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Dacryobolus karstenii (Bres.) Oberw. ex Parmasto 1968


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Dacryobolus karstenii (Bres.) Oberw. ex Parmasto 1968

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia Dacryobolaceae

Sinonimi
Stereum karstenii Bres. Schumach. : Fr. 1897
Tubulicrinis karstenii (Bres.) Donk 1956 

Etimologia
L'epiteto Dacryobolus deriva dalle parole greche δάκρυον [dákryon] = lacrima e da βόλος [bólos] = getto, tiro, per l'emissione di gocce come lacrime da parte dei funghi appartenenti a questo genere.
L'epiteto karstenii è in onore del micologo finlandese Petter Adolf Karsten (1834-1917), considerato il pioniere della microscopia micologica.

Carpoforo
Fungo corticolo, resupinato, adnato, prima orbicolare e poi confluente in placche larghe fino a vari decimetri; la consistenza è membranosa ma coriacea, con la superficie imeniale di norma collicolosa (con superficie percorsa da elementi a forma di cono con cuspide smussata) negli esemplari freschi, liscia o lievemente tubercolata negli esemplari secchi. Il colore del carpoforo è inizialmente crema-ocraceo ma tende a scurirsi negli esemplari maturi; il margine ha in genere tonalità più chiare ed è finemente fibrilloso nei giovani esemplari. Carne inconsistente, alta non più di 1 mm.

Microscopia 
Sistema ifale dimitico con ife generative settate, con GAF, ialine, ramificate, a parete sottile, larghe 2-3 µm.
Ife scheletriche a parete spessa, scarsamente settate e larghe 3-5 µm. 
Cistidi presenti con due tipologie: imeniali a parete sottile, larghi fino a 4 µm e più o meno incrostati e pseudocistidi cilindrici a parete spessa, salvo la parte apicale, larghi fino a 8 µm e senza incrostazioni.
Basidi 35-45 × 2-4 µm, cilindrici, con restringimento all'apice e GAF alla base.
Spore 5,6-6,9 × 1,6-2,4 µm; Qm = 3,2; allantoidi, a parete sottile, né amiloidi e né destrinoidi.

Habitat
Vegeta su legno marcescente di aghifoglia, in particolar modo su tronchi decorticati a terra. Frequente su Pino ma si rinviene anche su Abete bianco e Abete rosso.

Commestibilità e tossicità
Non commestibile.

Specie simili
Dacryobolus sudans (Alb. & Schwein. : Fr.) Fr. si distingue per l'imenoforo odontoide.
Dacryobolus phalloides Manjón, Hjortstam & G. Moreno si separa per il sistema ifale monomitico e per i cistidi capitati.

Osservazioni
Corticolo frequente e diffuso in tutta Europa, salvo nell'area mediterranea, ove sembra meno comune. Genera una carie bruna sul legno marcescente ed è un fungo molto importante per la degradazione del legno a terra. Un buon indizio per il suo riconoscimento, quando è presente, è il contrasto tra il colore ocra-brunastro dell'imenoforo ed il margine biancastro. Per la conferma della determinazione è sempre necessaria una verifica microscopica.

Note nomenclaturali
La prima descrizione della specie risale al 1897 quando l'abate trentino Giacomo Bresadola chiamò il fungo Stereum karstenii; in seguito nel 1968 Parmasto ricombinò la specie nel genere Dacryobolus attualmente prioritario. Nel corso degli anni sono state innumerevoli le descrizioni di specie corticole ricondotte poi a sinonimi di Dacryobolus karstenii.   

Bibliografia
BREITENBACH, J. & KRANZLIN, F., 1986. Champignons de Suisse. Vol. 2. Champignos sans lames. Lucerna. Ed. Verlag Mykologia.
BERNICCHIA, A. & GORJON, S.P., 2010. Corticiaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 12. Alassio (SV): Ed. Candusso. 
LARSSON K.-H. & RYVARDEN L., 2021. Corticioid fungi of Europe 1 Acanthobasidium - Gyrodontium. Synopsis Fungorum 43 Ed. Fungiflora.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Toscana, Bosco di Camaldoli (AR); Ottobre 2021; Foto e microscopia di Stefano Rocchi.

Esemplari rivenuti su legno di Abete bianco a terra.
(Exsiccatum SR211015-01)

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Sistema ifale dimitico con ife generative settate, con GAF, ialine, ramificate, a parete sottile, larghe 2-3 µm; ife scheletriche a parete spessa, scarsamente settate e larghe 3-5 µm. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.

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Cistidi imeniali a parete sottile, larghi fino a 4 µm e più o meno incrostati. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.

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Pseudocistidi cilindrici a parete spessa, salvo la parte apicale, larghi fino a 8 µm e senza incrostazioni. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.

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Basidi 35-45 × 2-4 µm, cilindrici, con restringimento all'apice e GAF alla base. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.

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Spore 5,6-6,9 × 1,6-2,4 µm; Qm = 3,2; allantoidi, a parete sottile, né amiloidi e né destrinoidi. Osservazione in melzer, a 1000×.

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