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Gian Battista

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  1. Fine ottobre 2006, Monte Albo, 800 m s. l. m. su substrato scistoso, foglie della pianta in ripresa vegetativa.
  2. Compositae (Asteraceae) Santolina corsica Jordan et Fourreau Nome comune: santolina, crespolina corsa. Nome locale (Siniscola, Lodè, Lula): erva 'e coskos. Forma biologica: Ch pulv/NP Descrizione: pianta sempreverde cespuglioso-suffruticosa, con rami eretti, alta mediamente 20-50 cm (ma può arrivare anche a 90 cm) con tomento biancastro-cinereo, formante pulvini. Foglie lineari (da 1 a 5 cm, mediamente più lunghe nei getti sterili) con breve picciolo, dotate di corte lacinie (1-3 mm, mediamente più lunghe nei getti sterili) digito/claviformi e ottuse. Infiorescenze in capolini gialli emisferici mediamente di 7-10 mm (ma anche fino a 16 mm) di diametro; squame involucrali rigide ad apice arrotondato e pelosetto (quelle più prossime al disco); stami con brevi filamenti, antere biancastre; stilo bifido. Frutto: achenio angoloso e liscio di 4-6 mm. Antesi: maggio, giugno (nelle zone più elevate: luglio). Tipo corologico: Endemismo (Sardegna, Corsica) Distribuzione in Italia: Sardegna. Habitat/ecologia: elio-xerofila della gariga mediterranea di quota medio-alta, su substrato calcareo o siliceo, generalmente da 200 a 1300 m di quota (in Sardegna fra 600 e 1100 m s. l. m.). Etimologia: molto probabilmente il nome del genere deriva dal latino: sanct-us, -a, -um = santo (agg.) e Linum = lino - nominativo al plurale: Lina - (quindi =lino santo, forse in riferimento a proprietà terapeutiche comuni col lino); corsic-us, -a, -um = dell'isola della Corsica, dove è ubicato il locus classicus di questa specie. Proprietà ed usi: in Sardegna la S. corsica - ma anche la S. insularis (Gennari) Arrigoni - veniva utilizzata contro la stongilosi equina (patologia parassitaria - vermi - a carico del rene) per somministrazione diretta con foraggio, oppure per infuso: da tale uso deriverebbe il nome sardo; alcune note sul medesimo uso, in questo caso anche sull'uomo, le riportò il naturalista Mattioli (XVI sec. d. C.) per la S. Chamaecyparissus L. in Spagna, dove viene tuttora denominata, assieme ad Artemisia abrotamum L., "hierva lombriguera". Nella medicina tradizionale alle specie congeneri vengono attribuite anche proprietà antispasmodiche, biliari, antitermiche, vulnerarie. L'uso interno, naturalmente, è sconsigliato, se non sotto supervisione medica. Note e curiosità: in Sardegna la pianta è presente solo sul Monte Albo, dove è una delle piante più diffuse e rappresentative oltre una certa quota; per il Monte Albo la specie è vicariante rispetto a S. insularis (Gennari) Arrigoni, tipica dei restanti calcari mesozoici centro-orientali dell'Isola, del Marganai e dei Monti del Gennargentu. La pianta, se toccata, calpestata, o semplicemente mossa dal vento, emana un forte aroma, tipico delle santoline, non gradito da tutti; la sua massiccia presenza sul Monte Albo, oltre che per la facile riproducibilità per seme, è sicuramente dovuta al fatto che viene rifiutata dal bestiame, sia d'allevamento (capre, pecore, bovini), sia selvatico (mufloni). Bibliografia: S. Pignatti "Flora d'Italia" Il Sole 24 ore - Edagricole, 1982; F. Valsecchi, I. Camarda "Piccoli arbusti, liane e suffrutici spontanei della Sardegna" Carlo Delfino Editore, 1990; I. Camarda "Ambiente e flora del Monte Albo" Ed. Il Portico, 1984.
  3. Ancora una veduta con le piante tipiche della gariga; la zona è esposta a S e a SW, quindi anche ai venti di maestrale, ma a riparo da tramontana e grecale. Un caro saluto, GB
  4. Particolare di un cespuglio; le piante in questo settore sono soggette a fattori climatici estremi, quali estati lunghe, calde e siccitose e inverni generalmente rigidi, per cui la fioritura avviene fra i mesi di maggio e luglio.
  5. Vi lascio anche alcune foto sulla presenza del rosmarino in ambiente montano, scattate il 01/09/2007 ad oltre 900 m di quota nel polje a ridosso di P.ta Gurturju (1042 m s. l. m.) sul M. Albo di Siniscola (NU): veduta di P.ta Gurturju, alla sua base a sinistra si intravedono i cespugli di rosmarino associati a piante tipiche della gariga di queste quote e di Juniperus oxycedrus.
  6. Particolare delle foglie, che risultano essere in proporzione più larghe rispetto a quelle del rosmarino a fiori azzurri o rosati
  7. Salve a tutti! Lascio qualche foto e alcune note. In sistematica è classificato semplicemente come Rosmarinus officinalis L. (è ben accetta qualsiasi correzione se qualcuno fosse più aggiornato di me!!!), ma coloro che si occupano di florovivaismo e di giardinaggio lo distinguono come R. officinalis var. albiflorus o R. officinalis var. albus (senza citarne l'autore), con evidente riferimento al colore dei fiori; non si tratta comunque di una cultivar, ma si trova allo stato spontaneo generalmente associato al ben più diffuso e conosciuto rosmarino a fiori azzurri o rosei. Oltre che per il colore dei fiori lo si può distinguere per le foglie un po' più grandi e più allargate. Il R. officinalis (s. l.) in Sardegna vegeta dal livello del mare sin oltre i 1000 m di quota; alle basse quote, e entro una limitata distanza dalla costa, vive associato alle altre piante tipiche dell'ambiente mediterraneo (macchia o bosco rado), e indifferentemente al substrato; alle quote più elevate lo si ritrova solo su suoli calcarei sia in ambiente di gariga che ai margini di boscaglie o radure; anche se predilige i crinali ben esposti al sole, l'ho rinvenuto a quote medio-alte (600/800 m) in radure di lecceta promisqua esposte a nord (Monte Albo di Lula - NU). La fioritura alle basse quote inizia dopo le prime piogge autunnali, e si può protrarre fino a primavera inoltrata quando le condizioni risultano essere favorevoli (buona piovosità), altrimenti si arresta a febbraio; alle quote più elevate la fioritura avviene tra maggio e luglio.
  8. Particolare della infiorescenza.
  9. Ancora l'infiorescenza; si notano, come sfondo, alcuni fiori di Helianthemum croceum (Desf.) Pers.
  10. Bell'esemplare con alcune infiorescenze; la pianta è generalmente alta da 30 a 80 cm
  11. La pianta è costituita da un cespuglietto intricato di foglie.
  12. Sempre particolare di foglie.
  13. Le foglie sono composte e hanno una struttura assai variabile.
  14. La pianta predilige terreni sassosi calcarei; le foto le ho scattate il 20/05/2007 alla quota di 750 m s. l. m. in ambiente di gariga.
  15. Salute a tutti! Eccone una breve descrizione e alcune foto. Umbelliferae (Apiaceae) Laserpitium gallicum L. Sinonimi: Lacellia cuneata Bubani Siler gallicum (L.) Crantz Laserpitium cuneatum Moench Laserpitium formosum Willd. Laserpitium angustifolium L. Laserpitium trifurcatum Lam. Laserpitium angustissimum Willd. Laserpitium paradoxum A.Bolos & Font Quer Laserpitium gallicum L. var. dissectum Rouy Laserpitium gallicum L. var. platyphyllum Rouy Laserpitium gallicum L. var. formosum (Willd.) Lange Laserpitium gallicum L. var. angustifolium (L.) Lange Laserpitium gallicum L. subsp. angustifolium (L.) Nyman Laserpitium gallicum L. var. angustissimum (Willd.) Lange Laserpitium gallicum L. var. cuneatum (Moench) Rouy & E.G.Camus Forma biologica: H scap Nome volgare: Laserpizio odoroso Pianta erbacea glabra, perenne con foglie carnoso-coriacee bipennate con foglioline a loro volta 1-2(-3)_pennatosette o laciniate, o anche lineari. Infiorescenze in ombrelle terminali con corolla bianca o rosata. Frutto: achenio ovoidale provvisto di ali longitudinali. Fioritura: luglio-agosto (in Sardegna da fine maggio a luglio). Corologia: orofita del mediterraneo nord-occidentale. Habitat: luoghi sassosi; predilige suoli calcarei; in Italia generalmente da 700 a 2000 m di quota. Note: si tratta di una pianta molto aromatica; la specie è assai polimorfa, questo giustifica il numero elevato di sinonimi e di presunte varietà o sottospecie. In Sardegna viene considerata come pianta molto rara ed è relegata ai calcari mesozoici centro-orientali al di sopra dei 700 m di quota.
  16. Ed ecco un'altra pianta di G. Flavum fiorita!
  17. Per chi fosse scettico, ecco una foto del Glaucium flavum
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