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  1. Melanoleuca evenosa (Sacc.) Konrad 1927 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Genere Melanoleuca Sezione Alboflavidae Sinonimi Melanoleuca subalpina (Britzelm.) Bresinsky & Stangl 1976 Etimologia Dal latino evenosus = senza vene, per la cuticola glabra e liscia. Cappello 6-15 cm, inizialmente campanulato, poi piano-depresso, mantiene in tutte le fasi dello sviluppo un evidente umbone; margine dapprima involuto poi disteso, a volte ondulato. Colore bianco o biancastro, diviene avorio-crema o isabella a maturità, più carico al disco. Leggermente igrofano, cuticola liscia e sericea in condizioni di umidità elevata; assume invece particolare lucentezza e si screpola con il secco. Imenoforo Lamelle molto fitte, uncinate al gambo, mediamente più alte dello spessore della carne, intercalate da numerose lamellule; inizialmente bianche per poi prendere riflessi incarnato-rosacei a maturità. Gambo 8-15 × 1-2 cm, cilindrico o leggermente ingrossato alla base, pieno e tenace. Superficie bianca, liscia e fibrosa per la quasi totalità della lunghezza, in prossimità del cappello diviene forforacea. Carne Bianca, senza viraggi o vagamente bruno-rossiccia sotto la cuticola, tenera nel cappello, diventa molle a maturità, tenace e fibrosa invece quella del gambo; sapore prima dolciastro poi leggermente aspro, quasi astringente, odore forte aromatico, caratteristico, tra il farinaceo e l'erbaceo. Habitat È un fungo tipicamente montano, cresce nei prati e nei pascoli d'altura in modo gregario, a gruppi non numerosi, oppure in file o in cerchi che risaltano nettamente nel verde dei prati. Fa la sua comparsa già dalla primavera per continuare fino all'autunno. Microscopia Spore ellissoidali, 7,5-10,8 × 4,4-5,8 µm; Qm = 1,8. Cheilocistidi abbondantissimi, fusiformi, lageniformi, non settati, con apice arrotondato. Commestibilità e tossicità Non da tutti gradito per il particolare odore, è comunque da ritenersi commestibile, apprezzato e ricercato dai conoscitori in ambito alpino. Specie simili Per le tonalità cromatiche generali ed a causa del suo lungo periodo di fruttificazione, che si sovrappone temporalmente alla crescita delle pericoloseAmanita bianche, è da ritenersi possibile per un neofita la confusione con Amanita verna (Bull.: Fr.) Lamarck, anch'essa a crescita primaverile, non ne condivide però gli habitat, e Amanita virosa (Lamarck) Bertillon, quest'ultima con gli stessi habitat. Piccole Melanoleuca evenosa potrebbero essere confuse con velenose Clitocybe bianche prive dei caratteristici odori sgradevoli a causa del freddo o di altri fattori ambientali. Può altresì essere scambiata con: Melanoleuca substrictipes Kühner, che si differenzia per avere taglia minore, essere priva di odori particolari e mantenere la colorazione delle lamelle perfettamente bianca anche a maturità, oltre che per alcuni caratteri microscopici (cheilocistidi settati, a pelo d'ortica); Melanoleuca pseudoevenosa Bon ex Bon & G. Moreno, praticamente un sosia di collina-pianura con diversa microscopia; Melanoleuca verrucipes (Fr.) Singer, che si distingue per avere granulazioni nerastre sul gambo; Melanoleuca parisianorum R. Haller Aar. ex Bon, che si differenzia per l'odore molto particolare, come anisato, di violetta; Melanoleuca strictipes (P. Karst.) Jul. Schäff., che ha un portamento più slanciato e carne con viraggio grigio-bruno, ma è ormai ritenuta dalla maggior parte degli autori sinonimo di Melanoleuca evenosa. Osservazioni Questa specie appartiene alla Sezione Alboflavidae nella quale a tutt’oggi non vi è molta chiarezza tassonomica. Melanoleuca evenosa viene infatti trattata differentemente da vari Autori come complesso di specie o come specie separata. In attesa di chiarificatrici revisioni genetiche riportiamo i binomi ad essa collegati: Melanoleuca subalpina (Britzelm.) Bresinsky & Stangl, Melanoleuca strictipes (P. Karst.) Jul. Schäff. e Tricholoma cnista (Fr.) Gillet. Bibliografia MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi. Regione Lombardia, Giugno 2008; Foto di Federico Calledda.
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