre il calice per tutta la sua lunghezza; corolla gamopetala-ipocrateriforme, suddivisa in 5 lobi obcordati, da bianca a gialla, raramente bianco-smeraldina, ma quasi sempre con una macchia di colore giallo molto carico, e molto evidente, alla base di ciascun lobo sulla faccia adassiale; stami 5, brevistili o longistili, saldati alla parte superiore del tubo corollino; ovario supero 5-carpellare, monoloculare, plurispermo; lo stigma è più breve del tubo corollino, quindi da esso celato. La riproduzione è entomogama.

Frutti
Il frutto è una capsula ± globosa, lunga all'incirca 7 mm, contenente numerosissimi semi.

Periodo di fioritura
Fiorisce da febbraio a marzo.

Territorio di crescita
Specie spontanea del Continente Europeo, inclusa la Regione Caucasica, dell'Asia Minore e del Nordafrica; in Italia è spontanea in tutte le Regioni.

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Habitat
Cresce su terreni calcarei umidi, vicino a torrentelli, muri a secco, prati e boschi, dal livello del mare fino a 1200-1500 m di quota (solo sul Gran Sasso è segnalata fino a 2000 m s. l. m.), nel meridione e nelle isole è specie prettamennte montana.

Somiglianze e varietà
Si distingue bene dalle altre primule a fiori gialli perché l'unica a non avere scapo fiorale, e quindi a portare fiori solitari su peduncoli ascellari; la specie più affine è P. elatior (L.) Hill, che porta, però, fiori in ombrelle su uno scapo lungo fino a 30 cm, le foglie sono pubescenti anche sulla pagina superiore e non sono spatolate (anche se il picciolo è comunque alato), e cioè si restringono bruscamente, alla base, sul picciolo (questo carattere è, però, meno evidente nella subsp. intricata (G. et G.) Widmer), si tratta di una specie montana che generalmente si rinviene oltre i 600 m di quota, ed è presente in Piemonte, Lombardia, Trentino A. A., Veneto, Friuli V. G, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Abruzzo, la presenza in Umbria è da verificare.

Specie protetta
L. R. 11/09/1979, n. 45 Abruzzo, "Provvedimenti per la protezione della flora in Abruzzo", art. 3 e tab. B dell'all. A, in cui sono indicate tutte le Primula sp.

L. R. 25/10/1982, n. 22 Molise, "Disciplina della raccolta dei funghi e dei tartufi", all'art. 3 è vietata la raccolta anche parziale della pianta, ad eccezione del frutto, di tutte le Primula sp.

L. R. 23/02/1999, n. 9 Molise, "Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona (...)", all'art. 5, comma 4 viene proibita la raccolta di P. vulgaris.

L. R. 06/04/2000, n. 56 Toscana, "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche (...)", nell'all. C1 si limita la raccolta di tutte le Primula sp. a non più di 10 steli.

Costituenti chimici
I principali componenti sono flavonoidi, carotenoidi, olio essenziale, sali potassici. I sepali contengono saponine. Nelle radici sono presenti anche glicosidi e zuccheri

Uso Alimentare
Le foglie di primula si usano sole o assieme ad altri tipi di verdura, sia in insalata che lessate e condite o per fare delle minestre. Con i fiori si preparano marmellate, dolci e si può aromatizzare l’aceto di vino. Il rizoma serve per aromatizzare la birra.

Uso Cosmetologico
Pare che praticando dei massaggi sul viso con il succo della pianta, questo sia in grado di far scomparire le macchie cutanee scure. L'infuso in cosmesi può essere usato come decongestionante per le pelli arrossate.

Uso Farmacologico
La radice e il rizoma sono ricchi di saponine triterpeniche (es. primulina ) che conferiscono alla pianta proprietà espettoranti e mucolitiche. I fiori contengono derivati terpenici come primaverina e primulaverina (derivate dall’acido salicilico), con proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche. Contengono inoltre flavonoidi e carotene (provitamina A) che svolgono attività antiossidante nell’organismo.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
La primula ha una lunga storia per quanto riguarda il suo uso medicinale ed è stata, soprattutto, impiegata per trattare situazioni che coinvolgono spasmi, crampi e dolori reumatici. Pur contenendo più o meno i medesimi principi attivi di Primula veris è, in genere, considerata meno efficace di questa. Contiene saponine, che hanno un effetto espettorante, e salicilati, che sono il principale ingrediente dell’Aspirina ed hanno effetti antinfiammatori e febbrifughi. Ha proprietà sedative e vulnerarie: le donne in gravidanza devono astenersi dall’uso dei rimedi ricavati da questa specie, come anche le persone che hanno reazioni di sensibilizzazione all’aspirina o coloro che stanno assumendo prodotti anticoagulanti.

Il rizoma, che emana un profumo simile all'anice, è impiegato nella cura di bronchiti, asma bronchiale, pertosse, reumatismi delle articolazioni, gotta, insonnia. Il decotto di foglie e fiori per disinfettare le ferite e come emostatico. Le radici e la pianta hanno proprietà anodine, antispastiche, astringenti, emetiche, sedative e vermifughe. Un infuso dalle radici è un buon rimedio per l’emicrania di origine nervosa. Un unguento ricavato dalla pianta intera è un buon trattamento per le ferite sulla pelle.

L’intera pianta, al momento della fioritura, ha buone proprietà sedative e, ai nostri giorni, la tintura madre viene utilizzata con un certo successo nei disturbi di origine psicosomatica e nell’insonnia. La Primula, nel linguaggio dei fiori, essendo il primo fiore a sbocciare dopo l’inverno, rappresenta la prima giovinezza ed è considerata augurio di buona fortuna, poiché annuncia la bella stagione.

Santa Ildegarda (studiosa di medicina vissuta in Germania nel XI° secolo) la consigliava come rimedio contro la malinconia. Portata sul cuore, a contatto con la pelle, trasmetteva la forza del sole di mezzogiorno. Nel 1884 Lord Randolph Henry Spencer Churchill, adottò la primula come simbolo del Partito Conservatore inglese e questo simbolo è in uso ancora oggi.

Note
I contadini dicevano che ciuffi di primule vicino al pollaio, impedissero alle galline di fare le uova regolarmente. Altre credenze attribuivano alle primule il potere di allontanare gli spiriti del male, di aiutare a scoprire tesori sepolti, proclamandole infine come il fiore prediletto dalle ninfe e dai folletti del bosco. Nel mondo delle fate si dice che la primula abbia il potere di rendere visibile l'invisibile. Infatti, si racconta che, per chi ci crede, mangiare le primule sia un metodo sicuro per vedere le fate.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Link utili

Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Marika

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