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2008.12 - Lombardia Tutor Massimo Biraghi


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Inocybe umbratica Quélet

 

Sinonimi

Astrosporina infida sensu Rea fide NCL (1960)

Inocybe commixta Bres., Fung. trident. 1: 53 (1884)

 

Cappello Da 2 a 4 (5) cm. inizialmente conico, conico- convesso poi appianato in maturazione con umbone ottuso, a volte poco appariscente, cuticola nel giovane liscia poi di aspetto leggermente fribilloso con l'età con orlo un poco lobato, leggermente striato o fessurato.

colorazione pileiche da bianco a a bianco-gigiastro, si sporca di ocra pallido in vetustità

 

Lamelle ventricose e uncinate intercalate da lamellule di varie dimensioni, biancastre in giovane età, assumono tonalità leggermente grigiastre con sfumature crema-rosastre in maturazione.

 

Gambo cilindrico terminante con un bulbo leggermente o visibilmente marginato bianco ghiaccio-bianco grigiastro, si sporca di ocra-brunastro se manipolato

 

Carne biancastra con odore spermatico o rancido

 

Habitat reperito in parco pubblico sotto Pinus strobus in tappeto di aghi, non in zona erbosa

 

Microscopia

 

Spore gibbose in media 7-10(12) x 6-7µm

Basidi tetrasporici in maggioranza, anche bisporici 25-35 x 10-12µm

Cistidi imeniali fusiformi, subcilindrici, alcuni subventricosi muricati quasi nella totalità delle osservazioni 50-65 x 13-20µm con parete spessa 2-4µm, presenza di numerosi paracistidi a forma di clava allungata

Caulocistidi presenti su tutta la superficie del gambo simili ai cistidi imeniali lunghi fino a 70µm con numerose cellule allungate piriformi.

 

Osservazioni

Raccolta in parco pubblico in località Verdellino nella media pianura Bergamasca sotto Pinus strobus in compagnia di Inocybe mixtilis, Russula torulosa, Russula cessans, Marasmius oreades e Lactarius semisanguifluus.

Crescita a piccoli gruppi di 5-6 esemplari raccolti in un area di pochi metri quadrati.

In Letteratura Inocybe umbratica viene descritta come una sosia di I. paludinella Peck, diversi Autori concordano con l'estrema difficoltà determinativa sia macroscopicamente che microscopicamente al punto che J. Stangl propose, senza riuscirvi, la riunificazione delle due specie.

 

Dal quadro descrittivo, sia macroscopico che microscropico si può ben notare le discrepanze dei vari Autori tra le due specie, i pochi ritrovamenti annoverati e quindi la difficoltà di reperire esemplari freschi certamente hanno contribuito nelle varie pubblicazioni d’interpretare ora la specie di Quèlet, ora la specie di Peck, a seconda dal vario stadio di maturazione, per quanto riguarda l’osservazione al microscopio ottico, o di sviluppo per quanto concerne le descrizioni macroscopiche.

Anche le caratteristiche organolettiche, già di per se molto personali, potrebbero essere state diverse a seconda dello stato di crescita del fungo, della sua freschezza o vetustità, e non ultimo le influenze climatiche quali tempo secco e/o ventoso, eccesso di umidità, pioggia intensa, freddo.

Queste condizioni sono ascrivibili anche per quanto concerne le descrizioni macroscopiche, in quanto l’azione degli agenti atmosferici è ben conosciuta

. Ne conviene che queste differenze sembrerebbero attestarsi sull'odore, ma come abbiamo visto discordante anche sugli esemplari da noi raccolti, spore leggermente inferiori e cistidi imeniali un poco più lunghi e parete più sottile.

Ma come si può vedere nel quadro precedente anche in questo caso le discordanze sono eclatanti

 

D'altra parte la specie di Peck è americana e a dire di Michael Kuo " poveramente rappresentata e trovata solamente nella contea di New York.

 

28. Stem terminating in a marginate bulb; cap 1-3.5 cm across; fairly well documented; probably widely distributed in North America. Inocybe umbratica

 

28. Stem not terminating in a marginate bulb; cap .5-2 cm across; poorly documented; known from New York. Inocybe palludinella

 

Anche nella chiave proposta da M. Kuo le differenze sono molto labili e difficilmente oggigiorno sono sufficienti per proporne una specie a se stante, oltre alla scarsa o assente reperibilità Caratteristica condivisibile con quanto descritto da Zuccherelli ( Funghi delle Pinete delle zone mediterranee vol. II° pag. 282 è data dal colore biancastro di tutto il carporforo, il quale rimane anche da exicata.

Per queste motivazioni concordiamo con quanto proposto nel 1975 da Stangl nel sinonimizzare la specie di Peck.

Massimo Biraghi – Angelo Mariani

 

 

Inocybe umbratica Quélet, foto di Angelo Mariani

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