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Flammulaster muricatus (Fr. : Fr.) Watling 1967


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Flammulaster muricatus (Fr. : Fr.) Watling 1967

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Inocybaceae

Sinonimi
Pholiota muricata (Fr.) P. Kumm. 1871
Dryophila muricata (Fr.) Quél. 1886
Naucoria muricata (Fr.) Kühner & Romagn. 1953
Flocculina muricata (Fr.) P.D. Orton 1960

Etimologia
Dal Latino flammula = fiamma; aster = stella e muricatus = appuntito.

Cappello
Basidiomicete con un pileo di dimensioni medio-piccole, 0,5 cm nei soggetti immaturi, fino ad un massimo di 3 cm nei soggetti maturi. Aspetto globoso e semigloboso all'esordio, poi presto aperto ed infine quasi spianato. Colore bruno giallastro, bruno arancio, con superficie rivestita da fitte squamule farinose, granulose, disposte in senso radiale, più fitte nel centro del disco e che formano dei corti peletti verso il margine del cappello. Presenza di una struttura morfologica in rilievo, venoso congiunta, nel centro del cappello. Margine del pileo festonato, dotato di residui velari disposti regolarmente, brevi e di forma triangolare, che probabilmente per il loro aspetto a stella, sono il motivo dell'etimologia del genere.

Imenoforo
Lamelle mediamente distanziate, panciute in posizione mediana e subdecorrenti all'inserzione, con presenza di numerose lamellule di dimensioni estremamente variabili, giallo crema all'esordio, poi macchiate di ruggine, con filo concolore nettamente eroso e irregolare.

Gambo
Stipite mediamente corto, 2-4 cm, con portamento lineare, lievemente allargato alla base, brunastro con tonalità più chiare e giallastre all'apice, interamente rivestito con decorazioni analoghe a quelle presenti sul pileo, giallo ocra e minutamente forforacee all'apice.

Carne
Brunastra, priva di odore e sapore significativo e quindi apprezzabile.

Habitat
Specie saprotrofa che cresce su residui legnosi, su rami e su vecchie ceppaie. Segnalato in letteratura scientifica sotto latifoglia con particolare predilezione per Fagus sylvatica.

Microscopia
Tutte le specie del genere Flammulaster hanno struttura della cuticola con ife globose, rigonfie o cortamente cilindriche, più o meno catenulate.
Flammulaster muricatus ha spore di profilo ellissoidale, faseoliforme in alcuni casi. La parete sporale non è sottile, né particolarmente spessa, ma “media” e solo con attenzione si riesce a osservare in alcuni casi il poro germinativo. Le misure rilevate sono di 5,8-7,0 × 3,4-4,3 μm; Qm = 1,6.
I cheilocistidi sono abbondanti, riuniti anche in gruppi, cilindrici, sinuosi, clavati con apice capitulato. Schiacciando bene il preparato microscopico si può osservare la struttura completa dei cheilocistidi ed eseguirne la misurazione, che risulta di 35-59 × 7-10 μm fino al primo setto. Se si effettua la misura fino alla base dei cheilocistidi, questa risulta di 35-73 × 7-10 μm.

Commestibilità e tossicità
Priva d'interesse alimentare e senza riscontri tossicologici descritti in letteratura scientifica.

Osservazioni
Il genere Flammulaster è stato descritto da Earle nel 1909 come un genere segregato da Naucoria con i seguenti caratteri:
• Basidiocarpi putrescenti
• Pileo convesso, squamuloso o setoso
• Lamelle annesse o decorrenti
• Gambo centrale
• Velo subevanescente, che non forma anello distinto
• Spore ruggine o cannella
Nel 1953 Küner e Romagnesi riconscono per Naucoria subgen. Floccularia circa gli stessi caratteri (escudendo il subgen. Tubaria).
Norton nel 1960 accetta questo gruppo e lo separa come genere Flocculina.
Waitling nel 1967 riconosce la sinonimia tra Flammulaster e Flocculina.
Per il genere Flammulaster è ammessa anche una relazione molto stretta con il genere Phaeomarasmius, da cui si distingue per la struttura della pileipellis, che in quest’ultimo è un lamprotricoderma, cioè una palizzata di ife rialzate e a parete spessa

Specie simili

  • Phaeomarasmius erinaceus (Fr.) Kühner può macroscopicamente somigliare a Flammulater muricatus. Un esame microscopico ci toglie subito qualsiasi dubbio, perché P. erinaceus ha struttura della cuticola a lamprotricoderma, cioè una palizzata di ife rialzate e a parete spessa, mentre in F. muricatus la cuticola è formata da ife globose, rigonfie o cortamente cilindriche, più o meno catenulate.
  • Flammulaster limulatus (Fr.) Watling ha ife della curticola cortamente cilindriche e non globose.
  • Flammulaster novasilvensis P.D. Orton ha ife della curticola cortamente cilindriche, non globose e alcuni autori lo sinonimizzano con Flammulaster limulatus.
  • Flammulaster granulosus (J.E. Lange) Watling ha habitat non su legno; spore non faseoliformi.
  • Flammulaster ferrugineus Maire ex Watling ha spore non faseoliformi.
  • Flammulaster wieslandri (Fr.) M.M. Moser ha spore destrinoidi, ovoidi, 8,5-10,5 ×5-5,5 μm; cheilocistidi di 25-45 μm di lunghezza, mai capitulati.
  • Flammulaster gracilis (Quél.) Watling ha cheilocistidi lageniformi.
  • Flammulaster erinaceellus sensu auct. brit. = Flammulaster erinaceella non viene considerato né su Funga Nordica (2008), né su Vellinga (1986), perché per Vellinga nome misapplicato. Michael Kuo descrive la microscopia di questa specie in modo completamente sovrapponibile a F. muricatus.
     
Bibliografia
AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.
VELLINGA, E.C., 1986. The genus Flammulaster (Agaricales) in the Netherlands and adiacent regions. Persoonia 13-1: 1-26.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti, Luigi Minciarelli, Tomaso Lezzi e Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Flammulaster muricatus (Fr.) Watling; Regione Umbria; Luglio 2013; Foto e commento di Pietro Curti.

Il ritrovamento rappresentato nelle fotografie proposte è stato effettuato sotto macchia mediterranea, nella regione Umbria, in un bosco con prevalenza di Quercus cerris e sottobosco di Erica arborea, ma anche con la presenza di qualche pianta di Castanea sativa, Ostrya carpinifolia e Fagus sylvatica. Il contesto di nascita era il residuo di una vecchissima ceppaia degradata e rasa a livello del suolo, probabilmente di Quercus cerris. Cappelli bruno arancio, con diffuse decorazioni forforacee e con struttura radiale centrale in rilievo, venoso-congiunta.

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Margine del pileo appendicolato in senso radiale in modo regolare, tale da simulare una stella.

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Lamelle panciute in posizione mediana e subdecorrenti all'inserzione, con presenza di numerose lamellule, con filo concolore nettamente eroso e irregolare.

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Foto, microscopia e commenti di Tomaso Lezzi e Mario Iannotti.

I Flammulaster hanno sempre struttura della cuticola con ife globose o rigonfie, cortamente cilindriche, più o meno catenulate a differenza dei simili Phaeomarasmius, che hanno struttura della cuticola a lamprotricoderma, cioè una palizzata di ife rialzate e a parete spessa.
 
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Osservazione in Melzer. In Flammulaster muricatus le spore non sono destrinoidi. Questo carattere permette di distinguere questa specie da Flammulaster wieslandri che ha spore destrinoidi.
 
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Le spore di Flammulaster muricatus hanno profilo ellissoidale, faseoliforme in alcuni casi. La parete sporale non è sottile, né particolarmente spessa, ma “media” e solo con attenzione si riesce a osservare in alcuni casi il poro germinativo. Le misure rilevate sono di 5,8-7,0 × 3,4-4,3 μm; Qm = 1,6.
 
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I cheilocistidi sono abbondanti, riuniti anche in gruppi, cilindrici, sinuosi, clavati con apice capitulato.
 
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Schiacciando bene il preparato microscopico si può osservare bene la struttura completa dei cheilocistidi ed eseguirne la misurazione, che risulta di 35-59 × 7-10 μm fino al primo setto. Se si effettua la misura fino alla base dei cheilocistidi, questa risulta di 35-73 × 7-10 μm.
 
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