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Aleurodiscus disciformis (DC. : Fr.) Pat. 1894
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Aleurodiscus disciformis (DC. : Fr.) Pat. 1894 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Stereaceae Sinonimi Peniophora disciformis (DC. : Fr.) Cooke 1879 Thelephora disciformis DC. : Fr. 1815 Foto e Descrizioni Su tronchi di Leccio vivi, spesso negli interstizi della corteccia, nelle parti rovinate del legno e nelle cavità. Foto e commento di Mauro Cittadini. -
Aleuria rhenana Fuckel 1870
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Aleuria rhenana Fuckel; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto Felice Di Palma. -
Aleuria rhenana Fuckel 1870
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Aleuria rhenana Fuckel 1870
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Aleuria rhenana Fuckel; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Mauro Cittadini. -
Aleuria rhenana Fuckel 1870
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Aleuria rhenana Fuckel 1870 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Sinonimi Sarcoscypha rhenana (Fuckel) Sacc. 1889 Otidea aurantia var. stipitata Massee 1895 Peziza rhenana (Fuckel) Boud. 1907 Sowerbyella rhenana (Fuckel) J. Moravec 1986 Ascoma Apotecio 5-25(30) mm di diametro, generalmente a forma di coppa più o meno tondeggiante nel giovane, poi fino a quasi disteso in maturazione Superfice esterna color arancio pallido con toni giallognoli specie all'inserzione con il gambo, finemente pruinosa, forforacea per via di minute scagliette di colore più pallido, margine leggermente ondulato nel giovane, sinuoso in età adulta, superficie interna (imenio) liscia, di un bell'arancio vivo. Gambo 5-10 mm biancastro, ricoperto da fine lanuggine, anche bambagioso, munito di residui miceliari alla base, a volte compresso ed irregolarmente solcato, ben infisso nel substrato di crescita. Carne Fragile, ceracea, giallastra, con toni leggermente ocracei; odore e sapore non degni di nota. Microscopia Spore ellissoidali, 20-21(22)×11-12 µm, biguttulate nell'asco in maturazione con un evidente reticolo a maglie poligonali chiuse, con creste che possono superare 1 µm, uniseriate nell'asco. Aschi che misurano fino 330-330(350) µm. Parafisi cilindriche con apice allargato e spesso ricurvo, anche settate. Habitat Reperita in Sardegna presso Monte Arci (Oristano) ai bordi di un bosco aperto con Pino, Leccio, Corbezzolo, Erica arborea e sottobosco di Cisto di Montpellier a circa 600 m s.m.l., in gruppetti concrescenti uniti alla base dei gambi, raramente in soggetti singoli o accoppiati. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel è la specie che come colorazioni pileiche e portamento si avvicina di più ma è sessile, non presenta cioè stipite e ha spore di dimensioni minori (14-15 × 9-10 µm). Aleuria cestrica (Ellis & Everh.) Seaver è anch'essa confondibile sul campo ma le dimensioni minute, non oltre i 10-15 mm, l'assenza di uno stipite e le tonalità giallastre con leggere sfumature aranciate dell'apotecio, rappresentano caratteri macroscopici tali da separare agevolmente la specie, inoltre microscopicamente si possono osservare spore di dimensioni molto più minute (8-10 × 5-6 µm) con reticolo incompleto. Sowerbyella imperialis (Peck) Korf presenta uno stipite ma questo è concolore all'apotecio e possiede spore punteggiate che misurano 15-16 × 5-7,5 µm. Sowerbyella radiculata (Sowerby : Fr.) Nannf. presenta imenoforo giallo-ocra, stipite decisamente radicante e spore finemente verrucose con reticolo incompleto, biguttulate anche in vetustà. Caloscypha fulgens (Pers. : Fr.) Boud. fruttifica in primavera, nelle zone umide dei boschi di conifera, è sessile e mostra toni aranciati con evidenti sfumature verdastre fin dalla giovane età. Note tassonomiche La Famiglia Aleuriaceae Arpin è stata assorbita dalla più ampia ed eterogenea famiglia dele Pyronemataceae. Gli studi recenti sui rapporti filogenetici supportano tale inquadramento. Aleuria rhenana è stata per molto tempo annoverata nel Genere Sowerbyella per via della presenza di uno stipite, tuttavia la conformazione sporale, ovvero la presenza di un reticolo a maglie poligonali con creste pronunciate, discorda con le peculiarità di questo Genere ed è più affine al Genere Aleuria. Sebbene alcuni Autori collochino ancora questo ascomicete stipitato nel Genere Sowerbyella riteniamo che sia più che corretto il suo accorpamento nel Genere Aleuria per la diversa conformazione sporale. Bibliografia ERIKSSON, O.E., 2006. Outline of Ascomycota. - Myconet 12: 1-82. HANSEN; K. & PFISTER, D.H., 2006. Systematics of the Pezizomycetes, the operculate discomycetes. Mycologia 98(6): 1029-1040. ATHI et al. Nordic Macromycetes Vol. 1. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT Aleuria rhenana Fuckel, Regione Sardegna, Novembre 2009, foto Massimo Biraghi. Particolare dello stipite, si possono ben notare la pruinosità, anche bambagiosa, che avvolge il gambo, nonché la presenza di ife miceliari biancastre. ancora un dettaglio sulla base dello stipite. Aschi, palizzata in reagente di Melzer, ingrandimento 100×. Aschi e parafisi in reagente di Melzer, ingrandimento 1000×. Parafisi in Rosso Congo anionico, ingrandimento 1000×. Spore in asco, si possono notare alcune spore biguttulate, Rosso Congo anionico, ingrandimento 1000×. Spore mature, ingrandimento 1000×. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Lombardia, località Valtorta; Settembre 2014; Foto Di Massimo Biraghi, microscopia di Angelo Mariani e Massimo Biraghi. Ai bordi di un sentiero ghiaioso. Excipulum medullare a textura intricata. Excipulum ectale a textura globuloso-angularis. Spore ellissoidali, reticolate con poli irregolari alle estremità. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Ascomicete con forma di piccola coppa colorata che predilige terreno compatto e battuto (anche su strade sterrate, dal fondo compatto): imenoforo arancione carico, liscio; praticamente senza gambo; la parte sterile (a contatto con il terreno) è finemente farinosa e quasi dello stesso colore. Le può somigliare Caloscypha fulgens che ha imenoforo simile ma fruttifica in primavera ed ha superficie esterna con tonalità verdastre; altra specie simile è Sowerbyella rhenana che ha uno stipite ben delineato. Le specie somiglianti del Genere Melastiza hanno orlo e parte esterna provviste di brevi peli. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Lombardia; Novembre 2009; Foto di Massimo Mantovani. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Aschi ottasporici, uniseriati; spore ellissoidali, crestate, biguttulate, le guttule sono più evidenti nelle spore non mature in cui le creste sulle spore non si sono ancora ben formate, spore con appendici alle estremità; parafisi settate, cilindriche, con estremità ingrossata. Aschi ottasporici. Spore con appendici alle estremità. Parafisi settate, cilindriche, con estremità ingrossata. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Umbria; Ottobre 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Toscana; Novembre 2008; Foto di Alessandro Francolini. La parte esterna (quella aderente al suolo), lievemente pruinosa. L'imenoforo dal bel colore arancio vivo. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Umbria località Castel Rigone; Ottobre 2008; Foto di Luigi Minciarelli. Bosco misto Quercia, Castagno, Faggio, Carpino. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Lombardia; Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB02102006-13) -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto e commento di Mauro Cittadini. Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto e commento di Felice Di Palma. Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Massimo Biraghi. Aschi e parafisi in Rosso Congo, ingrandimento 1000×. Parafisi cilindriche con apice allargato fino a 8-9 µm. Spore in Rosso Congo, ingrandimento 1000×. Spore in reagente di Melzer, ingrandimento 1000×. -
Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870
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Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Sinonimi Peziza aurantia Pers. : Fr. 1800 Scodellina aurantia (Pers. : Fr.) Gray 1821 Peziza aurantia f. minor Cooke 1879 Peziza aurantia var. stipitata W. Phillips 1887 Etimologia Aurantia: relativo al colore arancione dell'ascoma. Ascoma Si presenta sotto forma di coppa, sessile, fino a 10 cm di diametro, spesso irregolarmente ondulato, generalmente schiacciato, anche quando non cresce cespitoso, in maturazione tende a lacerarsi. Il colore della superficie interna (imenio) è di un bell'arancione più o meno carico ed uniforme. La superficie esterna è subconcolore ma può apparire più pallida per la presenza di fini decorazioni biancastre che le conferiscono un aspetto pruinoso o farinoso, a volte può presentarsi liscia per particolari condizione climatiche, priva di peli. Carne Ceracea, subconcolore. Microscopia Spore ellittiche, 16-18(19) × 8-10 µm ornamentazioni incluse, ialine, con due guttule evidenti da immature ovvero ancora contenute nell'asco; a maturazione munite di creste che possono raggiungere 1,5-2 µm, ornamentazione a reticolo con maglie larghe, parzialmente aperte, allungate ai poli, uniseriate nell'asco. Aschi ottosporici opercolati, inamiloidi, 180-190(200) × 9-12 µm. Parafisi cilindriche, settate, allargate all'apice fino a 8-9 µm di diametro. Habitat Fruttifica in estate-autunno, tipicamente in zone di montagna, tra la ghiaia dei sentieri, al bordo dei boschi, ma talvolta anche all'interno dei boschi sia di latifoglie che di conifere, con preferenza per i terreni silicei. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Il quadro macroscopico unito a quello microscopico rendono semplice la determinazione di questa specie. Se non si dispone di un microscopio, bisogna fare molta attenzione a caratteristiche proprie di altre specie quali l'inverdimento dell'ascoma, la presenza di minuscoli peli scuri sul bordo dell'apotecio o la presenza di uno stipite ben differenziato. Caloscypha fulgens (Pers. : Fr.) Boud. potrebbe destare qualche confusione, fruttifica però in primavera nelle zone umide dei boschi con preferenza per quelli di conifera e già nei giovani esemplari si presenta con il bordo dell'apotecio sfumato di verde bluastro. Il Genere Melastiza accoglie al suo interno alcune specie simili per colore ma ben distinte per la presenza di una peluria scura presente sulla faccia esterna del bordo dell'apotecio (osservare con una lente). Altro carattere importante da tenere presente è l'assenza di uno stipite ben sviluppato, che separa quindi agevolmente Aleuria aurantia da Sowerbyella rhenana (Fuckel) J. Moravec = Aleuria rhenana Fuckel. Tremiscus helvelloides (DC. : Fr.) Donk, che fruttifica cespitoso nei boschi montani, viene subito individuato e separato per la sua consistenza gelatinosa ed il portamento generalmente petaloide. Osservazioni Ascomicete appariscente per le sue tonalità aranciate. La crescita cespitosa unita alla grandezza ed al colore acceso degli ascomi, sono caratteri piuttosto tipici, anche se non esclusivi, di questa bellissima specie. Note tassonomiche La Famiglia Aleuriaceae Arpin è stata assorbita dalla più ampia ed eterogenea famiglia dele Pyronemataceae. Gli studi recenti sui rapporti filogenetici supportano tale inquadramento. Bibliografia ERIKSSON, O.E., 2006. Outline of Ascomycota. - Myconet 12: 1-82. HANSEN; K. & PFISTER, D.H., 2006. Systematics of the Pezizomycetes, the operculate discomycetes. Mycologia 98(6): 1029-1040. ATHI et al. Nordic Macromycetes Vol. 1. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Mauro Cittadini. Trovato all'igresso del bosco in una zona con evidenti residui di legna bruciata, gli apoteci più grandi misurano 3 cm. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Il campione appariva internamente arancione e esternamente biancastro, ma solo a causa della pruina bianca che riveste la superficie esterna che è comunque arancione. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Mauro Cittadini Aschi ottasporici, non amiloidi, lunghezza max misurata 190 µm, in Melzer tutto il pigmento aranciato incrostante vira al verdastro. Spore immature ellittiche, lisce e biguttulate lunghezza massima 15 µm. Spore mature da irregolarmente a completamente reticolate con calotte polari irregolari e sporgenti lunghezza massima comprese le ornamentazioni 19 µm. Visione dell'excipulum in Blu cotone lattico a caldo. Ife terminali dell'excipulum. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. -
Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Lombardia; Settembre 2013; Foto di Massimo Biraghi.- 9 risposte
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2012; Foto di Pietro Curti. Bosco di Picea abies, noto per i locali con il nome di fungo del pane. Superficie del cappello rugosa e fratturata in areole. Pori stretti e sottili, diseguali, quasi scavati nella carne della zona imeniale. Macro.- 9 risposte
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Mario Iannotti.- 9 risposte
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto di Pietro Curti.- 9 risposte
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2007; foto di Pietro Curti.- 9 risposte
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957
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Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Albatrellaceae Genere Albatrellus Sottogenere Albatrellus Nome italiano Fungo del pane. Nome inglese Sheep polypore. Sinonimi Albatrellus albidus (Pers.) Gray 1821 Scutiger ovinus (Schaeff. : Fr.) Murril 1920 Polyporus limonius Velen. 1922 Polyporus lutescens Velen. 1922 Cappello Diametro 6-15 cm, 1-3,5 cm di spessore, quasi circolare, convesso o spianato, a volte depresso al centro, margini a lobi ondulati, sottili e spesso macchiati di giallo. Superficie glabra, sovente si presenta screpolato al centro del cappello con una fessurazione a tasselli quadrati; colore da bianco a crema ma a volte con macchie brune, giallo-limone o verdastre in età avanzata. Imenoforo con tubuli corti 1-5 mm, pori rotondi o angolosi in numero 2-4 per mm, decorrenti sul gambo, da bianchi a crema nel fungo fresco, tendenti al giallastro al tocco. Gambo Centrale o eccentrico, bianco-brunastro, tomentoso e rugoso, generalmente corto, fino a 8 cm, normalmente libero anche su esemplari concresciuti; diametro 1-4 cm, leggermente clavato alla base ma attenuato al piede. Carne Bianca, poi giallastra, soda e di facile frattura. Odore e sapore gradevole, fungino. Habitat Terricolo, in boschi di conifere in montagna, simbionte dell'Abete rosso, spesso numeroso negli ambienti di crescita; in estate-autunno. Commestibilità e tossicità Discreto commestibile solo quando è giovane e fresco, coriaceo e non digeribile da adulto. Reazioni chimiche Reazione rossastro-bruna all'idrato di potassio (KOH). Microscopia Spore bianche in massa, elissoidi a parete sottile (4-5 × 3-4,5 µm) non amiloidi. Basidi 20-25 × 4-5 µm; ife 2-8 µm di diametro, rigonfie fino a 16 µm, senza giunti a fibbia. Specie simili Albatrellus subrubescens (Murrill) Pouzar, considerato tossico e causa di sindrome gastrointestinale, simbionte di Pino silvestre e con gambo di colore aranciato alla base, che tende invece a macchiarsi di giallo-verde nell'Albatrellus ovinus che è simbionte di Abete rosso. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet = Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar ha gambo più verdastro e carne coriacea e come il precedente può causare disturbi gastrointestinali. Osteina obducta (Berk.) Donk, facilmente differenziabile in quanto più minuta, con aspetto fascicolato, crescita lignicola e consistenza legnosa a maturità. Osservazioni I funghi del Genere Albatrellus che hanno interesse alimentare, Albatrelus ovinus e Albatrellus confluens, sono prevalentemente reperibili in ambiente prealpino ed alpino. Fanno la loro apparizione nelle zone più umide, buie e fresche del sottobosco, e spesso nei siti di rinvenimento occupano interi pendii montani. In Trentino sono una presenza costante del panorama micologico locale e rivestono particolare interesse come funghi da destinare alla conservazione sott'olio, per tale motivo vengono ricercati con particolare attenzione. Gli Albatrellus si differenziano facilmente dagli altri funghi a pori e tubuli perché i tubuli sono molto corti, quasi assenti. I pori nel fungo giovane sono talmente minuti da non essere praticamente visibili ad occhio nudo. Regione Lombardia, Agosto 2008, foto di Massimo Biraghi.- 9 risposte
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Lombardia; Agosto 2012; Foto di Luigi Franchini.- 9 risposte
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Ritrovamento nella Foresta di Vallombrosa a 1.100 m s.l.m. Di solito si presenta gregario e con più esemplari cespitosi. Si fa riconoscere dai funghi del genere Albatrellus (genere in cui era inquadrato in passato) per il cappello un po’ scaglioso-areolato, dai colori brunastri con evidenti sfumature verdi-olivacee e per l’imenoforo dal bianco al giallo-verdastro fino al verde a maturità; caratteristica è la colorazione rosata che la superficie poroide assume dopo l’essiccazione. Il gambo è corto e tozzo, feltrato e ricoperto in gran parte dai tubuli decorrenti. È una specie terricola, autunnale, non molto comune, dei boschi di latifoglie o misti. Può essere confuso con i più comuni Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar e Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar, che hanno cappello privo delle tonalità verdognole, tutt’al più si può presentare giallastro il cappello di Albatrellus ovinus. Imenoforo. Particolare dei pori.- 9 risposte
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Calabria; Anno 2005; Foto di Antonio Lupo.- 9 risposte
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Albatrellaceae Sinonimi Scutiger cristatus (Schaeff. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941 Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957 Note nomenclaturali Fungo identificato nell'anno 1774 dal botanico, micologo e zoologo tedesco Jacob Christian H. von Schaeffer, il quale con l'epiteto cristatus lo ha inquadrato per la prima volta nel genere Boletus. Nel ventesimo secolo il fungo ebbe una discreta notorietà come Scutiger cristatus, binomio ricombinato da Bondartsev & Singer nel 1941, ma l'epiteto che lo ha contraddistinto per numerosi anni è stato Albatrellus cristatus, appellativo ricombinato nel 1957 dagli studiosi František Kotlaba e Zdeněk Pouzar. Con l'avvento delle analisi filogenetiche questa specie è stata segregata dal genere Albatrellus per essere inquadrata nel neogenere Laeticutis, grazie agli studi dell'anno 2010 del micologo canadese Serge Audet. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Bibliografia AUDET, S., 2010. Essai de découpage systématique du genre Scutiger (Basidiomycota): Albatrellopsis, Albatrellus, Polyporoletus, Scutiger et description de six nouveaux genres. Mycotaxon 111: 431-464. Regione Abruzzo; Ottobre 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Cappello bruno scuro con sfumature verdastre e color nocciola chiaro in vecchiaia; imenio a pori, bianco. Un particolare dei pori. Foto di Mauro Cittadini.- 9 risposte
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