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I vostri racconti
 
Avete un'animo poetico? Vi piacerebbe raccontare a tutti una vostra giornata nel bosco? Ecco...questo è il posto giusto dove dare sfogo alle vostre doti da scrittore. Inviate il vostro racconto, o la vostra poesia, e lo vedrete pubblicato in questa sezione della rivista.
La Cronistoria Autunnale
L'autunno per il buon porcinaro è sicuramente il periodo più profiquo per le uscite in alta quota. L'imminente fine della bella stagione, con quegli odori miceliari e viraggi floreali, ti provocano una vera e propria sindrome frenetica. Il bosco chiama e bisogna partire a tutti i costi. I preparativi cominciano la sera precedente: il rituale carico vettura con calzature, vestiario, contenitori, provigioni, hai già la mente immersa nel crinale. A riposo presto, domani sarà una giornata dispendiosa, ti corichi e son già le quattro del mattino. Si vaaaaaaaa!!!!!!!

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Habitat fine agosto. Il mio bosco, faggi e mirtilli d'alta quota. Il sottobosco è ancora ibernato dalla calura estiva. Luogo delle mie costanti perigrazioni per ritrovare ogni anno la mia più profonda dimensione.

 

 

L'arrivo. Primi di settembre. Il punto di partenza delle mie escursioni. Dopo la levataccia mattutina ci arrivo che è ancora notte fonda. Non voglio certo perdermi il sorgere di un nuovo giorno mentre salgo sul crinale.

 

Il sentiero. Si parte, zaino in spalla e l'amato bastone. Percorro pochi metri per tornare alla macchina, come sempre ho scordato qualcosa. Il coltello o le pile di riserva della dgt, le paglie o le derrate. Mi controllo accuratamente ma mai abbastanza.

 


La nebbia. Si sale, mi ci vuole più di un'ora per arrivare nella costa dei rossi. E' buio pesto e la nebbia mi attanaglia, non nascondo di aver paura di perdermi o peggio farmi male. Rallento l'andatura e accendo la pila, la nebbia non perdona. Ho le dita
fredde e cerco mentalmente di farmi forza.

 

Camminando. Sono un porcinaro solitario. Si incontra sempre per i sentieri qualche temerario come te e si decide di fare il percorso insieme: di dove sei, dove sei <diretto>. Più aumenta il dislivello della salita più aumentano i kili di porcini trovati gli anni precedenti. Sarà l'altitudine con la rarefazione dell'ossigeno: si sà, dà alla testa!

 

Monte Cusna. A valle intravedo l'alone sfumato del sorgere del sole, stà diventando giorno. Non posso che ammirare lo spettacolo, io così minuto d'innanzi a uno scenario così vasto. Devo sbrigarmi, non posso arrivare tardi sulla costa.


 

Sopra vegetazione. Sono arrivato a quota 1800 stò scollinando, da ora è tutta discesa. Nelle coste circostanti si intravedono dentro alla boscaglia, le pile dei cercatori notturni. Questi vanno per funghi dalle otto di sera alle cinque del mattino. Fanno il turno di notte!


Prati di Sara. La meta. La mente mi comincia a brulicare di pensieri. Sarà presto e non vedrò nulla, o sarà un'uscita spettacolare, pinicola grossi come sedili e edulis a cariole. Sogni mattutini di un buon porcinaro doc. A colazione inzuppo i porcini
nel cappuccino.

 

Sono giunto nella costa, rinominata <dei rossi>, per la straordinaria presenza di pinicola. Mi accendo una sigaretta per calmarmi, mi stò accorgendo che uso un passo troppo veloce. Nei mirtilli si mimetizzano benissimo, solo con un'andatura molto lenta e il radar ottico attivato si possono mettere bene a fuoco.

 

Tutto com'era. Anno dopo anno non è cambiato nulla. Ti ricordi ogni cosa, gli alberi gli anfratti e le forme. Sembra quasi non si sia spostata una foglia. L'unica differenza è qualche lattina in più, che ti fa da riferimento.


 

Onore al faggio. Alberi robusti capaci di resistere a qualsiasi tipo di intemperie. Quanti cercatori hanno calpestato le loro radici affioranti, disturbando la quiete boschiva, sperando di trovare trofei.


 

Giornata uggiosa. Piove: acqua benedetta per noi amanti del bosco, quante volte l'hai implorata sperando che Giuliacci si sbagliasse. Ti sferza sul volto, ti entra nel collo. Chiudi gli occhi allarghi le braccia e guardi il cielo.




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