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Digitalis ferruginea L. (1753)

Sinonimi
Digitalis aurea Lindl. (1821)
Digitalis brachyantha Griseb. (1846)
Digitalis ferruginea f. membranaceoviolacea Sigunov (1986)
Digitalis pichleri Huter (1907)

Tassonomia
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Lamiales
Famiglia: Plantaginaceae

Nome italiano
Digitale bruna

Etimologia
L’epiteto Digitalis deriva dal latino digitalis = della grossezza di un dito (dal latino digitus = dito della mano), sia per le dimensioni della corolla sia per la forma della corolla stessa che può ricordare un ditale.
L’epiteto ferruginea deriva dal latino ferrugineus = di color ruggine o rosso bruno, per il colore della corolla.

Descrizione
Pianta erbacea perenne alta fino a 150 (200) cm; con fusto eretto, glabro, più o meno cilindrico, di colore verdognolo ma generalmente arrossato soprattutto nella parte inferiore.

Foglie
Foglie alterne, lanceolate-spatolate, intere, con apice acuto. Mostrano su entrambe le pagine evidenti nervature subparallele; margine finemente denticolato e più o meno pubescente, così come sono pubescenti le nervature della pagina inferiore. Le foglie basali raggiungono una lunghezza di 18-22 cm per una larghezza di 3-4 cm, le cauline sono simili ma progressivamente ridotte, mentre nel racemo fiorale le foglie evolvono in brattee lineari.

Fiori
Infiorescenza in lungo e svettante racemo, con fiori dal brevissimo picciolo posto all’ascella di ogni singola brattea. Diversamente da alcune congeneri, nella Digitalis ferruginea l’infiorescenza non è unilaterale (con i fiori nati su un solo asse del racemo) ma diffusa su tutto il racemo con i fiori che si susseguono quasi ad andamento a spirale.
Il calice è composto da 5 sepali saldati alla base tra di loro, poi separati a partire dalla parte mediana, di forma subcuneata e dall’apice vagamente troncato-arrotondato. Sepali di colore verde ma caratteristicamente con ampio margine molto più chiaro (da biancastro a violaceo).
I fiori presentano grande corolla allungata che dal tubo iniziale si apre poi a forma di ditale; è composta da 5 petali saldati tra di loro (corolla gamopetala). La corolla mostra, in basso, un evidente prolungamento, una sorta di labbro che sporge dal resto del fiore per 10-12 mm, cosparso di folta peluria bianca. Esternamente la corolla ha colore giallo-ocraceo, internamente tale colorazione è percorsa da un reticolo di venature rosse-rugginose.
 

Frutti
Il frutto è una capsula bivalve contenente numerosi e piccoli semi che, a maturità, diventano di colore bruno-rossastro. All'apice di ogni frutto è presente un breve rostro.

Periodo di fioritura
Da Maggio a Luglio.

Territorio di crescita
Pianta abbastanza rara, reperibile in Italia Centro-Meridionale con presenza dubbia sulle alture liguri.

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Habitat
Tradizionalmente in boschi cedui, nelle chiarie delle aree montane o negli incolti, con altitudine tra i 500 e i 1700 m s.l.m.; in zone ruderali (come gli esemplari qui di seguito fotografati) anche a quote più basse (250 m s.l.m.).

Specie simili
Potrebbe confondersi con Digitalis laevigata  Waldst. & Kit (1804) che tuttavia è endemica del Carso Triestino, è molto rara e non mostra arrossamenti sul fusto. Inoltre il suo calice è formato da sepali privi della bordatura chiara e aventi apice non tronco-arrotondato ma acuto-mucronato.

Specie protetta
La specie non è protetta.

Uso Alimentare
Nessun uso alimentare perché, come tutte le altre Digitalis, anche questa specie è altamente tossica. È infatti considerata tra le piante più velenose presenti in Italia.

Medicina alternativa e Curiosità
Probabilmente come tutte le Digitalis ha importanti proprietà medicinali cardiotoniche, comunque essendo i suoi principi attivi tra i più potenti e velenosi esistenti in natura, sono da escludersi completamente utilizzi estemporanei e amatoriali. Solo l'industria farmaceutica e i laboratori medici specializzati possono gestire con competenza le sue proprietà curative.

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Note
Per la sua altezza può essere usata per decorare determinate zone dei giardini privati, in questo caso ricordando la sua notevole velenosità, diventa necessario porre estrema attenzione ad evitare tassativamente l'eventuale ingestione casuale della pianta da parte degli animali domestici e peggio ancora se presenti in casa, dei bambini. Ovviamente se i bambini e gli animali domestici fanno parte del nucleo familiare, meglio evitare di usare come ornamentali tali piante.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti e Alessandro Francolini; Foto di Alessandro Francolini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

Digitalis ferruginea  L. (1753); Regione Toscana; Mugello, 250 m s.l.m.; 10 Luglio 2021; Foto di Alessandro Francolini.

Bellissima pianta, di altezza 190 cm, ben oltre la media che si trova riportata in letteratura (70-150 cm).

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Digitalis ferruginea  L. (1753); Regione Toscana; Mugello, 250 m s.l.m.; 10 Luglio 2021; Foto di Alessandro Francolini.

Foglie lanceolate, con varie nervature quasi parallele, visibili su entrambe le facce. Margine delle foglie finemente dentellato-pubescente. Foglie progressivamente ridotte salendo sul fusto.

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Nervature pubescenti nella pagina inferiore delle foglie.

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Le foglie si trasformano in brattee lanceolate quando si trovano a contatto con i corti peduncoli fiorali.

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Digitalis ferruginea  L. (1753); Regione Toscana; Mugello, 250 m s.l.m.; 24 Luglio 2021; Foto di Alessandro Francolini.

Ecco come si mostra, dopo 2 settimane, la pianta del primo post. L'altezza è rimasta immutata (circa 190 cm) e la fioritura ora interessa la parte medio alta del lungo racemo.

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I frutti, ciascuno col proprio rostro apicale.

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Seguendo la staccionata ora dismessa, a una ventina di metri di distanza ho trovato una fioritura abbondante di questa specie, con le piante più alte che sfiorano i 2 metri e con racemi lunghissimi. Evidentemente, pur essendo definita come pianta abbastanza rara, ha trovato in questo ambiente ruderale condizioni decisamente favorevoli.

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Digitalis ferruginea  L. (1753); Regione Toscana; Mugello, 250 m s.l.m.; 24 Luglio 2021; Foto di Alessandro Francolini.

Frutto (ancora immaturo) aperto che mostra le due valve e i numerosi piccoli semi al loro interno.

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In basso un frutto con la evidente linea di separazione delle due valve. A maturità il frutto si aprirà in due tramite la lacerazione di tale linea e del setto divisorio tra le due valve. Frutto, o capsula, del tipo "setticida".

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Macro dei fiori in diversi stadi di maturazione.

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