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  1. Amanita crocea (Quél.) Singer 1951 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Amanitacea Genere Amanita Sottogenere Amanita Sezione Vaginatae Sinonimi Amanitopsis crocea (Quél.) E.-J. Gilbert 1928 Amanita vaginata var. crocea Quél. 1898 Nome italiano Bubbolina. Etimologia L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità. L'epiteto crocea deriva dal latino crocus = pianta del croco, per il colore giallo come quello dello zafferano. Cappello 5-8(12) cm, all'esordio allungato e stretto sul gambo, infine allargato, senza essere quasi mai totalmente espanso, con umbone centrale ampio; sericeo con tempo asciutto, untuoso e viscido in caso di pioggia, non presenta quasi mai decorazioni velari sul cappello, margine del cappello nettamente rigato; sul cappello predominano i cromatismi dell'arancio con varie sfumature, tenui ma anche molto forti, i colori sono più intensi al centro del cappello. Lamelle separate dal gambo, serrate e minute, biancastre o crema, con numerose lamellule. Gambo 7-14 × 1-2,5 cm, allungato, stretto in alto, rivestito da minute squamule concolori al pileo (biancastre nella varietà subnudipes); in origine pieno e poi con cavità. Anello assente "obliterato". Volva consistente, alta sul gambo, strettamente ancorata alla base dello stipite, svasata in alto, biancastra, più scura internamente. Carne Poco spessa e consistente, leggera, bianca o biancastra, aranciata ai margini in modo abbastanza netto. Odore leggero, priva di sapori significativi, dolciastra. Habitat Specie ubiquitaria, la troviamo prevalentemente nei luoghi umidi, muschiosi ed erbosi. Si tratta di una specie abbastanza localizzata e non reperibile ovunque, dove presente può mostrarsi con produzioni densamente gregarie, fruttifica dal mese di Agosto fino a tutto Novembre. Commestibilità e tossicità Buon commestibile dal sapore delicato (esige cottura adeguata, 15 minuti dal primo bollore, perché è tossica da cruda, quindi con commestibilità condizionata alla cottura). Osservazioni Pur avendo cromatismi del cappello che ricordano molto la ben più conosciuta Amanita caesarea, l'assenza di anello e il colore biancastro del gambo e delle lamelle, ne consentono una facile separazione. Specie simili Viene considerata dalla maggioranza degli autori specie a sé stante e non una delle tante varietà della Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Lam. Si tratta di una delle poche Amanita del sottogenere Amanita, sezione Vaginatae, che si riescono a riconoscere e delimitare con facilità in particolare per il colore aranciato del cappello, per il margine nettamente striato e per il gambo tipicamente screziato. Amanita fulva Fr.,è simile, ma è un fungo di taglia solitamente inferiore, con colore pileico fulvo brunastro e con crescita solitamente addossata a ceppaie di castagno, anche se è presente in altri boschi di latifoglie. La mancanza dell’anello la distingue dagli esemplari tossici di Amanita, in particolare da forme aranciate e senza velo generale di Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam. Curiosità Il Gruppo delle Amanita del sottogenere Amanita, sezione Vaginatae, è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitato. Tranne rarissimi casi, per una corretta deterinazione di una specie appartenente a questo gruppo è indispensabile un'attenta osservazione microscopica. Le Amanita della sezione Vaginatae sono tutte commestibili di ottimo pregio; si utilzza solo il cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata di 15 minuti (commestibilità condizionata alla cottura). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Piemonte; Agosto 2008; Foto di Giuseppe Vanoli.
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