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  1. Cortinarius praestans (Cordier) Gillet 1876 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Phlegmacium Sezione Claricolores Moënne-Locc. & Reumaux Clade /claricolor Sinonimi Cortinarius berkeleyi Cooke 1883 Etimologia L'epiteto Cortinarius deriva dal latino cortinarius = attinente alla cortina, per la presenza di velo parziale sul gambo in forma di cortina. L'epiteto preaestans deriva dal latino præstans = notevole, imponente, per le sue grandi dimensioni. Cappello 5-25 cm, all’inizio emisferico, poi convesso con il margine a lungo involuto, poi disteso e infine depresso. Superficie pileica dapprima liscia poi caratteristicamente corrugata verso il margine, di colore bruno-rossiccio, con componente violaceo-argentata all’esordio. Di frequente sono presenti lembi del velo generale anche a maturità. Imenoforo Lamelle fitte, uncinate, fragili, con filo irregolare biancastro; di color grigio-violetto pallido, poi argilla e infine rugginose. Gambo 6-24 × 2-5 cm, robusto, panciuto o quasi obeso all’inizio, poi ventricoso, con un bulbo basale ingrossato e radicante ma non marginato; superficie biancastra ma presto ocracea, pressoché glabra e ornata da vistosi residui del velo generale viola-argentato che può formare anche ghirlande sovrapposte. Carne Piuttosto soda, biancastra o crema, sfumata di violetto all’apice del gambo; odore leggero e gradevole, sapore dolciastro. Habitat Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in particolare di Faggi e Querce; raramente segnalato anche presso conifere. Cresce dalla tarda estate all’autunno prediligendo substrati calcarei. Commestibilità e Tossicità Buon commestibile di ottima resa; da molti raccoglitori preferito addirittura al Porcino. Secondo alcuni autori tutte le specie di Cortinarius a carne bianca sono da considerarsi commestibili: per prudenza e per le qualità organolettiche incostanti, non sempre tali da meritarne il consumo, consigliamo di mettere in tavola solo specie determinate e riconosciute con certezza assoluta e di cui sia dichiarato un giudizio positivo di commestibilità. Osservazioni Questo fungo è sicuramente la specie di maggiori dimensioni all’interno del genere Cortinarius; oltre alla taglia gli altri caratteri fondamentali per il riconoscimento sono il cappello corrugato, le lamelle pallide, l’assenza di un bulbo marginato e le spore di grandi dimensioni. Quest’ultime, in alcuni casi, possono arrivare a dimensioni enormi fino a superare i 17 μm. Specie simili Cortinarius cumatilis Fr. che cresce sotto conifere, ha taglia inferiore, colorazioni del cappello costantemente sul grigio-violetto-celeste e spore più piccole. Cortinarius largus Fr., specie di medie dimensioni si differenzia per le tinte del cappello sensibilmente più pallide, e per le lamelle violette. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. CALLEDDA F., CAMPO E., FLORIANI M. & MAZZA R. 2021. Guida Introduttiva al genere Cortinarius in Europa. Ed. Osiride. NITARE J., KNUTSSON T., BRANDRUD T.E., JEPPESEN T.S. & FRØSLEV T.G. 2024. Ädelspindlingar – Guide till svenska naturvårdsarter. Mykologiska Publikationer 12. Ed. Sveriges Mykologiska Förening (SMF). KUYPER T. et al. 2024. Flora Agaricina Neerlandica Vol 8. Cortinarius. Regione Lombardia. Settembre 2008. Foto di Massimo Biraghi. Certamente il gigante del Genere Cortinarius, cresce nelle foreste di latifoglia e in special modo nelle faggete, ma anche sotto Castagno e Quercia in suoli calcarei. L'assenza di un bulbo marginato, le lamelle biancastre nel giovane, la carne biancastra, sfumata a volte di violetto nella parte alta del gambo, l'odore subnullo, il sapore dolce, e la taglia imponente sono elementi che ne consentono una determinazione abbastanza semplice.
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