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Le radici nel bosco

Fin da bambino ero affascinato da quelle strane protuberanze che spuntavano dal terreno.
Mia madre andava a vendemmiare ed io vagavo, di filare in filare, alla ricerca di prataioli e chiodini. Dopo una sommaria identificazione, venivano cucinati: in umido i prataioli e fritti i chiodini con la colla del baccalà, senza però prima averli fatti assaggiare al cane di turno. Certi sistemi empirici ancor oggi sono difficili da debellare. Ma la svolta definitiva avvenne nell'adolescenza quando mio padre mi portò per castagne. Una miriade di forme e colori, mi sembrò di immergermi in una favola. Dopo essermi sposato mi dedicai alla lettura di tutto quello che potesse contenere la parola fungo e a frequentare associazioni. Ero divenuto un discreto esperto ed avevo la convinzione di riuscire ad identificare praticamente tutti i miceti presenti in un bosco, il periodo piu buio della mia esistenza. La presunzione, con annesse note tassonomiche e microscopio, mi mise i paraocchi dalle bellezze della natura. Stavo perdendomi nei meandri dell'oscura ambiguità. Era divenuta una patologia. Non che non sopporti i micologi, anzi, penso che debba, esistere, una simbiosi tra il cercatore e lo studioso. Fin quando mi scrollai di dosso quella zavorra che mi appesantiva la mente e rividi gli alberi, montagne, fiori, insetti, torrenti. Da allora ho ben piantato le mie radici nel bosco, a volte mi domando se casa mia non sia lassù, in mezzo alla natura a stretto contatto con essa. La vastità degli orizzonti sono collirio per le mie pupille, bruciate dal catodico televisivo e la quite boschiva psicofarmaco contro la stressante e incessante ruotine quotidiana. Nel corso degli ultimi anni si è verificato un vero e proprio pellegrinaggio verso le montagne, con conseguente degrado ambientale. Indice che molte persone vogliono staccarsi da quegli standard di vita sociali, tipo: ci ritroviamo come sempre ad agosto, stessa spiaggia, stesso mare, a fare a pugni per tre mq di bagnasciuga.
Sicuramente servirebbero delle norme di tutela, già in parte applicate ma, ben lontane da standard di livello europeo, dove la popolazione è culturalmente avanzata e i servizi e l'informazione statale premono per la cultura ambientale. Saremo un paese di cantanti, bellezze architettoniche, arte culinaria, il calcio piu spettacolare e i motori piu potenti, ma riguardo alla qualità di vita siamo arretrati non poco e ciò non può che far riflettere.
Le risorse ambientali, e non parlo solo di boschi dove compaiono i nostri amici miceti, sono una priorità, e la loro conservazione deve essere alla base del nostro vivere civile.
Io porto rispetto al nostro amico bosco. Doverosa parentesi ambientale.
Un caro saluto a tutti gli amanti della montagna.

Giuseppe B. (BeppeRe)

 

 

 

 

 

 

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