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mauroo

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  1. Eccomi qui.

    Premetto che io non ho mai messo il naso per separare coriophora da fragrans, il mio olfatto è poco efficiente. Ho segnalazione di convivenza tra fragrans e coriophora sullo stesso sito da parte di persona affidabile (Massimo Puglisi) in provincia di Savona. Un paio di giorni fa io e Dino Pavone ci siamo recati in provincia di Cuneo dove gli amici Fernando e Remo ci hanno portato a vedere una ricca stazione di coriophora (più di 600 esemplari). Le piante erano in gran parte in frutto e solo alcune in perfetta fioritura in luoghi un più ombreggiati e freschi. Ai margini dell'area occupata dalle coriophora abbiamo rinvenuto una piccola stazione non nota (qualche decina di esemplari) di coriophora fragrans con alcune piante in piena fioritura e varie altre a fine fioritura con fiori ancora perfettamente leggibili. Riguardo agli odori emessi dalle coriophora voglio raccontare un piccolo aneddoto. Alcuni anni fa venne un amico, grande conoscitore di Orchidee, per vedere le coriophora. La prima cosa che fece fu quella annusare i fiori, si alzò perplesso dicendo: "non sento odori". Trovammo uno stelo spezzato e l'amico per  fare altre foto lo mise in bocca; dopo pochi istanti prese a sputacchiare e continuò a lungo per il sapore sgradevole di cimice che aveva  in bocca. Questo ci dice che anche coriophora, così come fragrans, talvolta emette odori poco percettibili. Se ne deduce che l'odore è un carattere non sempre affidabile.

    A. coriophora coriophora è entità prevalentemente centro europea in forte regresso, si ritiene per la scomparsa degli habitat a lei idonei. In Italia è rarissima e presente solo lungo l'arco alpino, non necessariamente a quote elevate, dalla Liguria (IM e SV) al Friuli, poche persone l'hanno incontrata  e pochissime la sanno riconoscere. A. coriophora fragrans è invece entità prevalentemente mediterranea, più o meno frequente lungo tutta la penisola. e non corre molti rischi. Qui in provincia di Imperia sono presenti soltanto quattro stazioni di coriophora, solo una con una ricca popolazione di 400-500 esemplari; si trovano in prati un tempo sfalciati, oggi blandamente pascolati, in luoghi relativamente freschi e talvolta parzialmente umidi. La subsp. fragrans invece è molto frequente e numerosa e frequenta una grande varietà di ambienti. Fiorisce prima la coriophora a 1000 m di altitutudine della fragrans al livello del mare. In condizioni analoghe coriophora a 1000 m fiorisce in maggio, fragrans a 850 m in giugno.

    Dopo questa lunga premessa passiamo ai caratteri che consentono di separare le due entità.

    coriophora: colorazione tipicamente rosso-vinosa dell'infiorescenza un po' in tutte le sue parti; infiorescenza cilindrica nella quale in apparenza i fiori si aprono quasi contemporaneamente (sommità tronca); labello fortemente ginocchiato con lobo centrale poco più lungo dei laterali; casco tepalico breve e acuto; sperone sempre rosso o rossastro; gli esemplari chiari, che non mancano, presentano colorazione verde-olivacea con sperone sempre rossastro, non è presente mai il bianco che si vede nelle foto di Lucy della fragrans.

    fragrans: infiorescenza con colorazione di solito più o meno chiara (più chiara che in coriophora); infiorescenza dapprima cilindrico-conica (i fiori si aprono gradualmente dal basso verso l'alto), poi cilindrica; labello ginocchiato (meno che in coriophora) solitamente con lobo centrale ben più lungo dei laterali; casco tepalico di solito allungato e acuminato; sperone molto frequentemente bianco o biancastro, sfumato di rosso negli esmplari più scuri; gli esemplari chiari (assai frequenti) presentano molto bianco, il verde quando presente è netto e non sporco come in coriophora.

  2. Le prime nove foto del primo gruppo mostrano delle coriophora, l'ultima è una fragrans.

    Le prime quattro del secondo gruppo sono fragrans, la quinta è una coriophora, l'ultima ancora una fragrans.

    La coriophora fiorisce di solito 15 giorni prima (o più) rispetto alla fragrans. Qui in provincia di Imperia a 1000 m fiorisce prima la coriophora delle fragrans che si trovano al livello del mare. In condizioni analoghe di solito la coriophora (1000) fiorisce in maggio e la fragrans (850 m) in giugno.

    Mi riprometto prossimamente di portare un contributo per aiutare a capire quali sono le differenze che consentono di separare le due entità.

  3. Ciao Bruno, eravamo un po' più in alto, intorno ai 1400 m.

    Goodyera repens in Provincia di Imperia è l' orchidea più numerosa. E' presente in boschi di conifere o misti, qui è legata quasi esclusivamente al pino silvestre. Stimo la presenza di 500.000-1.000.000 di rosette basali, quindi in questa parte di Liguria non è sicuramente poco comune.

  4. Quella indicata come ginostemio è invece l'antera. Quello indicato come rostello è invece il viscidio o glande rostellare. Nella foto-schema di Monica non è ben visibile lo stimma e neppure il clinandrio (letto su cui appoggiano le masse polliniche). Nelle Orchidacaee il ginostemio è la colonna che contiene tutti gli elementi riprodottivi ad eccezione dell'ovario, queti elementi sono l'antera con i pollinii e lo stimma.

    La foto deve essere fatta dal basso, perchè è importante vedere se i pollinii (=masse polliniche) poggiano su un clinandrio oppure brancolano nel vuoto (clinandrio assente); basta inclinare leggermente la pianta. E' bene fotografare il fiore più 'fresco'.

    Nella varietà peitzii il clinandrio è assente.

  5. Piante che a me sembrano simili sono state segnalate da R. Kranjcev per l'alta Istria come Epipactis versus peitzii (Epipactis leptochila var. peitzii). Quest'ultima è una entità della quale si conoscono soltanto poche stazioni in Germania; è priva di clinandrio. Ci vorrebbe una foto ravvicinata del ginostemio ed in particolare dei pollinii visti dal basso.

  6. Esaminiamo il ginostemio di Epipactis helleborine ben visibile nell'ultima foto di Nicola.

    In alto vediamo l'antera (masserella giallo verdina con lateralmente due ali brunastre), Subito sotto l'antera sono visibili i pollinii, i quali in Epipactis helleborine poggiano su un letto spesso costituito da due fossette affiancate: il clinandrio. Immediatamente sotto i pollinii e leggermmente più avanzato rispetto a questi si trova una masserella subsferica il viscidio, che se urtato leggermente libera una sotanza vischiosa che consente l'asportazione dei pollinii (provare a toccare il viscidio con la punta di un ago o anche con un dito). Infine in basso si trova lo stimma, che si presenta con una superficie rettangolare o subtrapezoidale ricoperta da sostanze vischiose e destinata a ricevere il polline.

    L'antera in alcune specie è sessile come in E. helleborine, in altre specie è peduncolata come in E. leptochila.

    Il clinandrio può essere ben sviluppato come in E. helleborine, può essere parzialmente sviluppato come avviene spesso in E. leptochila o mancare completamente come in E. muelleri.

    Il viscidio può essere ben sviluppato ed efficace come in E. helleborine, può essere presente ma non efficiente come avviene spesso in E. leptochila o può mancare completamente come in E. muelleri.

    I pollinii possono presentarsi in masserelle compatte ben agglutinate come in E. helleborine o possono sfarinarsi più o meno rapidamente sullo stimma sottostante come avviene per le specie autogame.

    In un fiore nel quale i pollinii sono stati asportati non sono ovviamente più presenti i pollinii e neppure il viscidio, mentre si mostra in bell'evidenza il clinandrio "vuoto".

    Spero di non essermi troppo dilungato e di essere stato abbastanza chiaro. Ci vorrebbe qualcuno che mettesse in evidenza sulla foto di Nicola i vari elementi del ginostemio, io non lo so fare.

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