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  1. Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Cortinarius Sezione Cortinarius Clade /violaceus Sinonimi Cortinarius harcynicus (Pers.) M.M. Moser 1967 Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser 1967 - variante ortografica Cortinarius violaceus var. harcynicus (Pers.) Brandrud 1983 Cortinarius violaceus var. hercynicus (Pers.) Brandrud 1983 - variante ortografica Cortinarius violaceus subsp. harcynicus (Pers.) Brandrud 1990 Cortinarius violaceus subsp. hercynicus (Pers.) Brandrud 1990 - variante ortografica Etimologia L'epiteto Cortinarius deriva dal latino cortinarius = attinente alla cortina, per la presenza di velo parziale sul gambo in forma di cortina. L'epiteto violaceus deriva dal latino violàceus = violetto, per l’uniforme colore della specie. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. CALLEDDA F., CAMPO E., FLORIANI M. & MAZZA R. 2021. Guida Introduttiva al genere Cortinarius in Europa. Ed. Osiride. NITARE J., KNUTSSON T., BRANDRUD T.E., JEPPESEN T.S. & FRØSLEV T.G. 2024. Ädelspindlingar – Guide till svenska naturvårdsarter. Mykologiska Publikationer 12. Ed. Sveriges Mykologiska Förening (SMF). KUYPER T. et al. 2024. Flora Agaricina Neerlandica Vol 8. Cortinarius. Cappello 4-12(16) cm, dapprima emisferico, poi convesso infine appianato, con largo umbone centrale debolmente ottuso; superficie opaca, asciutta, interamente tomentosa, di colore viola intenso con sfumature porpora o in vecchiaia brunastre. Imenoforo Lamelle larghe e spaziate, uncinate, viola intenso all’esordio, poi sempre più color ruggine con l’età; filo intero più chiaro. Gambo 6-12 × 1-3 cm, robusto e obeso in gioventù, poi slanciato, conservando sempre un bulbo basale non marginato; superficie asciutta, ornata da fibrille longitudinali oppure raramente da labili bande trasversali; concolore al cappello con riflessi metallizzati. Carne Tenera nel cappello, piuttosto fibrosa e tenace nel gambo, marezzata di viola-porpora, tende a diventare più pallida a contatto con l’aria; sapore dolce, odore molto forte e caratteristico definito russocoriaceo (di cuoio di Russia) o di legno di cedro. Habitat Per lo più gregario, sia nei boschi di latifoglie che di conifere ove predilige zone umide e muscose e substrato tendenzialmente calcareo; non molto comune ma abbondante nelle zone di crescita. Dall’estate all’autunno inoltrato. Commestibilità e Tossicità Sconsigliamo vivamente il consumo di questa specie per il forte odore della carne, che si intensifica durante la cottura e per le sue mediocri qualità organolettiche. Specie simili Per un neofita possibili confusioni possono avvenire con taxa congeneri che possono presentarsi con toni più o meno violetti. come Cortinarius traganus (Fr. : Fr.) Fr. oppure Cortinarius caerulescens (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838 e numerosi altri Phlegmacium con tinte sovrapponibili. Tuttavia, nessuna di queste specie possiede un cappello tomentoso come questa specie. Ben più sgradevole dal punto di vista gastronomico sarebbe lo scambio con Lepista nuda (Bull. ; Fr.) Cooke, specie ubiquitaria che si riconosce facilmente per l’assenza di cortina sul gambo, la sporata bianco-rosata, non rugginosa, e la superficie pileica liscia e glabra. Osservazioni Questa specie è riconoscibile per la superficie asciutta del cappello e del gambo, le colorazioni viola intenso di tutto il basidioma e per l’odore penetrante della carne. alcuni autori dividevano questa specie in due taxa distinti: Cortinarius violaceus, crescente sotto latifoglia, e Cortinarius hercynicus presso conifere. Oggi queste due specie sono considerate sinonimi. Regione Lombardia. Foto di Emilio Pini. Bellissimo e non comune Cortinarius che stupisce per il suo colore viola scuro e per il cappello asciutto e molto feltrato.
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