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  1. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Nome italiano Porcino malefico, boleto malefico. Sinonimi Boletus satanas Lenz 1831 Tubiporus satanas (Lenz) Maire 1937 Suillellus satanas (Lenz) Blanco-Dios 2015 Etimologia L'epiteto Rubroboletus deriva dall'aggettivo latino ruber = rosso, rossastro e dal nome di genere Boletus, per il colore rossastro del carpoforo. L'epiteto satanas deriva dal sostantivo latino satanas = nemico, avversario, satana, per la sua tossicità. Cappello 10-30(40) cm, emisferico poi convesso, molto carnoso, sodo, con cuticola eccedente e vellutata, asciutta, da bianco sporco-crema brunastro chiaro sino a grigio-bruno con tonalità olivastre, talvolta con leggere sfumature rosate, margine involuto nei giovani esemplari. Tubuli e pori Tubuli lunghi, arrotondati al gambo, quasi liberi, da giallo a giallo-verdastro poi olivastro, azzurro-blu al taglio; pori piccoli, rotondi, gialli ma presto arancio-rossi, generalmente più chiari presso il margine del cappello, bluastri alla pressione. Gambo 5-15 × 4-10 cm, sodo, tozzo, generalmente più corto del diametro del cappello, obeso poi allungato, a forma di pera, allargato alla base, giallo nella parte superiore, da rosso porpora a rosso-viola nella zona centrale, giallo-rossastro alla base, percorso nei 2∕3 superiori da un fine reticolo concolore al fondo, imbluente al tocco. Carne Spessa e compatta nel giovane, poi molle, bianco-giallastra, giallo pallida, vira debolmente all'azzurro alla sezione in modo disomogeneo e distribuito a settori; odore debole nel giovane, ma poi forte, disgustoso, cadaverico negli esemplari maturi, sapore dolce. Habitat Cresce dall'estate all'inizio dell'autunno nei boschi caldi di latifoglie, in particolare Quercus, su suolo calcareo. Non molto comune. Microscopia Spore bruno-olivastre in massa, lisce, ellissoidali-fusiformi, 11-15 × 5-7 µm. Commestibilità o Tossicità Specie velenosa, certamente tossico da crudo, è responsabile di sindrome gastrointestinale a breve latenza che si manifesta poche ore dopo il consumo, eccezionalmente durante il pasto stesso. Osservazioni Specie di notevoli dimensioni, in alcune zone d'Italia viene incautamente consumato dopo trattamenti e preparazioni empiriche atte a distruggere le Bolesatine di natura peptidica, responsabili dell'avvelenamento. In ogni caso il consumo di tale specie è assolutamente sconsigliato ed è opportuno, a livello di prevenzione, sconsigliarlo a tutti coloro che "indulgono" nel cibarsi di tale fungo. Specie simili Le tonalità biancastre del cappello, le notevoli dimensioni, il particolare viraggio della carne e lo sgradevole odore che emana a maturazione, lo rendono difficilmente confondibile con le altre specie delle Boletaceae. Note nomenclaturali Nell'anno 2014, con l'avvento delle analisi filogenetiche la specie è stata segregata nel neogenere Rubroboletus. Nel 2015 la specie è stata ricombinata nel genere Suillellus tuttavia persistono discordanze tra i vari autori su quale sia il nome prioritario di questa specie. Tutte le ricombinazioni in Suillellus di Blanco Dios riferite a taxa diversi da queletii e luridus sono prive di supporto filogenetico e quindi risulterebbero non valide. Ne consegue che attualmente la collocazione corretta di questo fungo è nel genere Rubroboletus. Bibliografia ZHAO, K., WU, G. & YANG, Z.L., 2014. A new genus, Rubroboletus, to accommodate Boletus sinicus and its allies. Phytotaxa 188(2): 61-77. DOI: 10.11646/phytotaxa.188.2.1. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Satta - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Settembre 2009; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Spore. Elementi imeniali.
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