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Phlebia rufa (Pers. : Fr.) M.P. Christ. 1960


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Phlebia rufa (Pers. : Fr.) M.P. Christ. 1960

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia Meruliaceae

Sinonimi
Merulius rufus Pers. : Fr. 1801

Etimologia
L'epiteto Phlebia deriva dal greco φλεβός [phlebós] = vena, per il carpoforo generalmente di forma fleboide o tubercolata.
L'epiteto rufa deriva dal latino rūfus = rosso, fulvo, per la tendenza del fungo a divenire rossiccio.

Carpoforo
Fungo corticolo, resupinato, adeso al substrato di legni fortemente marcescenti il quale presenta all’inizio un imenio tenero, molle, ceroso, in seguito gommoso, duro; è irregolare, corrugato, formato da un misto di pori a labirinto e creste sinuose prima biancastre e poi via via sempre più rosate o rossicce; di norma ha un bordo liscio o un poco tubercolato, pubescente e biancastro o con qualche macchia rossastra. Il basidioma può presentarsi anche con tonalità giallastre. Odore e sapore non significativi.

Habitat
Cresce in genere su legno marcescente di latifoglie. Raro su conifera.

Microscopia
Spore 3,8-5,6 × 2-2,8 µm, cilindriche-ellissoidali, talune suballantoidi, ialine e biguttulate.
Basidi di larghezza inferiore ai 5 µm, tetrasporici, cilindrico-clavati e slanciati.
Leptocistidi 60-90 × 10-15 µm, abbondanti, settati, con le estremità ifali clavate.
Sistema ifale monomitico con presenza di GAF.

Commestibilità e Tossicità
Non commestibile.

Specie simili
Phlebia tremellosa (Schrad. : Fr.) Nakasone & Burds. = Merulius tremellosus Schrad. : Fr. che si presenta con forme resupinate, sviluppandosi di solito in piccole mensole. Si distingue per la consistenza gelatinosa della carne e per le spore più piccole.
Phlebia radiata Fr. : Fr. la quale si differenzia per i colori di norma più vivi, aranciati e per l’imenoforo che si sviluppa radialmente.

Osservazioni
Sopecie molto comune, presente di norma tutto l’anno. Colonizza i legni a terra su piccole aree o ricoprendone una vasta superficie. La sua funzione è estremamente importante in quanto contribuisce in maniera rilevante alla degradazione del legno a terra.

Bibliografia
BERNICCHIA, A. & GORJON, S.P., 2010. Corticiaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 12. Alassio (SV): Ed. Candusso.
BERNICCHIA, A., 2005. Polyporaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 10. Alassio (SV): Ed. Candusso.
EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Umbria, bosco misto di Pino, Leccio e rare Querce del Monte Subasio - Spello (PG); Ottobre 2016; Foto e microscopia di Stefano Rocchi.
(Exsiccatum SR20161015-01)

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Spore 3,8-5,6 × 2-2,8 µm, cilindriche-ellissoidali, talune suballantoidi, ialine e biguttulate. Osservazione in acqua, a 1000×.

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Osservazione in melzer, a 1000×.

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Basidi di larghezza inferiore ai 5 µm, tetrasporici, cilindrico-clavati e slanciati. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.

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Leptocistidi 60-90 × 10-15 µm, abbondanti, settati, con le estremità ifali clavate. Osservazione in rosso Congo, a 400.

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Osservazione in rosso Congo, a 1000.

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Sistema ifale monomitico con presenza di GAF. Osservazione in rosso Congo, a 1000.

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Phlebia rufa (Pers. : Fr.) M.P. Christ.; Regione Umbria; Novembre 2018; Foto di Stefano Rocchi. 
I Comitato scientifico del Circolo Micologico Naturalistico Perugino sull'isola Polvese presso il Centro cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri ed aree umide di Arpa Umbria.
(Exsiccatum SR20181110-02)

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Phlebia rufa (Pers. : Fr.) M.P. Christ.; Regione Umbria; Novembre 2021; Foto di Giovanni Galeotti. 

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Cistidi clavati. Osservazione in rosso Congo, a 400×.

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Sistema ifale monomitico. Osservazione in rosso Congo, a 400×.

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Basidi clavati per lo più tetrasporici. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.

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Cistidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.

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Spore suballantoidi. (4,7) 4,9-6,0 (6,3) × (2,0) 2,1-2,7 (3,1) µm; Q = (1,7) 2,0-2,7 (3,1); N = 30; Media = 5,6 × 2,4 µm; Qm = 2,3. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.

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