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Cortinarius elatior s.l. Fr. 1838

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere Myxacium
Sezione Defibulati M.M. Moser
Clade /elatior

Etimologia 
L'epiteto Cortinarius deriva dal latino cortinarius = attinente alla cortina, per la presenza di velo parziale sul gambo in forma di cortina.

Note tassonomiche
KUYPER et al. (2024) Considerano il nome Cortinarius elatior legittimo, perché Fries nel 1838 escluse il riferimento all'illustrazione di Agaricus elatus di Batsch (Elench. Fung., Cont. 2: 11. 1789), un nome sancito (Syst. mycol. 1: 248. 1821). Fries (Epicrisis: 274. 1838) riconobbe successivamente che Agaricus elatus, come descritto da Batsch, apparteneva probabilmente al genere Hebeloma, mentre l'interpretazione (errata) di Persoon (Syn. meth. Fung.: 332. 1801) si riferiva a una specie di Cortinarius, come si può dedurre dai commenti di Fries ("una descrizione molto chiara rende superflua ogni interpretazione errata [del nome]"). Due specie presenti in Scandinavia (Cortinarius castaneolens e Cortinarius pseudocollinitus) competono per l'applicazione del nome Cortinarius elatior. In assenza di neotipificazione del nome con materiale proveniente dalla Svezia, gli autori hanno deciso di non applicare il nome Cortinarius elatior, ma di mantenerlo come nome collettivo con cui possono essere registrate vecchie segnalazioni provenienti dai Paesi Bassi e dalle Fiandre. In questo senso ampio, Cortinarius elatior è ancora abbastanza comune nei Paesi Bassi, ma è classificato come Minacciato; nelle Fiandre è comune, soprattutto nella parte orientale. 
CALLEDDA et al. (2021) confermano la situazione tassonomica complicata di questa specie, descrivendo in proposito opinioni diverse di diversi autori.

Bibliografia
AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing.
CALLEDDA F., CAMPO E., FLORIANI M. & MAZZA R. 2021. Guida Introduttiva al genere Cortinarius in Europa. Ed. Osiride.
NITARE J., KNUTSSON T., BRANDRUD T.E., JEPPESEN T.S. & FRØSLEV T.G. 2024. Ädelspindlingar – Guide till svenska naturvårdsarter. Mykologiska Publikationer 12. Ed. Sveriges Mykologiska Förening (SMF).

KUYPER T. et al. 2024. Flora Agaricina Neerlandica Vol 8. Cortinarius.

Regione Lazio. Gennaio 2022. Foto di Tomaso Lezzi.

Cappello vischioso cm 5-11, carnoso, inizialmente conico-campanulato fino a spianarsi progressivamente, spesso con largo umbone centrale, di colore variabile dal giallo-ocra al bruno-fulvo e allora con umbone più chiaro. Il cappello è scanalato da metà raggio fino al margine. Lamelle intervenose grigio-crema nel giovane. Gambo cm 8-13 slanciato, vischioso, fusiforme, di color bianco-violaceo decorato nella metà inferiore da ghirlande squamose. Carne bianco-ocracea con leggero odore di miele, sapore dolce. Comune nei boschi di latifoglie (Faggio, Quercia).

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Particolare del cappello rugoso radialmente.

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Spore (11,2) 12,8-16,0 (17,5) × (8,0) 8,6-10,3 (11,3) µm; Q = (1,3) 1,4-1,6 (1,8); N = 38; Media = 14,2 × 9,4 µm; Qm = 1,5; verrucose. Osservazione in rosso Congo, a 400×.

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Cortinarius elatior s.l. Fr. Regione Lazio, Pineta di Castelfusano. Gennaio 2006. Foto e commento di Tomaso Lezzi.

Un esemplare piccolo ma adulto, riconoscibile per il cappello rugoso, le lamelle col filo bianco e la superfice venata.

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Cortinarius elatior s.l. Fr. Regione Umbria. Ottobre 2013. Foto e descrizione di Mario Iannotti.

Cortinarius molto comune nelle quercete xerofile dell’Italia centrale, i caratteri distintivi sono: cappello con tonalità che vanno dal color miele fino all’ocra-brunastro, margine sottile tinto di violetto, molto glutinoso, la superficie è solcata da evidenti scanalature, quasi una plissettatura che si estende fino a metà del cappello. Le lamelle sono adnate, alte, abbastanza fitte, di colore ocraceo a maturità, con il filo irregolare, di colore biancastro. Il gambo è cilindrico, un po’ radicante, attenuato all’apice ed alla base, nella parte superiore è biancastro con nette striature mentre nella parte centrale ed in basso è sfumato di violetto e decorato da resti velari biancastri, anuliformi. Carne biancastra con odore mielato.

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Particolare del gambo, nella parte superiore è biancastro con nette striature mentre nella parte centrale ed in basso è sfumato di violetto, lamelle di colore ocraceo a maturità, con il filo irregolare, di colore biancastro.

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Particolare del cappello con tonalità che vanno dal color miele fino all’ocra-brunastro, margine sottile tinto di violetto, molto glutinoso, la superficie è solcata da evidenti scanalature, quasi una plissettatura che si estende fino a metà dello stesso.

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Cortinarius elatior s.l. Fr. Regione Toscana. Ottobre 2019. Foto di Alessandro Francolini.

Cortinarius appartenente al sottogenere Myxacium (sottogenere caratterizzato da cappello e gambo vischiosi, con gambo non di rado fusoide oppure più o meno ingrossato alla base, ma sempre privo di bulbo marginato). Presenta un cappello di diametro da 4 a 12 cm, inizialmente conico, poi convesso-campanulato, trapezoidale e infine disteso, di solito con largo umbone. Colore del cappello che varia dal giallo paglierino al bruno-rossiccio; con margine più chiaro che può assumere anche colorazione violacea. Il cappello è striato dal margine fino a metà raggio. Lamelle abbastanza fitte, di colore grigio-crema nei giovani, poi color ocra-brunastro con la maturazione delle spore; con filo lamellare molto seghettato, più chiaro. Gambo 7-14 x 1-2 cm, slanciato fusiforme (attenuato alle due estremità), finemente striato e bianco all’apice, violetto più o meno chiaro nella parte inferiore a causa della rottura del velo generale glutinoso e violaceo che vi si può anche depositare rompendosi in una serie di zone anulari fioccose e sovrapposte. La carne è di colore ocra chiaro, con odore di miele e sapore dolce. Specie comune nei boschi di latifoglie, soprattutto in presenza di Faggio o di Quercia.

Esemplari fotografati in bosco misto Castagno-Faggio; odore di miele con sentore di rancido; sapore dolciastro ma non gradevole perché anch'esso un poco irrancidito.

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