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  1. Lyophyllum leucophaeatum (P. Karst.) P. Karst. 1881 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lyophyllaceae Etimologia L’epiteto leucophaeatum (aggettivo partecipiale), composto da due termini greci leukòs e phaiòs, in latino significa “che da bianco è diventato scuro”. Sinonimi Collybia leucophaeata (P. Karst.) Sacc. 1887 Cappello 6- 10 cm, si presenta dapprima campanulato poi con la crescita tende ad assumere una forma convesso-appianata, carnoso, la cuticola è asciutta, tomentosa, il margine rimane a lungo involuto. La cuticola, di colore biancastro, ha una colorazione di fondo grigio pallido ed è percorsa da fibrille innate in senso radiale, di colore bruno-fulvastre, grigiastre, ocracee soprattutto verso il centro in modo più o meno uniforme, vira al nero in maniera repentina al tocco, alla manipolazione. Imenoforo Le lamelle sono abbastanza fitte, sinuose, da adnate ad appena decorrenti per un dentino, di colore crema molto chiaro, giallastre, con filo irregolare, finemente seghettato, allo sfregamento o alla frattura si macchiano di nero, inoltre, si staccano a pacchetti dalla carne del cappello. Sono presenti lamellule di varie lunghezze. Gambo 5-7,5 × 0,5 - 1,5 cm, di forma cilindrica, fibrilloso-striato, con la base ingrossata ma talvolta anche attenuata, inizialmente pieno, con la maturazione tende a diventare cavo, farcito, concolore al cappello, vira al nero al minimo sfioramento. Carne Di colore biancastro, soda, compatta, diversamente da altre specie dello stesso genere non si presenta elastica, vira intensamente al nero al tocco, alla frattura. Nel gambo, soprattutto negli esemplari adulti, è fibrosa, tenace. L’odore è complesso, inizialmente di ravanello per poi passare ad una connotazione decisamente sgradevole, difficilmente definibile, ma comunque molto simile a quello di Lepiota aspera, odore di "gomma surriscaldata", sapore dolciastro, sgradevole. Habitat È stato rinvenuto alla fine dell’estate, in ambiente alpino, nella regione Trentino-Alto Adige, in un prato sommitale di alta quota, sotto uno spesso strato di fieno da sfalciatura. Microscopia Spore (6,5)7-8,5 × (2,8)3-3,2 µm Q = 2,3-2,6 da strettamente ellissoidi a subcilindriche, sottilmente verrucose, alcune, rare, con profilo parzialmente o interamente irregolare, spesso con due o più guttuline all'interno; moderatamente cianofile, amiloidi. Basidi tozzi, clavati misurati max. fino a 32 µm, in gran maggioranza tetrasporici, osservati rari bisporici. GAF abbondanti e presenti in tutti i tessuti. Epicute formata da ife cilindriche, intrecciate, adagiate, con rari terminali rialzati, pigmento incrostante ma anche disciolto. Commestibilità e Tossicità Privo d'interesse alimentare, comunque per la sua rarità, da proteggere. Specie simili Due autori italiani (Consiglio & Contu, 2002) nelle note al Lyophyllum leucophaeatum, accennano al Lyophyllum gangraenosum (Fr.) Gulden, che potrebbe separarsi per un portamento più da Clitocybe, con lamelle più decorrenti, la carne molto annerente, anche se ad oggi ancora non hanno mai incontrato esemplari riferibili a questo taxon. Bon (1999) sinonimizza Lyophyllum leucophaeatum con Lyophyllum gangraenosum e Lyophyllum fumatofoetens. Nelle note a Lyophyllum leucophaeatum delinea stringatamente una specie americana Lyophyllum scabrisporum Clç & Sm., caratterizzata da lamelle molto fitte, basidi minori di 30-35 µm e spore più strette (8 × 3,5 µm), da ricercare in Europa. Alessio (Bon, 1999), in Italia, descrive Lyophyllum solitarium Alessio, con spore finemente verrucose 6-7,5 × 3-4 µm, il gambo attenuato verso la base, radicante e con dei colori lilacini o rossastri presenti al margine del cappello, nelle lamelle e sul gambo; la carne arrossa leggermente prima di annerire, sapore ed odore farinosi. Secondo Clémençon (Bon, 1999) non sarebbe un Lyophyllum. Osservazioni Si tratta di un’entità abbastanza rara in Italia, circoscritta alle regioni settentrionali. Le peculiarità di questo fungo possono essere sostanzialmente ricondotte ai seguenti caratteri: marcato e veloce annerimento della carne al tocco, alla manipolazione, alla frattura; l’odore è complesso, sgradevole, difficilmente delineabile, ma molto vicino a quello di Lepiota aspera, in alcuni esemplari giovani sollecitando le lamelle, è stato percepito inizialmente l’odore di ravanello, per poi mutare in qualcosa di sgradevole; le lamelle si staccano nettamente a pacchetti; la carne si presenta soda e compatta nel cappello, piuttosto fibrosa nel gambo, sicuramente priva del carattere dell’elasticità Bibliografia BON, M., 1999. Les Collybio-Marasmïoïdes et ressemblants. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 5. Lille: Ed. Association d'Ecologie et de Mycologie. CONSIGLIO, G. & CONTU, M., 2002. Il Genere Lyophyllum P. Karst. emend. Kühner, in Italia. Rivista di Micologia. Anno XLV, 2: 99-181. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Mario Iannotti.
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