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  2. 10.9_ Deperimento fisico per vecchiaia o per altre cause. A prescindere dalle possibili menomazioni iniziali dovute a una imperfetta fase di sfarfallamento, le altre menomazioni fisiche riscontrabili tra le Libellule sono dovute, come per la maggior parte degli esseri viventi, all’invecchiamento. In particolare, con l’avanzare della età, sono le ali che risentono dell’usura in quanto si possono sfrangiare per contatti ripetuti sopra alla vegetazione o ad altri ostacoli; così come possono rimanere evidenti i segni di qualche attacco da parte dei predatori (solitamente anfibi o uccelli) o da parte di qualche parassita. In alcune femmine di Anisotteri, soprattutto per alcuni generi della famiglia Libellulidae, i segni dell’invecchiamento sono evidenziati dal manifestarsi di una certa pruinosità grigio-celestina che ne ricopre, in parte, addome e/o torace. Pruinosità che, viceversa, nei maschi denuncia l'avvenuta maturità sessuale e non è quindi indice di incipiente vecchiaia. Maschio di Aeshna cyanea con l'ala posteriore destra mancante della punta. Vista la colorazione corporea ancora brillante e visto lo stato ancora integro delle altre ali, se ne deduce che l'esemplare è maturo ma sicuramente non vecchio né deperito. La menomazione subita dall'ala posteriore destra è probabilmente dovuta al contatto dell'ala stessa con la vegetazione (rovi e altre essenze spinose) circostante, durante i velocissimi voli di ricognizione: o per la ricerca delle femmine o soprattutto nelle scaramucce aeree con altri maschi per ribadire la propria territorialità. Stranamente questo maschio di Anax imperator deve aver compiuto un'operazione di volo sbagliata, andando a infilarsi e a intrappolarsi nelle maglie di una rete che sovrasta una vasca di raccolta di acqua. Le conseguenze potevano essere assai gravi sia per la posizione incongrua assunta sia per le ali che, sfregandosi sulle maglie della rete potevano rompersi o sfrangiarsi. Vista la proverbiale abilità di volo delle Libellule (soprattutto per gli Anisotteri), la manovra sbagliata potrebbe essere una conseguenza del frequente "litigio" aereo che i maschi compiono tra di loro per il controllo territoriale, compiendo e scontrandosi in voli funambolici anche a grande velocità. Comunque, con delicatezza e dopo qualche foto di rito, sono riuscito a liberarlo spostandogli piano piano le zampe; poi ha fatto marcia indietro ed è volata via, apparentemente senza conseguenze. Libellula depressa. Femmina vecchia, a fine ciclo. Ormai i suoi bei colori giovanili e dorati sono spariti; e inizia a rivestirsi di una patina polverosa, grigiognola-celestina, soprattutto sull'addome. Maschio di Anax imperator sicuramente reduce da diverse battaglie o da qualche incidente: presenta l'ala posteriore sinistra mancante della punta e qualche piccola ferita sugli occhi. Fase dell'ovideposizione in Platycnemis pennipes; la femmina mostra le ali assai consunte e sfrangiate. Visto che le femmine possono accoppiarsi con più maschi ed effettuare quindi diverse ovideposizioni, niente di più probabile che le ali siano in quello stato per essersi sfrangiate venendo a contatto con ostacoli vari durante le ripetute ovideposizioni. Orthetrum coerulescens. La pruinosità che, in parte, sta ricoprendo addome e torace di questa femmina ne dichiara l'età "avanzata". Classificabile quindi come "femmina vecchia"; ma non tanto da rinunciare a far colazione con una falena di dimensioni accettabili. Consunzione delle ali in Orthetrum coerulescens. Probabilmente si tratta di esemplari non giovanissimi (qui sopra la femmina; e qui sotto entrambi i partners) ma, anzi, già accoppiati più e più volte. Crocothemis erythraea; maschio "vissuto", con ala posteriore sinistra molto danneggiata. Orthetrum cancellatum; una femmina molto vecchia, con colori che hanno perduto lo smalto giovanile; l'addome si sta coprendo di una pruinosità grigiastro-celestina che fa percepire le superfici come "sporche". Altra femmina di Orthetrum cancellatum che sta invecchiando, come denunciato dalla pruinosità che avanza e comincia a coprire il giallo sottostante. Sympetrum striolatum. Sopra: femmina ormai vecchia, sicuramente già molto "vissuta"; la zona terminale dell'addome si mostra deteriorata; e le ali molto consumate e sfrangiate. Sotto: le ali posteriori della femmina così sfrangiate ne denunciano l'età avanzata, ma evidentemente è ancora in piena e feconda maturità visto che si sta per accoppiare. Sympetrum striolatum; maschio in cattive condizioni, probabilmente attaccato da qualche fungo/muffa. Calopteryx virgo ; maschio in volo che mostra una evidente lacerazione dell'ala posteriore sinistra. Potrebbe essere l'effetto di qualche attacco andato a vuoto da parte di un uccello predatore o, più banalmente, la conseguenza di un contatto accidentale con qualche superficie scabrosa che ha provocato lo strappo. Aeshna mixta. Maschio... vissuto; evidentemente un "veterano" che probabilmente avrà partecipato a numerose scaramucce e vari accoppiamenti. Sympetrum meridionale. Un maschio fotografato in Mugello l'11 Novembre; quindi già un po' fuori stagione data la caratteristica della specie che, almeno in Mugello, dovrebbe volare non oltre il mese di Ottobre. Ma le stagioni "non sono più quelle di una volta" e nelle giornate più assolate non è raro incontrare anche specie inconsuete per il periodo, eventualmente rappresentate da esemplari ormai "vecchiotti" e vissuti come è sicuramente questo maschio, vista la condizione delle sue ali. Sympetrum sanguineum. Un tandem in fase di ovideposizione con la femmina che deve avere una età avanzata e ne deve aver passate di disavventure vista la condizione delle sue ali. Nonostante tutto affronta ugualmente il compito della deposizione delle uova; praticamente è il maschio che, in volo, se la trascina dietro. Erythromma viridulum. Alcune foto di esemplari (maschi isolati qui sopra; o tandem anche in copula qui sotto) che nella zona ventrale dell'addome mostrano una discreta quantità di "idracari" (o "acari d'acqua") nello stadio larvale, probabilmente del genere Arrenurus. A grandi linee: questa larve nascono da uova depositate in acqua ed è in tale ambiente che vivono inizialmente e spesso si attaccano agli Odonati quando questi sono ancora in fase ninfale; una volta che la libellula passa dallo stadio ninfale a quello adulto (e quindi passa dalla vita acquatica a quella aerea-terrestre), le larve degli acari si trasferiscono dalla ninfa all'insetto adulto che, inizialmente, è impossibilitato a volare perché deve distendere le ali e assumere le dimensioni finali. In questa prima fase di vita "adulta" la libellula appena uscita dal suo "guscio" di ninfa si presenta di consistenza assai morbida e tenera (non a caso gli Odonati appena usciti dalla ninfa sono detti "tenerali") e le larve degli acari hanno quindi buon gioco per attaccarsi e penetrare entro i tessuti delle giovanissime libellule, soprattutto nelle zone ventrali del torace e, ancor di più dell'addome; talvolta, ma più frequentemente parassitando gli Anisotteri, sulle ali o sulla testa. Poi rimangono attaccati alle libellule ormai sviluppate e ci rimangono finché non diventano acari adulti: allora abbandonano le libellule e si lasciano cadere in ambiente, spesso assai lontano dalla zona di origine. Gli Arrenurus approfittano quindi delle libellule sia per spostarsi comodamente da un habitat all'altro (volano in aereo...) sia, già che ci sono, per nutrirsi un po' dell'emolinfa che scorre all'interno delle libellule. Non sembra che sia un tipo di parassitismo mortale; ma comunque può essere fastidioso e può influire sulla longevità delle libellule e sulla fecondità degli ospiti. Non tutti i laghetti o stagni ospitano questi acari.
  3. Oggi
  4. 10.8_ Sfarfallamento non perfetto e conseguenti malformazioni Il periodo tra i più delicati per l’incolumità delle Libellule è rappresentato dallo “sfarfallamento”, cioè dal passaggio dall’ultimo stadio ninfale alla forma finale di adulto (imago). In questo lasso di tempo che in alcuni generi di Anisotteri può protrarsi anche per qualche ora, l’insetto è inerme e completamente alla mercé di un qualsiasi predatore. Non a caso molte specie sfarfallano o di notte o comunque poco prima dell’alba in cui i potenziali predatori sono ancora a riposo. Inoltre la fase di sfarfallamento è delicata anche perché l’insetto deve uscire dall’involucro della “vecchia” ninfa e lo fa spaccandone l’esoscheletro (solitamente nella zona dorsale) per creare un piccolo pertugio dal quale, con vari contorcimenti e acrobazie, verrà fuori, alla luce, un po’ per volta. Contorcimenti e acrobazie sempre ben coordinati e perfezionati oltreché tipici e caratteristici per ciascuna specie, in quanto tramandati geneticamente da migliaia e migliaia di anni. Tuttavia la fuoriuscita da quel piccolo pertugio non è esente da rischi: o per qualche manovra sbagliata o perché la ninfa si era posata in zona non adatta allo sfarfallamento in quanto troppo a contatto con agenti esterni come ramoscelli, steli risecchiti e induriti, frasche vegetali, ecc. E il contatto involontario con tali ostacoli può rendere l’operazione di fuoriuscita dalla exuvia e la successiva distensione corporea assai complicata, generando così malformazioni riguardanti le ali che non si distendono perfettamente ma rimangono come atrofizzate o alterando la morfologia di altre parti corporee. Femmina di Libellula depressa ; con evidente malformazione sull'ala anteriore sinistra che, a partire dal nodo, quasi non esiste più. Sicuramente ha avuto dei problemi durante lo "sfarfallamento", cioè durante l'ultima metamorfosi quando è passata dallo stadio di ninfa allo stadio di imago. Maschio di Pyrrhosoma nymphula con l'ala posteriore sinistra atrofizzata; non si è del tutto distesa nella fase di sfarfallamento. Negli Odonati il momento della schiusa o sfarfallamento (da ninfa a "imago" o "insetto adulto") è il momento più critico. In primo luogo perché, subito dopo la schiusa, sono completamente indifesi e ancora incapaci di volare almeno finché le ali non si induriscono e prendono la forma definitiva (non a caso la maggior parte delle schiuse avviene durante la notte o nelle prime ore del mattino). Sia perché, proprio durante la schiusa, mentre il giovane e ancora informe insetto esce dal suo vecchio involucro (la exuvia) possono accadere incidenti vari che provocano una malformazione dell'addome o delle ali; oppure, come in questo caso, in cui una femmina di Orthetrum coerulescens non è riuscita a staccarsi completamente dalla exuvia e quest’ultima le è rimasta ancorata al termine dell'addome. Pur essendo l'exuvia leggerissima (un involucro vuoto e praticamente senza peso), se questa femmina non riuscirà a liberarsene, tale zavorra le impedirà il volo corretto e, di conseguenza, la possibilità di cacciare efficacemente. E, anche sopravvivendo in qualche modo, non potrà ovviamente accoppiarsi. Maschio di Ischnura elegans con addome contorto a zig-zag. Malformazione probabilmente dovuta a qualche problema durante o subito dopo lo sfarfallamento. L'addome, con questo andamento, alla fine risulta ruotato di un quarto di giro a tal punto che, pur osservando l'insetto di fianco, nella parte ventrale del 9° segmento è possibile osservare lo sbocco del canale seminale. Maschio di Sympetrum meridionale che ha avuto qualche "guaio", probabilmente durante lo sfarfallamento.
  5. Ieri
  6. Grazie a entrambi.
  7. Spettacolo; mai vista Ale
  8. Bella bella Qui in Mugello non si fa vedere Ale
  9. Sempre bellissime da vedere Ale
  10. 10.7_ Accoppiamenti sbagliati e ibridazione Contrariamente a molti Ordini di insetti in cui il riconoscimento sessuale avviene soprattutto tramite l’emissione dei feromoni o con la produzione di rumori/suoni particolari emessi da uno o entrambi i rappresentanti dei due sessi, tra gli Odonati l’individuazione tra i due sessi è sostanzialmente “visiva”. Tra gli Zigotteri e in particolare nella famiglia Calopterygidae, si può anche assistere a una fase preliminare di corteggiamento che il maschio inscena a favore della femmina: o con esibizione ostentata della colorazione delle proprie ali o della zona terminale del proprio addome o, addirittura, grazie a coreografiche “danze” volanti sopra particolari specchi d’acqua come per indicare a una futura femmina “consenziente” che proprio quelle saranno le zone adatte per la successiva fase di ovideposizione. Quindi una prassi esclusivamente destinata alla visione; il tutto giustificato anche dal fatto che la vista che tra gli Odonati è particolarmente sviluppata e perfezionata. Tra gli Anisotteri, invece, la fase di “corteggiamento” è generalmente assente o comunque poco articolata… qui sono i maschi sessualmente maturi che “abbordano” le femmine allorché queste si presentano nelle vicinanze dello specchio d’acqua, catturandole e costituendo il tandem che potrebbe/dovrebbe preludere alla copula. In effetti, tra gli Anisotteri, le femmine di una data specie “sfarfallano” (cioè affrontano l’ultima metamorfosi passando da ninfa ad imago) solitamente prima dei maschi conspecifici per poi allontanarsi dallo specchio d’acqua di origine anche di diverse centinaia di metri, riparandosi in boscaglie, prati o altre zone limitrofe in cui sia comunque assicurata la presenza di insetti di cui cibarsi; mentre i maschi, una volta compiuta l’ultima metamorfosi, rimangono nelle strette vicinanze dello specchio d’acqua di origine fino al raggiungimento della maturità sessuale, attendendo poi l’arrivo/ritorno delle femmine. E quando queste appaiono (segno più o meno evidente di una loro raggiunta maturità sessuale) vengo quasi immediatamente “catturate” da qualche maschio. Di nuovo, quindi, il riconoscimento è fondamentalmente visivo e si basa sulle differenze morfocromatiche che intercorrono tra specie e specie. Tuttavia e nonostante la loro vista perfezionata anche le libellule incorrono in grossolani errori. Per l’esattezza: sono i maschi che possono sbagliare e prendere, antropomorficamente parlando, delle notevoli "cantonate" nella fase di riconoscimento della partner, andando a catturare la femmina di un’altra specie. Quando ciò accede non è tuttavia assolutamente certo che l’accoppiamento avrà luogo. Ricordiamo infatti che è esclusivamente dalla femmina che dipenderà o meno l’attuazione della copula, visto che è lei che, inarcando il proprio addome, porta la vulva a contatto con l’apparato copulatore del maschio; e se la femmina “non vuole” allora la copula non potrà mai avvenire. Nel caso di accoppiamento effettivamente portato a termine tra due specie diverse, non è comunque certa la nascita di esemplari ibridi; anzi sembra che solitamente ciò non accada o che comunque accada raramente e relativamente a specie non “troppo” lontane dal punto di vista tassonomico. Per quanto riguarda gli Odonati italiani sono sicuramente stati individuati, tramite tracciamento del DNA, ibridi tra Cordulegaster boltonii e Cordulegaster trinacriae, specie abbastanza simili dal punto di vista morfocromatico e che sembra si siano separate e differenziate dal punto di vista sistematico abbastanza recentemente, circa 1,5 milioni di anni fa; in Italia la C. boltonii ha areale tipico che va da tutto il Nord fino all’Italia Centrale con Lazio e Abruzzo come limite meridionale, mentre C. trinacriae è endemismo italiano con areale tipico in Italia Meridionale con popolazioni che, verso Nord si possono reperire fino al Lazio. Effettivamente, nella zona comune di confine che va grosso modo dal sud delle Marche al sud del Lazio, gli ibridi tra queste due specie non sono rarissimi. Stessa situazione accade ove presenti contemporaneamente le specie morfocromaticamente simili di Chalcolestes viridis e Chalcolestes parvidens. Qui di seguito due situazioni particolari che documentano un paio di “cantonate” prese dai maschi. Prima situazione: un maschio che "cattura" la femmina di un altro genere per accoppiarsi. Vero è che le femmine di molte specie (soprattutto del Sottordine Anisoptera) se ne stanno relativamente lontane dallo specchio d'acqua per tornarvi quando sono mature e pronte per l'accoppiamento. E in tal caso, vista la gran quantità di maschi che stazionano posati sulle rive o in volo sopra all'acqua, l'accoppiamento è quasi sempre assicurato, anzi solitamente avverrà più volte e con maschi diversi. Però è anche vero che "sbagli" di questo genere (e si può benissimo parlare di "genere" in due accezioni diverse vista l'appartenenza dei partners a 2 generi diversi, Crocothemos e Trithemis) sono piuttosto rari. Un maschio di Crocothemis erythraea ha agganciato/catturato una femmina di Trithemis annulata per accoppiarsi. La scena è durata un minuto abbondante. Il maschio con forti e frequenti scatti dell'addome cercava di "convincere" la femmina ad accoppiarsi; ma la "sventurata" è sempre rimasta inerte, come rigidamente inanimata, "a penzoloni", sballottata qua e là tra la vegetazione in cui la trascinava il volo nervoso del maschio. Poi il maschio deve aver lasciato la presa per qualche motivo (si è accorto dell'errore? si era stancato per tutto quel lavorio inutile che stava facendo? avrà chiesto "scusa"? ), e i due si sono separati. La femmina è andata a fare un po' di toilette agli occhi e il maschio è rimasto un bel po' fermo (e pensoso? ) su di un posatoio... A parte gli scherzi: si deduce ancora una volta che, in fin dei conti, il maschio si dà un gran daffare (vincere la concorrenza di altri maschi; compiere la "cattura"; instaurare il tandem; effettuare il trasferimento dello sperma) ma sarà sempre la femmina a decidere se accoppiarsi oppure no. Seconda situazione: contrariamente a quanto visto nella serie di foto proposta qui sopra, stavolta il tandem tra due specie diverse (ma qui appartenenti allo stesso genere, Sympetrum) ha portato effettivamente al compimento della fase di copula. Un maschio di Sympetrum meridionale deve aver "sbagliato" nel riconoscere come conspecifica la femmina che ha catturato e si sta, appunto, accoppiando con una femmina (stavolta ben consenziente! vista la durata della copula a cui ho assistito) di Sympetrum fonscolombii (la colorazione azzurrina nella parte inferiore degli occhi non lascia adito a dubbi sulla determinazione). Notare anche come la stazza della femmina sia piuttosto imponente se confrontata a quella del maschio. Chissà se questa copula avrà portato a qualche "risultato finale" (ibridazione) interessante...
  11. Ultima settimana
  12. Grazie.
  13. Molto molto bella! Bravo Giordano. Giuliano.
  14. Questa non l'ho mai vista. Giuliano.
  15. WOW che spettacolo, bravo Giordano non è facile scovarle. Giuliano.
  16. La stazione originaria non esiste più . Per fortuna ho trovato 3 esemplari ben nascosti nel boschetto, difficili da raggiungere dalla falciatrice, ma anche difficili da fotografare. Ophrys apifera var. trollii (Hegetschw.) Rchb. 1851 - Colli Berici - 223 m - 17 mag 2025
  17. Ophrys apifera var. friburgensis Freyhold 1979 - Colli Berici - 248 m - 17 ago 2025
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