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Alessandro F

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Messaggi pubblicati da Alessandro F

  1. Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Boletus erythropus Persoon ss. Fries

    Buon commestibile dopo adeguata cottura che consente di eliminare alcune tossine termolabili. Tutto il carpoforo è virante al blu in maniera intensa (al taglio o anche alla pressione). Odore fruttato e sapore dolce.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 206, Pag. 323: "Pur appartenendo a un Gruppo di Boletaceae critiche, per via del viraggio della carne, è abbastanza agevole riconoscerlo con sufficiente sicurezza in quanto è l'unico fungo boletoide con cuticola vellutata marrone, pori arancio-rossastri e gambo quasi interamente decorato da fine punteggiatura rossa.

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    Particolare del gambo; con la tipica puntinatura rossastra, su fondo giallino

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  2. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) Arora & J.L. Frank; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Boletus subappendiculatus Dermek, Lazebn. & J. Veselský

    Ricorda Butyriboletus appendiculatus (= Boletus appendiculatus) che fruttifica in area mediterranea termofila presso latifoglie, ha gambo attenuato-radicante e ha colorazioni del cappello sul bruno-rossastro. B. subappendiculatus cresce invece presso boschi di conifere, con preferenza per l’Abete bianco, presenta il gambo non (o appena) radicante ma arrotondato alla base e ha colorazione del cappello più chiara. All’assaggio la carne è dolce in entrambe le specie.

    In bosco misto, Abete bianco, Faggio, Pino

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  3. Mucidula mucida (Schrad. : Fr.) Pat.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    = 
    Oudemansiella mucida (Schrad. : Fr.) v.Höhnel

    Difficile confondere questa bella specie con altre: cappello glutinoso di aspetto traslucido (ma sericeo e opaco a tempo molto secco); carne esigua ma di consistenza quasi gelatinosa; colorazione del cappello da bianco a bianco-avorio, ma anche grigiastro; lamelle spaziate, intervallate da lamellule, con filo dentellato; gambo sottile e rigido, biancastro sopra l’anello e più scuro (anche brunastro) al di sotto; anello anch’esso più o meno glutinoso. A ciò si aggiunge l’habitat: preferibilmente su legno morto di Faggio, ma anche come parassita su pianta viva. Talora anche su altre piante (Quercia e conifere). Crescita di solito cespitosa anche gregaria, raramente isolata.

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  4. Rubroboletus dupainii (Boud.) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Toscana; Settembre 2019; foto di Alessandro Francolini.
    Boletus dupainii Boud.

    Presso Cerro. Il colore da rosso brillante a rosso ciliegia o rosso-arancio del cappello è tipico di questa specie che quindi è facile da determinare ancorché piuttosto rara da reperire. Gambo solitamente un po' ingrossato verso la base, giallognolo ma sovente ricoperto (in parte o totalmente) da una puntinatura rossastra. Imenoforo con tubuli gialli inizialmente, poi verdi a maturità, blu se contusi; pori rossi ma giallastri verso il margine, blu se contusi. Carne gialla che, alla sezione, vira (non violentemente) al celeste, con viraggio meno marcato nella parte mediana del gambo. Odore leggero ma gradevole, sapore dolce.

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    Altri due esemplari

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  5. Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Toscana; Settembre 2019; foto di Alessandro Francolini.
    Boletus rhodopurpureus Smotl.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 213, Pag. 334: “Caratteristico il viraggio molto intenso, blu nerastro, in questa specie se corrosa, contusa o tagliata. Talvolta sono presenti vistosi segni realizzatisi in modo spontaneo a seguito dello sfioramento con corpi vari incontrati in ambiente durante la crescita. Si confonde con il Rubroboletus rhodoxanthus che presenta il cappello inizialmente crema giallastro-biancastro e carne del gambo gialla immutabile. Imperator luteocupreus  (= Boletus luteocupreus) con cappello giallastro crema-rosato al centro poi rossastro laterizio è un’altra specie vicina e confondibile con questo fungo.”

    Presso Cerro. Cappello "rugoso", rosato, con macchie bluastre dovute allo sfregamento con rametti o fili d'erba; gambo giallo vivo in alto, rosso scuro in basso

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    Superficie poroide che da giallognola inizialmente diventerà rosso intenso a maturità

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    Tubuli giallo-verdi; carne rosso scuro alla base del gambo, altrove gialla.. ma è quasi impossibile rilevare tale colore giallo della carne perché vira velocemente al blu

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    Altro esemplare di stazza notevole (anche se sciupacchiato perché "bastonato" e lasciato a terra dai soliti imbecilli...)

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    Superficie poroide rosso porpora a maturità

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  6. Rubroboletus satanas  (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Boletus satanas  Lenz

    Dal (nuovo) TUTTO FUNGHI, Scheda 214, Pag. 335 : “Il nome altisonante ha certamente contribuito a dargli nel corso del tempo la nomea del Porcino malefico per antonomasia; in realtà la sua velenosità dopo cottura non è delle più importanti tra quelle esistenti in natura: certamente da respingere anche se è corretto ricordare che sono ben altre le specie velenose. 
    Le tonalità biancastre del cappello, le notevoli dimensioni, il particolare viraggio della carne (bianco-giallastra che vira debolmente all’azzurro alla sezione, in modo disomogeneo e distribuito a settori) e lo sgradevole odore che emana a maturazione, lo rendono difficilmente confondibile con le altre specie di questo genere; l’unico con vaga somiglianza è Boletus rhodoxanthus che, pur presentando analoghi colori biancastri sul cappello, si distingue facilmente per taglia decisamente inferiore, viraggio della carne solo nel cappello, carne giallo cromo, gambo non obeso.”

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  7. Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Amanita relativamente rara, reperibile in boschi termofili di latifoglie (Faggio, Castagno, Quercia). Potrebbe essere scambiata a prima vista per Amanita pantherina o per Amanita rubescens. Rispetto all’Amanita pantherina la contraddistinguono le verruche giallognole, il margine non striato, l’anello alto sul gambo, la volva aderente al bulbo e dissociata in piccole fioccosità giallastre (Amanita pantherina presenta verruche bianche, margine striato, anello basso sul gambo e volva circoncisa e dissociata in più cercini). Rispetto all’Amanita rubescens la contraddistinguono i colori sia esterni (mai con tonalità rosa-rossastre come in Amanita rubescens) che della carne (bianca, con tonalità gialline sotto la cuticola; contro l’arrossamento della carne in A. rubescens). 
    Anche l’anello di Amanita franchetii presenta una caratteristica particolare: è striato superiormente (come in Amanita rubescens) ma ha l’orlo fioccoso e giallo.

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  8. Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Entoloma lividum (Bull.) Quélet

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 130, Pag. 242: “Tossico. Provoca disturbi gastro-intestinali acuti e intensi, con possibili complicazioni in relazione alla quantità ingerita. I francesi lo chiamano “le perfide” perché il suo aspetto invitante, unito al buon sapore a odore in gioventù, possono indurre al tragico errore di superficialità il principiante che, attratto dall’aspetto gradevole, potrebbe raccoglierlo e incautamente consumarlo. Si tratta di un fungo poco conosciuto che provoca numerose intossicazioni per la sua somiglianza con alcune specie eduli o diversamente ormai riconosciute al pari tossiche come Clitocybe nebularis, sospetto di tossicità, che ha lamelle bianche e non rosa, decorrenti sul gambo e non libere, più fitte e regolari, e con odore caratteristico non di farina.”

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  9. Desarmillaria tabescens (Scop. : Fr.) R.A. Koch & Aime; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Armillaria tabescens (Scop. : Fr.) Emel

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 58, Pag. 162: "Facile la separazione dagli altri funghi appartenenti al Genere Armillaria, in quanto è l'unica priva di anello. Occorre invece prestare la massima attenzione nel separarlo da altre specie lignicole, sempre a crescita cespitosa, come quelle appartenenti al Genere Hypholoma di cui alcune specie sono tossiche. Fruttifica all'inizio della stagione autunnale con temperature medie ancora elevate e normalmente prima della "sorella" con anello, Armillaria mellea
    È un buon commestibile ben cotto, ma tossico da crudo; usufruire solo dei cappelli scartando i gambi, come per il più conosciuto Chiodino, l'Armillaria mellea, con il quale condivide molte caratteristiche. È consigliabile la prebollitura e la successiva eliminazione dell'acqua di cottura. Si presta ottimamente alla preparazione e conservazione sottolio.”

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  10. Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 116, Pag. 225: "Questo fungo ama in particolare i siti soleggiati e caldi, con esposizione a sud, in particolare radure e aperture boschive. Per l’insieme delle situazioni descritte non è raro trovarlo ai margini dei sentieri boschivi più aperti e soleggiati. Spesse volte può essere parassitato da un ifomicete (fungo che cresce parassita su altro fungo): si tratta di Mycogone rosea che riveste la superficie di Amanita caesarea con una sorta di muffa rosa; in questi casi si sconsiglia tassativamente la raccolta e il consumo degli esemplari interessati dal processo di parassitismo."

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  11. Omphalotus olearius (De Cand. : Fr.) Fayod; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. 

    Caratterizzato dal cappello imbutiforme (tranne da giovanissimo in cui è convesso), dal colore brillante che va dall’arancio al bruno-aranciato, ma anche al bruno scuro. Lamelle di colore giallo-oro o giallo-aranciato (comunque sempre più giallastre rispetto al colore del cappello), molto decorrenti sul gambo e intercalate da lamellule. Si tratta di una specie che, se stropicciata, macchia le mani di arancione. Specie tossica. È lignicola e cresce di solito cespitosa alla base o sulle radici di latifoglie (in prevalenza Cerro, Leccio e Olivo).
    L’eventuale e grossolana confusione con i “galletti o finferli” (Cantharellus cibarius e simili), dovuta ad una errata interpretazione delle rispettive colorazioni, è comunque improbabile viste le differenze morfologiche e ambientali. Vere lamelle in Omphalotus olearius, una sorta di costolature o pseudolamelle in Cantharellus sp., crescita lignicola di O. olearius, terricola in Cantharellus cibarius e simili. 
    Più facile confondere, a causa della colorazione talvolta simile, O. olearius con Hygrophoropsis aurantiaca che tuttavia cresce isolata o tutt’al più gregaria (preferendo le aghifoglie alle latifoglie) su residui vegetali in decomposizione, ha imenoforo privo di lamellule, con lamelle caratteristicamente dicotomiche (cioè si biforcano alcune volte, in senso radiale, partendo dal gambo verso il margine del cappello).

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 180, Pag. 297: “Specie tipo del genere Omphalotus, termofila, molto diffusa nell’area mediterranea, può essere saprotrofa ma prevalentemente è parassita. Spesso la ritroviamo affiorante dal suolo, apparentemente terricola, ma basta scavare leggermente sotto il gambo per trovare la radice o il legno che le fa da supporto.”

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  12. Mycena haematopus (Pers. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Al taglio del gambo o del cappello essuda latice colorato (rosso-vinoso-bruno) come la simile M. sanguinolenta; una differenza macroscopica è il filo delle lamelle: lamelle prima biancastre poi rosate e con sfumature bruno-vinose ma con filo concolore in M. haematopus; lamelle rosate ma con il filo discolore: rosso-vinoso-bruno in M. sanguinolenta. Anche la pruinosità evidente del gambo in M. haematopus può aiutare nel differenziare le due specie visto che M. sanguinolenta ha gambo più o meno glabro e lucente. Il margine pileico, inoltre, è caratteristicamente e coreograficamente denticolato nelle giovani  M. haematopus, più uniforme e appena ondulato in M. sanguinolentaUn’altra Mycena che essuda latice colorato è M. crocata che ha però gambo interamente liscio con base coperta di peluria bianco-giallastra (mentre M. haematopus ha gambo interamente ricoperto da pruina biancastra, oltre alla peluria basale) ed essuda copiosamente latice giallo-arancio da qualsiasi parte (cappello, lamelle, gambo). 

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 84, Pag. 191: “Basta ferire leggermente il gambo con la punta di un coltellino o di una pinzetta per vedere questo fungo emettere una goccia di liquido rassomigliante, sia per densità che per colore, al sangue.”

     

    [Esemplari con filo lamellare concolore alla lamella. Relative foto non effettuate per avvenuto scaricamento della batteria :nono: ]

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    Basta intaccare appena il cappello (o il gambo) con un coltellino per vedere il latice rosso-sangue che fuoriesce

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  13. Boletus pinophilus Pilát & Dermek; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Una curiosità a proposito del cosiddetto “porcino rosso”, il Boletus pinophilus Pilát & Dermek [= Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi]. 
    Nel 1835 fu il micologo italiano Carlo Vittadini (1800-1865) ad adottare il nome “pinicola” per questo bel porcino: Boletus edulis var. pinicola Vittad., intendendo così sottolineare la caratteristica di questa varietà di B. edulis di crescere anche sotto pino puro. Fu poi un altro micologo italiano, Antonio Venturi (1803-1864), che nel 1863 promosse tale varietà a rango di specie a se stante: Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi. 
    Purtroppo di Boletus pinicola ne esisteva già uno dall’inizio del 1800, pur se di tutt’altra natura (all'epoca molte specie a tubuli e pori erano classificate e inserite nel Genere Boletus in modo indifferenziato): si trattava del Boletus pinicola Sw., pubblicato dal botanico svedese Olaf Peter Swartz (1760-1828) nel 1810, collocato successivamente (1881) dal micologo finlandese Petter August Karsten (1834-1917) nel Genere Fomitopsis con il nome Fomitopsis pinicola (Sw.) P. Karsten.
    Furono due micologi cecoslovacchi [Albert Pilát (1903-1974) e Auel Dermek (1925-1989)] che sottolinearono, nel 1973, la violazione del codice di nomenclatura in quanto il nome Boletus pinicola del Vittadini e Venturi era “doppione” di un nome già utilizzato in precedenza; da qui è nato il nome scientifico corrente del porcino rosso: cioè Boletus pinophilus Pilát & Dermek (1973). 

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 208, Pag. 326: “Tinge di colore verdastro l’acqua di cottura pur non perdendo il colore granata del cappello, colore che lo distingue facilmente dagli altri porcini, in particolare dal Boletus edulis, con il quale condivide l’aspetto lucente della cuticola e la caratteristica rugosità. Il suo nome Boletus pinophilus farebbe pensare a un fungo tipico del pino, in realtà è possibile rinvenirlo anche sotto Castagni, Faggi, Abeti, Betulle, Mirtilli e altri alberi. Ottimo commestibile. Si presta a ogni uso; è comunque il meno profumato e gustoso di tutta la Sezione Edules che comprende B. edulis, B. reticulatus, B. aereus. Nei soggetti giovani, la carne decisamente tenace, necessita di adeguata cottura.”

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  14. Suillellus luridus  (Schaeff. : Fr.) Murril; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Boletus luridus  Schaeff. : Fr. 

     Cappello con notevole varietà cromatica: da giallo-pallido a bruno-olivastro passando attraverso sfumature ocra, brune, camoscio, fulve e spesso con tali sfumature miscelate tra di loro (senza comunque toni netti sul rosso vivo); cuticola asciutta e vellutata; tubuli lunghi e più o meno liberi al gambo, gialli all’inizio per poi divenire verde-oliva scuro a maturità, comunque viranti velocemente al blu al taglio; pori giallognoli nei giovani esemplari (quando il cappello è ancora racchiuso sul gambo) ma molto presto dal rosso-arancio al rosso laterizio, viranti al blu al tocco; anche il gambo presenta vari cromatismi che vanno dal giallognolo (più verso l’apice) al rosso-brunastro; a maturità la base è di solito scurita in bruno-nerastro o violetto-scuro; il gambo è coperto da un reticolo di solito a maglie evidenti, strette e allungate-poligonali e di colore rossastro più scuro del colore di fondo. Tutte le superfici virano al blu al tocco. 
    La carne (anche lei!) presenta varie colorazioni: giallo pallido quella del cappello e sotto la cuticola, rossastra anche assai scura quella alla base del gambo, caratteristicamente arancio-rossa quella aderente ai tubuli. Proprio questo strato rosso-arancio che separa i tubuli (sul giallognolo) dalla carne del cappello (sul giallognolo) dà adito alla cosiddetta “
    linea di Bataille” visibile per pochi attimi alla sezione: pochi attimi perché tutto lo sporoforo tende a virare molto velocemente al blu a contatto con l’aria. Sapore dolce e odore buono, fruttato.

     Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 212, Pag. 333: “È il capostipite del genere Suillellus, comprendente funghi con pori arancio-rossi e carne virante al blu se contusa o esposta all’aria. In considerazione delle difficoltà oggettive nell’identificazione delle numerose entità boletoidi che possono avere pori rossastri, è consigliato evitare il consumo di questo fungo se non si è certi della sua corretta identificazione. Buon commestibile dopo adeguata cottura, velenoso crudo o poco cotto. Velenoso anche se la sua ingestione è contemporanea all’assunzione di sostanze alcoliche (anche fino a 72 ore di distanza), provoca la sindrome coprinica, altrimenti detta effetto antabuse.”

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  15. Ramaria botrytis (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. 

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 39, Pag. 143: Le caratteristiche colorazioni rosa-vinose degli apici delle ramificazioni, in netto contrasto con il biancastro del resto del corpo fruttifero, e la forma che ricorda vagamente un cavolfiore maturo, ne fanno una bella specie facilmente riconoscibile sul campo. Si raccomanda di prestare comunque attenzione a non confonderla con altre specie simili, le quali possono causare fastidiosi effetti lassativi o complicazioni gastroenteriche. 
    Ramaria fennica si distingue per avere le ramificazioni più lunghe e con tonalità violacee, bruno-violacee con sfumature lilacine, olivacee, a seconda delle varietà della specie. 
    Ramaria pallida  è caratterizzata da ramificazioni con apici grigio-lilacini, specie in maturazione. 
    Ramaria subbotrytis si riconosce per gli apici di un colore rosa corallo più intenso; Ramaria rufescens ha colorazioni tendenti al rossastro e la base di dimensioni maggiori. Queste ultime due specie, per i neofiti ma non solo, risultano di difficile interpretazione: l'analisi microscopica risulta un valido aiuto per una corretta determinazione. 
    Da considerare anche Ramaria formosa, la quale si differenzia per le colorazioni diverse, la base biancastra, le ramificazioni di un bel color salmone carico e gli apici giallastri.

    Ramaria botrytis è commestibile, di buona consistenza, adatto anche alla conservazione sottolio; una delle poche Ramaria che vale la pena di consumare.”

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  16. Amanita pantherina (De Cand. : Fr.) Krombh.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Fungo ubiquitario, assai comune. Molto velenoso. Cresce isolato o fortemente gregario, da giugno-luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie; spesso invasivo. Caratterizzato dalla presenza di un anello posto nella parte medio-bassa del gambo, dalla volva aderente al bulbo, circoncisa e dissociata in due o tre cercini più o meno paralleli ed evidenti.
    Amanita simili possono essere: Amanita gemmata (ma con cappello giallo o giallo-ocraceo e non bruno), Amanita franchetii (che però ha velo generale giallastro e non bianco: quindi presenta verruche gialle sul cappello al contrario dell’Amanita pantherina che le presenta decisamente bianche; ha inoltre volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità giallastre), Amanita rubescens (con l’anello a gonnellino e posto molto in alto sul gambo, con colori bruno-rossastri e con carne che vira al rossastro a contatto con l’aria mentre la carne di Amanita pantherina è bianca immutabile; ha infine volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità rossastre).
    Come per Amanita muscaria può considerarsi “spia del porcino” perché ha lo stesso habitat. 

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 119, Pag. 229: “Amanita pantherina è fungo velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico simile, ma più grave, a quello provocato dall’Amanita muscaria. I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l’ingestione. I principi tossici colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale.”

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  17. Butyriboletus regius (Krombh.) D. Arona & J.L. Frank; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    Boletus regius Krombh.

    Il Butyriboletus regius non presenta viraggio apprezzabile: ciò lo distingue dal simile Butyriboletus pseudoregius (che al taglio mostra un netto e veloce viraggio all’azzurro, soprattutto sopra l’imenoforo); inoltre il B. pseudoregius manifesta, soprattutto a maturità, delle sfumature rosa-rossastre alla base del gambo.
    Troppo spesso si reperiscono nel bosco esemplari bastonati o calpestati da persone ignoranti che, "deluse" per non aver trovato un "porcino", si sfogano incivilmente sui malcapitati B. regius.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Schede 203-204, Pag. 320-321: “Il genere Butyriboletus (ex sezione Appendiculati del genere Boletus) comprende funghi boletoidi aventi imenio (tubuli e pori) e carne dolciastra di colore giallastro, fine reticolo concolore e viranti, o non, alla sezione o per manipolazione. Stabilito che Boletus è monofiletico e usato per B. edulis e relativo gruppo, è stato creato il genere Butyriboletus. Il nome del genere è dovuto alla colorazione dell’imenio, del gambo e della carne che ricorda appunto il burro naturale, tanto che in alcuni stati in U.S.A. vengono comunemente chiamati "butter boleti". Il contrasto tra il giallo oro del gambo e dei pori con il rosa-porpora del cappello, fa di questo fungo uno tra i più belli e spettacolari esistenti. Buon commestibile, da usare mescolato con altri funghi perché da solo viene digerito con difficoltà. Consumare ben cotto; adatto anche per l’essiccazione. Il gambo duro e coriaceo deve essere eliminato in quanto indigesto.”

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    Esemplari vetusti e dai colori sbiaditi; di ragguardevoli dimensioni

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  18. Lycoperdon echinatum  Pers. : Pers.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Splendida specie di Lycoperdon con gli aculei che possono raggiungere anche i 7 mm di altezza; tali aculei sono inizialmente saldati tra di loro formando evidenti strutture piramidali compatte; in seguito gli aculei si dividono alla base ma restano uniti alle punte in fascetti più o meno numerosi. Verso la base dello sporoforo la lunghezza degli aculei va via via diminuendo. A piena maturità gli aculei tendono a cadere lasciando ben visibile l’esoperidio nudo, caratteristicamente cosparso di areole più o meno circolari.
    La gleba è inizialmente bianca per assumere a maturità colorazione bruno scuro, bruno-cioccolato con tonalità anche lilacine. L’habitat è generalmente presso latifoglie (Faggio, Castagno,Quercia) e più raramente presso Pino.
    La specie più vicina è Lycoperdon nigrescens in cui, però, gli aculei sono più bassi e la gleba a maturità è bruno-olivastra.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 227, Pag. 348: “È il Lycoperdon con l’ornamentazione più lussureggiante e vistosa, tanto da farlo assomigliare a un riccio di castagno. Questa caratteristica è pressoché unica tra le Lycoperdaceae europee, e pertanto la più determinante.”

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  19. Boletus aereus Bull. : Fr.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 209, Pag. 328: “Ottimo commestibile, può essere consumato crudo. Si tratta certamente del Porcino di qualità migliore: la compattezza delle carni, il suo delicato sapore, unito a un profumo soave e mai eccessivo, lo rendono sicuramente il più ricercato e appetibile. Adatto anche all’essiccazione dopo essere stato tagliato a fette. 
    Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.”

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  20. Caloboletus calopus (Pers. : Fr.) Vizzini; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
    = Boletus calopus Pers. : Fr.

    Oltre che per altri caratteri, si distingue dal Caloboletus radicans [= Boletus radicans] per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in C. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in C. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in C. calopus e giallo pallido (talvolta sfumate di rosa in alto) in C. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in C. calopus, quasi assente in C. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). 

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 202, Pag. 319: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastro-intestinale o resinoide incostante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano la determinazione.”

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  21. Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Settembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.

    Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma mai decisamente rosso-arancio. Carne di colore giallo chiaro nel cappello, più o meno ocra nella parte inferiore del gambo che è generalmente slanciato e flessuoso, sovente con costolature verticali. Alla sezione può mostrare un lieve viraggio verso un debole verde-azzurrognolo. Micelio basale biancastro. Fruttifica preferibilmente in boschi termofili mediterranei di latifoglia.

    Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 197, Pag. 314: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus, a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. Xerocomus chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.”

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    Pori ampi e angolosi negli esemplari maturi; costolature sul gambo

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