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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Hedera helix L. s.l.

    Hedera helix L. ssp. helix

    Hedera helix ssp. poëtarum (Bertol.) Nyman

     

    Sinonimi

    H. chrysocarpa Walsh

    H. helix L. var. poëtica Weston

    H. poëtarum Bertol.

    H. poëtica Salisb.

    H. taurica (Hibberd) Carrière

     

    Tassonomia

    Regno: Plantae

    Divisione: Magnoliophyta

    Classe: Magnoliopsida

    Ordine: Apiales

    Famiglia: Arialiaceae

     

    Nome italiano

    Edera, Edera comune, Edera arborea, Edera rampicante.

    Nomi locali: Campania: Ellera; Friuli: élare, édere, Irula, tarabánc; Marche: Èlla, Lèllera, Lèllra; Lombardia: Rampano, Ligabosch, Ergna; Piemonte: Brassabosch, Ledra; Veneto: rampighina; Liguria: Lélua, Eure; Lazio: Enara; Sardegna: Bedra, Era de murus, Candelaru, Ramallète; Abruzzo: Lellara; Calabria: Erera, Chisso; Puglia: Aneria: Basilicata: Arella; Sicilia: Areddara.

     

    Etimologia

    L'antico termine latino Hedera (che indicava giusto questa specie, con le cui fronde si ornava il tirso di Bacco, e si incoronavano i poeti) sembra abbia origine da adhær-ĕo, -es, adh-æsi, -æsum, -ēre = stare attaccato, aderire;

    l'epiteto helix, è l'altro sostantivo latino (hĕl-ix, -icis) con cui veniva indicata l'edera, e che trae origine dal greco έλιζ (helix), col significato di spirale, elica, in riferimento al fatto che questa specie tende ad attorcigliarsi a mo' di elica ai supporti (o ospiti) a cui si aggrappa.

     

    Descrizione

    Pianta rampicante sempreverde, cespugliosa, lianosa, che può raggiungere i 20 m di altezza; fusti legnosi che aderiscono ai muri, tronchi, rami, pali e qualsiasi altro elemento che permetta lo sviluppo verticale; in mancanza di supporti ai quali aggrapparsi, assume un portamento strisciante ed aderente al terreno; l'aspetto dei fusti e rami giovani è erbaceo, con pelosità biancastra ± densa e appressata al fusto, poi semilegnoso e glabro, ma sempre caratterizzato dalla presenza di moltissime radici avventizie che li ricoprono e con le quali si arrampicano all'ospite che li sostiene; i fusti legnosi hanno corteccia grigio-chiara screpolata. Inizia a sviluppare fusti fertili ad almeno 10 anni di età.

     

    Foglie

    Lucide, di colore verde intenso e con nervature più chiare e spesso molto evidenti sulla pagina superiore, di un verde leggermente più pallido nella pagina inferiore; quelle dei rami aderenti al fusto di altre piante sono dotate di corto picciolo (generalmente da 1/2 a 1 volta la lunghezza della lamina), mentre in quelle dei rami striscianti al suolo, questo è lungo generalmente da 1-1,5 fino a 4 volte la lunghezza della lamina stessa; questa ha forma variabile da palmato-lobata con 3-5 lobi ± pronunciati e base cordata sui fusti sterili, a ellittica, o ovata, o lanceolata e con base di forma variabile, sui fusti fioriferi.

     

    Fiori

    Ermafroditi, con calice e corolla pentameri, riuniti in ombrelle sferiche di circa 10÷50 elementi, in posizione terminale sui giovani rami; sovente più ombrelle sono riunite insieme; petali oblanceolato-romboidali verdastri lunghi 1÷3 mm revoluti almeno nella porzione apicale, sepali triangolari molto piccoli, brunastri; stami 5, alternati ai petali, lunghi 2,5-4,5 mm, chiari con antere gialle, talvolta leggermente rosate; ovario infero pentaloculare, stigma sessile.

     

    Frutti

    Bacche globose ovoidali di 4÷7 mm, inizialmente verdi, poi bruno-rassastre ed infine nero-bluastre nella subsp. helix; nella subspecie poëtarum a maturità diventano giallastro-dorate e hanno dimensioni maggiori rispetto alla subsp. helix.

    ogni bacca contiene 2÷5 semi di colore rossiccio.

     

    Periodo di fioritura

    Fiorisce in autunno da Settembre a Novembre.

     

    Territorio di crescita

    Zone temperate dell’Europa, Isole Canarie, Africa del Nord, Asia.

    In Italia la subsp. helix è presente, allo stato spontaneo, in tutte le Regioni, la subsp. poëtarum è invece alloctona in Italia, ma si è facilmente naturalizzata in Toscana, Lazio, Puglia, Basilcata, Calabria e Sicilia, la sua presenza in Umbria è da verificare. La mappa distributiva che segue è riferita alla sola subsp. helix.

     

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    Habitat

    Pianta ubiquitaria, comune in tutti gli ambienti, soprattutto se umidi, tende a rarefarsi in alcuni zone gella fascia mediterranea; può svilupparsi aderente ai fusti e ai rami degli alberi di latifoglia ma anche di aghifoglia, lungo i pali, sui muri, nei ruderi, nelle siepi, tappezzante nelle radure dei boschi, ecc., dal livello marino fino a raggiungere talvolta 1400 metri slm.

     

    Somiglianze e varietà

    Le due sottosp. si differenziano macroscopicamente per:

    Hedera helix L. subsp. helix [= H. taurica sensu Pojark., vix Carrière]: frutti a maturazione di colore nero-bluastro.

    Hedera helix subsp. poëtarum(Bertol.) Nyman[/size][/color] [= H. taurica (Hibberd) Carrière = H. chrysocarpa Walsh = H. helix L. var. poëtica Weston = H. poëtarum Bertol. = H. poëtica Salisb.]: frutti a maturazione di colore giallastro.

    In Lombardia è presente, inselvatichita, H. algeriensis Hibberd, facilmente riconoscibile per le foglie decisamente più grandi di H. helix (generalmente larghe non meno di 8-10 cm).

     

    Specie protetta

    Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.

     

    Costituenti chimici

    Saponine, flavonoidi, ederina (glucoside amaro, velenoso) che per idrolisi si scinde in ederogenina, ederosio e arabinosio; tannino, acido ederico, formico, caffeico, malico, una sostanza grassa, una gommoresina; rutina, scopolina, carotene, colesterina, ossalato di calcio, tocoferolo, sali minerali. Nelle foglie sono presenti estrogeni.

     

     

    Uso Alimentare.

    La pianta non è commestibile in alcuna delle sue parti, benché i semi siano ricchi in proteine e grassi.

     

    Uso cosmetologico

    Alcuni dei componenti presenti nella pianta svolgono attività anticellulite ed H. helix viene usata a tale scopo sotto forma di oli, pomate, estratti ed entra come ingrediente in prodotti cosmetici.

     

    Uso Farmacologico

    Le sostanze estrogene contenute, soprattutto nelle foglie, favoriscono le mestruazioni e ne calmano i dolori. Recenti studi hanno, inoltre, dimostrato che le foglie contengono emetina, un alcaloide antiamebico, e saponine triterpeniche, che risultano efficaci contro la Fasciola Epatica ( parassita delle vie biliari di molti animali domestici ed in particolare di bovini ed ovini ), altri parassiti interni ed infezioni fungine.

    I flavonoidi e le saponine naturali svolgono attività espettorante.

     

    Medicina alternativa e Curiosità

    In fitoterapia la pianta viene usata in varie preparazioni. Per uso esterno favorisce la cicatrizzazione di piaghe e ferite ed è utile contro i funghi dello strato superficiale della pelle, come il “Piede dell’atleta”. Per uso interno si utilizza nel trattamento della gotta, di dolori reumatici, pertosse, bronchite e come parassiticida. Poiché la specie risulta alquanto tossica è necessario che l’assunzione avvenga sotto controllo medico: dosi eccessive possono causare vomito e diarrea e danneggiare i globuli rossi del sangue. Le foglie fresche possono provocare reazioni allergiche e l’ingestione delle bacche provoca depressione respiratoria.

     

    Dai rami si ottengono una tintura gialla ed una marrone. Il decotto di foglie restituisce il colore nero ai tessuti scoloriti e, usato per risciacquare i capelli, conferisce alla chioma una sfumatura bruna. Bollendo le foglie con l’aggiunta di soda si ottiene un buon sostituto del sapone per lavare i panni.

     

    Nella mitologia celtica questa pianta, per il suo essere sempreverde, veniva associata al culto di Arianrhod, divinità femminile del tempo e del karma. Il castello della dea veniva chiamato Caer Arianrhod (Aurora Borealis): in esso le anime sostavano prima di reincarnarsi o di morire definitivamente, se avevano compiuto l’intero ciclo delle proprie esistenze. La festa dedicata a questa dea si celebrava il 31 ottobre e prendeva il nome di Samhain . Questa ricorrenza è oggi più nota come Halloween e il vocabolo è una contrazione delle parole celtiche "All Hallow's Eve" ossia veglia di Ognissanti.

     

    Note

    Molti la considerano erroneamente una essenza parassita ma le sue innumerevoli radici servono unicamente per sostenersi ed aderire alla pianta che la sta ospitando: infatti, tagliandone il fusto, l'edera muore; probabilmente la sua presenza favorisce la proliferazione di insetti, micro e macromiceti, che trovano particolarmente idoneo questo habitat per potersi sviluppare.

    Nel periodo invernale le sue bacche sono un provvidenziale nutrimento per molti animali, quali, ad esempio, i tordi che, finite le olive, se ne cibano abbondantemente.

    Per gli esseri umani tutta la pianta è velenosa.

     

    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, G.B. Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

    Link utili

    Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

     

    Hedera helix L. - Foto di Giovanni Baruffa

     

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  2. Serapias vomeracea subsp. vomeracea (Burm. F.) Briq. (1910)

    Sinonimi
    Serapias cordigera
    subsp. vomeracea (N.L. Burm.) Sund.
    Serapias lancifera St.-Amans (1821)
    Helleborine longipetala Ten. (1818)
    Serapias longipetala (Ten.) Pollini (1824)
    Helleborine pseudocordigera Sebast. (1813)
    Orchis vomeracea Burm.f. (1770)
    Lonchitis longipetala Bubani (1901)

    Tassonomia
    Divisione: Magnoliophyta
    Classe: Liliopsida
    Ordine: Orchidales
    Famiglia: Orchidaceae

    Nomi italiani
    Lingua lunga; Serapide maggiore

    EtimologiaEtimologia
    Il nome del genere, Serapias, probabilmente è stato dato in onore di Serapide o Sarapide (in greco Σέραπις o Σάραπις), antico dio greco-egizio della fertilità; in riferimento alle presunte proprietà afrodisiache dei loro rizotuberi.
    Il nome specifico deriva dal latino vomer = vomere dell'aratro, con riferimento alla forma dell'epichilo che lo può ricordare.

    Descrizione
    Pianta robusta alta fino a 60 cm, con rizotuberi ovoidali.
    Foglie: Foglie 4-7, basali lineari-lanceolate, allungate, le cauline guainanti il fusto. Brattee molto grandi acute, che possono raggiungere i 60 mm di lunghezza, oltrepassando di molto il casco.
    Fiori: Infiorescenza più o meno lassa, allungata, con 3-12 fiori piuttosto grandi; sepali e petali conniventi a formare un cappuccio allungato, grigio-bruno, con nervature purpuree evidenti; labello piuttosto lungo, da rosso chiaro a porpora violaceo scuro, molto peloso fino al centro dell'ipochilo, con alla base due lamelle parallele; ipochilo concavo, con i lobi coperti dal cappuccio; epichilo lanceolato, appuntito, rosso-bruno, a volte addossato al fusto.
    Tipo corologico: Euromediterranea.
    Habitat: Prati aridi ed incolti, garighe, radure boschive, su terreni argillosi.
    Periodo di fioritura: Aprile-giugno.
    Territorio di crescita: Presente su tutto il territorio Italiano, ad esclusione di Sardegna e Val d'Aosta.

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    Somiglianze e varietà: Serapias vomeracea subsp. laxiflora (Soò) Gòlz & H.R.Reinhard che si differenzia per la pianta più snella, con base del fusto e delle foglie spesso macchiate. Fiori più piccoli, con epichilo ribattuto all'indietro ed addossato al fusto.

    Note: le Serapias hanno un sistema di impollinazione diverso da altre specie, difatti gli imenotteri trovano un comodo ed accogliente rifugio per riposarsi in una conformazione a tana del fiore, l'insetto viene a contatto con il ginostemio, così il polline si sparge di fiore in fiore.

    *********

    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

    Link utili
    Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane

     

    Serapias vomeracea subsp. vomeracea (Burm. F.) Briq. (1910); Regione Emilia Romagna; Aprile 2007; Foto di Gianni Bonini.

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  3. Platanthera bifolia (L.) Rchb.

    Sinonimi
    Orchis bifolia L.
    Platanthera bifolia subsp. laxiflora (Drejer) Loithat.
    Platanthera solstitialis Bonningh.

    Tassonomia
    Regno: Plantae
    Divisione: Magnoliophyta
    Classe: Liliopsida
    Ordine: Orchidales
    Famiglia: Orchidaceae

    Nome italiano
    Cipolla bifolia
    Foglie d'uovo
    Orchidea di montagna
    Orchidea primaverile
    Orchidea verdastra
    Platantera comune

    Etimologia
    Il nome del genere dal greco platys=largo e antheròs=antere, con riferimento alla larghezza delle antere.
    Il nome specifico dal latino bifolia=a due foglie, anche se questo non è affatto un carattere distintivo assoluto della specie.

    Descrizione
    Pianta dall'aspetto gracile, alta 20-60 cm, fusto angoloso.

    Foglie
    Due-tre grandi foglie basali eretto-patenti, subopposte, lucide, le cauline bratteiformi.

    Fiori
    Infiorescenza allungata, sublassiflora, fiori bianchi con l'apice del labello verde-giallastro più o meno profumati, con petali e sepalo mediano conniventi in casco. Labello intero, lungo 9-15 mm e largo 3-8 mm. Sperone sottile, lungo una volta e mezzo l'ovario, pollinodi paralleli.

    Tipo corologico
    Paleotemperato

    Periodo di fioritura
    Maggio-luglio

    Territorio di crescita
    Presente su tutto il territorio Italiano, ad esclusione della Sicilia.

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    Habitat
    Boschi ombrosi, preferibilmente di latifoglie, prati umidi e paludi.

    Somiglianze e varietà
    Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. che si differenzia principalmente per i pollinodi divergenti.

    Note
    L'impollinazione viene effettuata da lepidotteri notturni (farfalle), le uniche in grado con la lunga spiritromba a raggiungere il nettare contenuto alla base dello sperone stretto ed allungato.


    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica


    Link utili

    Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane


    Plantanthera bifolia (L.) Rchb., Regione Sardegna, Maggio 2007 - foto di Giovanni Solinas


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