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  1. Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Russularia Sezione Russulares Sottosezione Russulares Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactarius = lattaio, per la presenza del latice. L'epiteto subdulcis è formato dal suffisso latino sub- = leggermente, e dall'aggettivo latino dulcis = dolce, per il sapore dolciastro del latice. Cappello Margine involuto, anche in età tardiva, privo di striature o costolature, superficie asciutta, untuosa, liscia, appena rugosa verso il centro, non zonata, dall'aspetto grasso, di color tortora, con lievi tonalità rosate, più pallida verso il margine e con l'età, leggermente depressa al centro. La superficie pileica di aspetto glabro, mai con evidenti rugosità, colloca questa entità nella sezione Russulares. Imenoforo Lamelle moderatamente fitte, di colore biancastro-beige, crema-biancastro con lievi sfumature rosato-carnicine, arcuate, leggermente decorrenti, sottili con filo regolare, presenza di lamellule e di qualche forcatura al gambo a maturità. Latice Non particolarmente abbondante, bianco, fluido, immutabile. Gambo Cilindrico, leggermente sinuoso, con base a volte ricurva e leggermente attenuata, subconcolore al cappello, alla base può presentare del tomento bianco. Carne Esigua, dal colore biancastro, beige, di sapore inizialmente dolce poi leggermente amarognolo, odore non molto pronunciato, ma ben percettibile di gomma bruciata o scleroderma. Habitat Specie di latifoglia, con forte preferenza per il faggio. Microscopia Spore (6,1) 7,2-9,3 (9,5) × (4,7) 6,2-7,1 (7,8) µm; Q = (1,1) 1,15-1,37 (1,4); N = 33; Media = 8,2 × 6,5 µm; Qm = 1,3; da subglobose a largamente ellissoidali; decorate da evidenti verruche, da isolate a brevemente catenulate, unite da alcune creste filiformi che formano uno pseudoreticolo per la maggior parte costituito da maglie incomplete ed alternato a sporadiche maglie chiuse; plaga soprailare con debole amiloidia. Basidi tetrasporici. Macrocistidi generalmente fusiformi, con apice arrotondato, a volte submucronati, numerosi e nettamente emergenti dai tessuti imeniali. Pileipellis con struttura pseudoparenchimatica mista, con uno strato più profondo di cellule subglobose irregolari e uno strato esterno formato da ife allungate, con apice arrotondato. Internamente vi è presenza di pigmento citoplasmatico, mentre esternamente le ife sono ricoperte da un sottile pigmento incrostante. Caulocistidi assenti. Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Specie simili All'interno della sottosezione Russulares, caratterizzata da carpofori dalle colorazioni bruno rossastro vinose, bruno aranciate, crema, beige, rosate, latice bianco immutabile anche se isolato, con odori caratteristici di scleroderma, cimice, speziato, troviamo: Lactarius badiosanguineus Kühner & Romagn., tipico degli ambienti montani di conifera, legato principalmente a Picea abies, si distingue per le colorazioni rosso vinose intense, lamelle dalle colorazioni più ocracee, odore speziato ed ecologia differente; Lactarius quietus (Fr. : Fr.) Fr., legato agli ambienti termofili con presenza di Quercus spp., ha colorazioni più intense, fulvastro-rossastre, con evidenti zonature concentriche ed odore diverso, marcatamente cimicino; spore ornate da creste di vario spessore, che formano un reticolo incompleto, plaga soprailare inamiloide; Lactarius sphagneti (Fr.) Neuhoff, anch'esso tipico degli ambienti montani di conifera, in zone molto umide con presenza di sfagno, si differenzia per le colorazioni fulvo aranciate, la cuticola lucida e brillante e l'odore poco significativo. Pileipellis composta da un tessuto di ife di tipo ixotrichoderma; spore con appendice ilifera prominente. Per quanto riguarda il gruppo appartenente alla sottosezione Lacunari, ricomprendente L. decipiens, L. tabidus, L. lacunarum e L. hepaticus, questi ultimi si differenziano per avere latice bianco ingiallente se isolato su carta bianca. Altre specie confondibili, appartenenti ad altri sottogeneri, dalle simili colorazioni pileiche e dagli odori di scleroderma o di cimice abbiamo: Lactarius britannicus f. britannicus D.A. Reid, anch'esso con spiccata predilezione per il faggio, si differenzia per avere il latice lentamente ingiallente e la cuticola asciutta, non grassa, rugolosa e finemente granulosa. Spore con verruche isolate ed alte, non connesse da creste, plaga soprailare amiloide. Lactarius britannicus f. pseudofulvissimus (Bon) Basso, si differenzia per le spore verrucoso-crestate, e mancanza nella pileipellis di pigmento incrostante zebrato; spore ornate da verruche conico-acute, per lo più isolate. Lactarius rubrocinctus Fr., è caratterizzato da una fascia anulare nella parte alta del gambo, in prossimità delle lamelle e dalla superficie pileica di aspetto rugoso, specie esclusiva di faggio, dal punto di vista microscopico, si differenzia per avere spore nettamente crestate, non formanti un reticolo ben definito e per la presenza di caulocistidi. Lactarius fulvissimus Romagn., colorazioni pileiche vivide, fulvo aranciate, cuticola lucida, brillante, con margine tipicamente decolorato, e leggermente crenulato, latice bianco immutabile, habitat prevalente di castagno, carpino e nocciolo, presenta spore con numerose creste, plaga ilare non amiloide. Lactarius atlanticus Bon, differisce per l'ecologia più termofila, in particolare si associa con lecci, la base del gambo è strigosa e l'odore cimicino; spore crestate, disposte a formare un reticolo anche con maglie complete, rare verruche isolate. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Alessandro Gigli e Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche, M.te San Vicino; Novembre 2021; Foto di Alessandro Gigli. (Exsiccatum AG211114-01) Ritrovamento in bosco di faggio. Pileipellis con struttura pseudoparenchimatica mista, con uno strato più profondo di cellule subglobose irregolari e uno strato esterno formato da ife allungate, con apice arrotondato e pigmento parietale esterno, incrostante, zebrato. Osservazione in ammoniaca, a 1000×. Pileipellis osservazione in rosso congo, a 400×. Spore (6,1) 7,2-9,3 (9,5) × (4,7) 6,2-7,1 (7,8) µm; Q = (1,1) 1,15-1,37 (1,4); N = 33; Media = 8,2 × 6,5 µm; Qm = 1,3; cortamente ellissoidali, con evidenti verruche da isolate a brevemente catenulate, formanti uno pseudoreticolo per lo più costituito da maglie incomplete. Osservazione in melzer, a 1000×. Macrocistidi generalmente fusiformi, con apice arrotondato, a volte submucronati, numerosi e emergenti dai tessuti imeniali. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.
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