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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Populus tremula L.

    Sinonimi
    Populus australis Ten

    Tassonomia
    Regno:Plantae
    Divisione:Magnoliophyta
    Classe:Magnoliopsida
    Ordine:Salicales
    Famiglia: Salicaceae

    Nome italiano
    Pioppo tremulo

    Etimologia
    Populus, in latino classico: è il nome usato già dagli antichi Romani per questa pianta, poi contratto in Pop-lus = Pioppo, in latino volgare Ploppu (m), tremula da tremolio, il modo in cui le foglie e i rami si comportano con la brezza.

    Descrizione
    Albero dioico deciduo, alto fino a 25 metri, chioma irregolare, con tronco grigio-verde negli esemplari giovani, con l'età tendente a scurirsi e a fessurarsi nella porzione basale.

    Foglie
    Le foglie sono semplici e alterne, di colore verde, con tonalità un po' più chiare nella pagina inferiore, di forma arrotondata e irregolarmente dentata o crenata, portate su un picciolo lungo e schiacciato ai lati, e che col vento permette loro di vibrare, dando l'impressione che stia cadendo una leggera pioggia.

    Fiori
    I fiori (maschili e femminili portati da piante diverse), sono riuniti in grappoli; quelli maschili sono di colore verde, diventando giallastri con l'emissione del polline, i femminili sono di colore rossastro.

    Frutti
    I frutti sono capsule che, aprendosi, lasciano cadere i semi, avvolti in una sorta di bambagia che ne favorisce la dispersione per mezzo del vento.

    Periodo di fioritura
    Fiorisce, prima di emettere le foglie, da marzo a maggio.

    Territorio di crescita
    Specie spontanea in tutta Europa (escluso il Portogallo), settore algerino dell'Atlante e lungo la fascia temperata e fredda dell'Asia, fino al Giappone. Cresce su tutto il territorio italiano.

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    Habitat
    Cresce da solo o in gruppo nei boschi di montagna, anche in associazione con latifoglie; comune dai 200 ai 2000 metri di quota, più raro in pianura.

    Somiglianze e varietà
    Popolus alba L.
    Popolus canescens (Aiton) Sm.
    Popolus nigra L.

    Costituenti chimici
    Glucosidi fenolici ( populina, salicina, salicortina ), flavonoidi, tannini.

    Uso Alimentare
    L’interno della corteccia disseccato e polverizzato può essere mescolato alla farina e il composto usato per fare il pane. E’ un alimento per tempi di carestia e quando ogni altra cosa viene a mancare.

    Uso Cosmetologico
    Non si conoscono usi propriamente cosmetici di questa pianta. Tuttavia le gemme possono venire usate in unguento su escoriazioni, piaghe, bruciature e per la cura delle emorroidi.

    Uso Farmacologico
    Studi e ricerche in campo fitochimico confermano l’effettiva azione antiinfiammatoria ed antireumatica degli estratti ricavati dalla corteccia, che possono essere utilizzati efficacemente, da un punto di vista farmacologico. Si è scoperto che i nodi del legno di questa specie, spesso scartati dall’industria del legname e della carta, rappresentano un ottimo materiale grezzo da cui ottenere polifenoli, antiossidanti naturali presenti nelle piante

    Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

    Medicina alternativa e Curiosità
    Nei fiori di Bach, viene usato come rimedio naturale per combattere l'ansia, l'apprensionee la paura dell’ignoto, per cui è utile per infondere coraggio e sicurezza.
    Il Pioppo (Wagachun) era albero sacro nella tradizione del popolo dei Sioux Dakota ed aveva un ruolo nella cerimonia sacra, chiamata Danza del Sole: simboleggiava l’Albero Cosmico, l’Asse del mondo che unisce la terra al cielo ed alle regioni sotterranee. Di esso Alce Nero dice che “anche la brezza più sottile è in grado di fargli sussurrare una preghiera all’orecchio del Grande Spirito”.
    Il movimento costante delle foglie di quest’albero ispira anche un detto proveniente dalla Russia: “c’è un albero maledetto che trema anche quando il vento non soffia”: Si dice infatti che le sue foglie continuino ad oscillare da quando vi si impiccò Giuda. Oggi sappiamo che il suo “termolìo” cura la febbre.
    La corteccia e le foglie sono blandamente diuretiche, espettoranti e stimolanti. Dalla corteccia si ricavano preparazioni con proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e febbrifughe, usate soprattutto per trattare reumatismi, febbre e dolori mestruali. Nei rimedi florali di Bach la pianta, Aspen, è indicata per chi soffre di vaghe paure di origine sconosciuta, ansia ed apprensione. Ha l’effetto di aumentare la fiducia in sé stessi ed aiuta ad affrontare le situazioni temibili.
    Populus tremula è una delle specie arboree con le quali cresce in simbiosi Tuber magnatum , col quale condivide esigenze di suolo e di clima.
    Presso gli antichi Greci, il Pioppo tremolo era un albero degli Inferi, simbolo del lamento dei morti.
    Nell’antico folklore scozzese Aspen era un albero legato agli eroi, ai quali una corona di foglie di pioppo dava il potere di visitare i regni d’Oltretomba e di tornarne sani e salvi.
    Presso i celti il suo legno leggero e facile a rompersi era, ciononostante, il favorito per fare gli scudi. Quegli scudi erano ben più che semplici barriere materiali fra il guerriero e i suoi nemici; erano infatti pervasi di magiche qualità protettive nei confronti delle ferite, sia fisiche che psichiche.

    Note
    Il legno tenero, non ha gran pregio, viene utilizzato in ebanisteria e per la produzione di carta, per imballaggi e fiammiferi.
    Nella tradizione popolare cristiana,col legno del pioppo tremulo, sarebbe stata costruita la croce, è per questo l'albero tremerebbe per il ricordo angoscioso.

    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, Annamaria Bononcini e G.B. Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica

    Link utili
    Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT

    Popolus tremula L. - Foto di Marika

    Pianta intera, dove si nota, la corteccia più chiara, verso l'alto.

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  2. Asparagus acutifolius L. - Foto e commento di G.B. Pau

    Altre due foglie lignificate; il rostro acuto, alla base, diventa una sorta di aculeo rivolto verso il basso (per il quale è valso l'appellattivo acutifolius della specie), ed è una strategia di difesa: assieme agli apici aculeati dei cladofilli rendono la pianta intoccabile da chiunque ne osi afferrare una qualsiasi parte, e impenetrabile al muso di molti mammiferi erbivori; alla spinescenza della pianta si aggiunge inoltre la coriacità dei fusti/rami, anche di quelli giovani; l'unica parte vulnerabile sono i giovani turioni (gli "asparagi"), che però sono spesso nascosti e protetti dai fusti, segno che la suddetta funzione prottettiva è soprattutto dedicata acché i medesimi turioni possano rimanere integri nella fase di accrescimento più critica.

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  3. Asparagus acutifolius L. - Foto e commento di G.B. Pau

    Questa è una foglia: le foglie sono ridotte a delle squame, assai ben visibili nei turioni, meno nella pianta adulta; notare che, almeno in età matura, le foglie non hanno funzioni fotosintetiche. La fotosintesi viene svolta dai cladofilli (che non sono foglie, ma rami modificati) e dai rametti giovani. Notare che con l'età le scanalature dei fusti tendono a sparire.

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  4. Asparagus acutifolius L. - Foto e commento di G.B. Pau

    Fiore pistillifero all'ascella di un rametto di meno di una anno (quello verde); i rami che hanno età superiore all'anno assumono colorazione biancastra; si nota che i rami portano scanalature longitudinali abbastanza regolari e una pubescenza cortissima, quasi impossibile da apprezzare ad occhio nudo (vedere anche le foto precedenti). Anche i cladodi non sono completamente glabri (sono cioè subglabri).

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  5. Asparagus acutifolius L. - Foto e commento di G.B. Pau

    L' A. acutifolius è una pianta per lo più dioica (cioè si hanno fiori staminiferi e fiori pistilliferi in piante separate, avendosi quindi o piante maschili, con soli fiori staminferi, o piante femminili, con soli fiori pistilliferi), sono abbastanza rari i casi in cui i fiori siano ermafroditi (cioè portanti sia stami che pistillo fertili).

    Questo è un fiore pistillifero (femminile), in realtà porta anche gli stami, che però è evidente che sono sterili (in tal caso vengono chiamati staminodi); si notano anche i cladofilli, disposti in mazzetti, che portano all'apice una sorta di aculeo.

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