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ENTRO IL 2050 LA TERRA MORIRA'

(articolo gentilmente concesso dal sito www.animalieanimali.it di Licia Colò)

Tutti speriamo che queste previsioni siano troppo pessimistiche.....ma i dati rilevati sono fatti e ci devono far pensare ....e molto

La Redazione



Rapporto Wwf in anteprima, il punto di non ritorno se non ci sarà una rapida inversione di tendenza sul consumo delle risorse naturali e la distruzione degli animali.

9 luglio 2002 - Se le risorse naturali continueranno ad essere sfruttate al ritmo attuale, entro il 2050 la Terra morirà e l'uomo per sopravvivere dovrebbe colonizzare altri due pianeti. A suonare il campanello d'allarme è il World Wild Fund (WWF) in un rapporto che viene presentato oggi a Ginevra.Lo studio - anticipato dal domenicale britannico "The Observer"- rivela che più di un terzo del mondo naturale è stato distrutto dall'uomo durante gli ultimi tre decenni.Secondo il Rapporto, basato sull'analisi di dati scientifici raccolti in tutto il mondo, o si riduce rapidamente e in grande misura il tasso dei consumi o il pianeta non sarà più in grado di sostenere la crescente popolazione. I mari non avranno più pesce e le foreste, che assorbono le emissioni di anidride carbonica, saranno distrutte e le sorgenti di acqua diventeranno scarse ed inquinate. "Le cose stanno peggiorando più rapidamente di prima. Mai una singola specie aveva avuto una tale influenza sul pianeta. Stiamo entrando in un territorio incerto", ha detto a "The Observer" Martin Jenkins, consulente del centro di monitoraggio ambientale che ha collaborato alla stesura del rapporto intitolato "The Living Planet" (Il Pianeta vivente).Dati elaborati dal centro rivelano che il numero dei rinoceronti neri è diminuito dai 65.000 del 1970 agli attuali 3.100. Gli elefanti africani nel 1980 erano 1,2 milioni, ora sono meno di mezzo milione, mentre la popolazione delle tigri si è ridotta nell'ultimo secolo del 95%. Ma a rischio non sono solo gli animali selvatici. Sulla via dell'estinzione anche i passeri ed altre specie di uccelli comuni che un tempo erano numerosi nei giardini e nelle campagne in Europa, mentre in drastico calo appaiono le riserve ittiche del Nord Atlantico decimate dal supersfruttamento sistematico dell'Oceano. Gli esperti sottolineano che è difficile determinare quante specie siano già scomparse perchè per decretare ufficialmente l'estinzione di un animale devono passare cinquanta anni dall'ultimo avvistamento.Lo studio rivela anche una drastica caduta dell'ecosistema del pianeta fra il 1970 e il 2002 con la superficie coperta da foreste diminuita del 12%, la biodiversità dell'oceano di un terzo e le risorse d'acqua fresca del 55%."Living Placet" usa un indice per illustrare lo scioccante livello del deterioramento dell'ecosistema. Usando il 1970 come anno base e dandogli valore 100, il valore nello spazio di una sola generazione e' sceso a 65 e fa ricadere la responsabilità di tutto ciò sullo stile di vita delle nazioni ricche. Dal rapporto del Wwf emerge che uno statunitense medio consuma quasi il doppio delle risorse di un britannico e più di 24 volte quello che consuma un africano.L'attenzione - scrive "Observer" - è ora focalizzata sul Vertice mondiale sull'Ambiente organizzato dalle Nazioni Unite per il prossimo mese a Johannesburg dove i potenti del mondo saranno chiamati a prendere provvedimenti per salvare la Terra dalla condanna a morte.

 

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articolo gentilmente concesso dal sito www.animalieanimali.it di Licia Colò

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