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  1. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat. 1889 Tassonomia Regno Fungi Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Ganodermataceae Sinonimi Fomes applanatus (Pers.) Gillet (1878) Ganoderma leucophaeum (Mont.) Pat. (1889) Polyporus applanatus (Pers.) Wallr. (1833) Etimologia Dal greco gános = lucentezza e dérma = pelle, con la pelle lucente. Dal latino applanatus = spianato. Cappello 10-60 × 5-30 cm, a forma di mensola, appiattito, superficie superiore quasi sempre irregolare, con zonature concentriche e nodosità, rivestito da una crosta spessa circa 1 cm, rugosa, dura ma cedevole se premuta, di colore brunastro, grigiastro-bruno, marrone, fino a tonalità grigio-scure o nerastre; viene ricoperto all’atto della sporulazione da uno strato abbondante di basidiospore di colore brunastro; il margine è ottuso, ispessito, ondulato, biancastro, che scurisce con l’età ma mantenendo tonalità più chiare rispetto al resto del cappello. Imenoforo I tubuli sono disposti su più strati con uno spessore di circa 1 cm, uno per ogni anno di età del basidioma, di colore brunastro, bruno-ruggine; pori rotondeggianti, del diametro di 0,2 mm, biancastri, brunastri alla manipolazione, frequentemente deformati da galle cilindriche o coniche-ottuse provocate dalle larve del dittero Agathomya wancowitzii. Carne Dura, suberosa, coriacea, di colore variabile da bruno-ocra a bruno-rossastro, odore e sapore nulli o comunque poco significativi. Habitat Parassita o saprotrofo, cresce tutto l’anno nelle zone a clima temperato in Italia e in Europa, predilige le zone a clima mite delle aree mediterranee ma si adatta facilmente all’ambiente urbano; si sviluppa alla base, a un metro o meno di altezza degli alberi viventi, su ceppaie o su tronchi caduti di latifoglie tra le quali: Leccio, Faggio, Platano, Sughera, Frassino, Carpino, Pioppo e più raramente su aghifoglie (Pino domestico). Commestibilità e Tossicità Non commestibile, per la consistenza della carne legnosa e coriacea. Specie simili Di problematica determinazione, può essere facilmente confuso con Ganoderma adspersum e Ganoderma resinaceum: più di uno dei caratteri distintivi indicati dagli autori per queste specie, sono riscontrabili in tutte e tre le specie, oppure, sono di difficile interpretazione; l’unico carattere che garantisce una sicura determinazione è la lunghezza delle spore. Osservazioni Sicuramente è uno dei Polyporales più diffusi, fa parte della Famiglia delle Ganodermataceae; le zonature o i solchi nella superficie pileica, indicano che la sua crescita avviene in diversi anni: ogni anno il diametro del cappello aumenta, un nuovo solco si aggiunge a quelli già esistenti e uno strato di tubuli si sovrappone agli altri. Danneggia gravemente gli alberi che attacca, minando la loro resistenza meccanica e la loro stabilità con la carie bianca e il marciume radicale. La zona dei pori (imenoforo) se graffiata o incisa imbrunisce mettendo in risalto sul fondo biancastro le linee tracciate. Viene utilizzato in Giappone e in Cina come medicinale. Spesso capita di notare come il Ganoderma applanatum abbia la cuticola del cappello ricoperta da spore. Il fenomeno secondo alcuni Autori è riconducibile al fatto che le spore verrebbero 'sparate' (sono delle ballistospore) in tutte le direzioni e pertanto ricadrebbero copiose anche sul cappello. Alcuni studiosi sostengono anche la teoria che i funghi, regolando la loro temperatura, riescano a generare flussi d'aria verticali necessari per il trasporto delle spore e questo spiegherebbe il rilevante deposito sporale sopra il pileo. Verosimilmente, si può ritenere che l'ingente flusso sporale che esce dall'imenoforo venga depositato sopra il cappello dalle folate di vento e dalle anche piccole correnti d'aria che si verificano naturalmente. Bisogna ricordare a questo proposito che le spore hanno un peso bassissimo e sono facilmente trasportabili. Altri ancora suppongono che parte delle spore siano prodotte direttamente sul cappello. Tutte queste teorie meritano studi più approfonditi e relativi riscontri e/o smentite. Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Emilio Pini.
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